In Qatar anche con la pioggia...ma solo per la MotoGP
La classe regina potrà correre ed avrà a disposizione anche un turno suppletivo. Moto2 e Moto3 invece saranno spettatrici.
La pioggia nel deserto. Sembra strano ma il circus del motomondiale è riuscito ad assistere anche ad eventi del genere. A Losail oltretutto, non è stato neanche un evento così desueto. In molti ricorderanno quella bufera che si abbattè nel lontano 2009 quando tutti i protagonisti dovettero sottostare alle leggi di Giove Pluvio. In realtà, la pioggia fece capolino anche in Superbike nel lontano 2005. Allora si fermò la corsa in gara 1, per poi riprenderla come da regolamento.
Nel motomondiale la storia fu diversa: la 125cc si concluse dopo appena 21,52 km percorsi di gara, decretando la vittoria di Andrea Iannone e la fine della corsa più breve della storia del motomondiale. In 250cc la spuntò Hector Barberà, dopo che la corsa iniziò con 40 minuti di ritardo, mentre la MotoGP…beh, la MotoGP dovette proprio arrendersi e posticipare la corsa al giorno, anzi, la notte seguente. Vinse Stoner, davanti a Rossi e Lorenzo. In realtà non fu tanto la pioggia il grande problema, quanto la concomitanza con la notte e l’illuminazione artificiale.
[img src=”https://media.motoblog.it/7/7f1/qatar-2009-pioggia.jpg” alt=”Yamaha technicians for MotoGP rider Valentino Rossi take cover under their booth as heavy rain falls after the Grand Prix of Qatar was stopped at Losail International Circuit near Doha, on April 12, 2009. AFP PHOTO/KARIM JAAFAR (Photo credit should read KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images)” size=”large” id=”842746″]
Un problema che si è sempre posto. Ecco perchè – come riportato da La Gazzetta dello Sport – Loris Capirossi e Franco Uncini avrebbero effettuato già un test con la pista bagnata artificialmente, constatando condizioni di sicurezza anche in nottura, tanto che l’IRTA avrebbe già inviato questa comunicazione alle squadre.
I due membri della Direzione Gara sarebbero quindi giunti alla conclusione che l’asfalto non riflette la luce, creando situazioni di riflesso e quindi di mancata sicurezza. Bisognerà però che la stessa Safety Commission ne discuta. Il punto è che la decisione, il via libera, sembrerebbe essere stato preso, tanto che la Michelin semrbrerebbe essere già stata avvisata di dover portare le gomme da bagnato a Losail già in occasione degli ultimi test collettivi prima dell’inizio della stagione.
[img src=”https://media.motoblog.it/e/ed0/qatar-2009-pioggia_2.jpg” alt=”MotoGP rider Sete Gibernau of Spain walks under heavy rain after the Grand Prix of Qatar was stopped at Losail International Circuit near Doha, on April 12, 2009. AFP PHOTO/KARIM JAAFAR (Photo credit should read KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images)” size=”large” id=”842747″]
Una questione che però sta sollevando qualche perplessità. Prima fra tutte: è stato effettuato qualche lavoro sulle luci e/o sulla pavimentazione per rendere la superficie non riflettente e – conseguentemente sicura – oppure era sicuro anche prima ma nessuno ha provveduto ad “omologare” la situazione?
In base a quali criteri è stato stabilito ciò? Nessuno mette in dubbio l’analisi svolta da Capirossi e Uncini, ma perchè solo ora? Per questioni di spettacolo? Per evitare situazioni come quella del 2009 con un palinsesto stravolto? E poi….perchè la questione varrebbe solo per la MotoGP? Già, perchè solamente la classe regina correrebbe nel caso di pioggia, con tanto di sessione extra qualora dovesse venire a piovere prima della gara.
Una decisione che mette ancora una volta – ancora di più – in un angolo le due classi inferiori, la Moto2 e la Moto3, come sempre sacrificate e sacrificabili sull’altare del palinsesto. Vien poi da pensare ad un’ulteriore classe come la Superbike. Come ci si comporterà con le derivate di serie?
D’altro canto, che non sia un problema di sicurezza oramai è appurato. Una pista o è sicura o non è sicura in una data condizione. E quindi, se lo è per la MotoGP, dovrebbe esserlo anche per la Superbike e tutte le categorie affini e “inferiori”. Non potrebbe essere diversamente visto che qui non si parla di spazi di fuga o di layout, bensì di una condizione di riflesso della luce su di una superficie, una condizione eguale per ogni classe.