Guzzi V8 e mercato moto vintage: replica o originali sono uguali?

Ha preso vigore il mercato delle moto vintage e d'epoca, alcune non sono originali bensì delle 'semplici repliche'

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 1 mar 2017
Guzzi V8 e mercato moto vintage: replica o originali sono uguali?

Ieri ha fatto notizia la vendita a Londra di una Guzzi 500 8 cilindri Grand Prix per poco meno di 200 mila sterline – per la precisione 196.250 – cioè qualcosa come 230.000 euro. Troppo? Troppo poco? Dipende. Perché la moto battuta all’asta al London Motorcycle Show è “solo” una replica – seppur fedelissima – e non l’originale del mitico bolide V8 4 tempi bialbero di oltre 70 CV a quasi 280 Km/h (all’epoca definito dagli inglese “la moto del 2000”) progettato dall’Ing. Giulio Cesare Carcano e costruito a Mandello Lario nei primi anni ’50 con l’esordio nelle prove del GP di Senigallia e poi del GP d’Italia a Monza del 1955 e con la prima corsa a Imola il 2 aprile 1956 nella Coppa d’Oro Shell affidata a Ken Kavanagh.

Quella fu anche la gara del… “debutto” (da… spettatore bambino) all’autodromo del Santerno di chi scrive queste note: di quella straordinaria giornata ricordo l’urlo rauco misto a un sibilo lacerante di quella straordinaria moto da corsa e la grande pioggia. Kavanagh guidò l’infernale carosello per i primi dieci giri, costretto poi al box per un banale guasto a un condotto dell’olio o – come narra un comunicato della Casa dell’aquila – per la rottura della spia dell’acqua. Non è questa la sede per tornare a raccontare le vicende di quella moto ideata per sostituire sui circuiti super veloci le mezzo litro Guzzi monocilindriche e 4 cilindri oramai inadeguate a contrastare le pluricilindriche Gilera e MV Agusta ma che invece otterrà i suoi migliori risultati sui circuiti misti.

Fatto sta che oggi c’è un appassionato (facoltoso) che si porta a casa questa “bomba”, seppure non quella “originale” (ce ne sono solo due, una nel grande museo di Mandello) che stupì a metà anni ’50 sulle piste facendo sognare tutti. Che dire? Beato lui! E chi fa spallucce e dice: “Ma è solo una replica!”. Vale la favola della volpe e l’uva di Esopo che non ripetiamo perché troppo nota. Sì, è solo una replica. E allora? Importante che faccia battere il cuore e… sognare.

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