Anthony West, la favola (forse) continua

Anthony West non sa se correrà in Thailandia, ma a Buriram ci va comunque: Dorna gli ha dato l'ok per correre tutte le gare e gli sponsor sembrano esserci. La favola del veterano australiano potrebbe quindi continuare: una storia che ricorda un Motociclismo d'altri tempi

Di Manuele Cecconi
Pubblicato il 9 mar 2017
Anthony West, la favola (forse) continua

Non bisogna mai smettere di sognare, anche quando la speranza è ridotta a un minuscolo lumicino. “Volere è potere” non è sempre vero, ma di certo la determinazione e la caparbietà sono i primi ingredienti di un successo: a Anthony West la voglia di crederci non manca affatto, e non gli fa difetto nemmeno la volontà di dimostrare a tutti che, anche di fronte alle avversità non bisogna mai darsi per vinti.

Andiamo per ordine. Australia, metà gennaio 2017: viene annunciata la wild-card in Supersport a Phillip Island per Anthony West, il mago della pioggia che nel corso della sua ventennale carriera ha corso in 7 diverse classi mondiali con 15 -quindici!- moto differenti (senza contare le esperienze nel BSB e nel Mondiale Endurance).

Non solo un veterano, ma un vero appassionato a cui basta stringere dei semimanubri e tenere le chiappe -perdonerete il francesismo- sulla sella di una moto da un corsa: il denaro e gli ingaggi da sceicco, qui, non contano.

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Anthony in Supersport ci aveva già corso, con buoni risultati (due vittorie e cinque podi, pur con una partecipazione “a singhiozzo”): anche l’anno prima, nel 2016, West aveva preso parte alla gara di Phillip Island come wild-card. Ed era arrivato sul podio, in terza posizione: non male per uno che fa una gara quasi per caso.

Il primo round del Mondiale Supersport 2017, alla fine, Anthony la corre: la fa con una moto preparata assieme agli amici, che il “materiale ufficiale” non sa nemmeno cosa sia. E’ una Yamaha R6 che sul dritto di Phillip Island -quello stupendo rettifilo che si tuffa a capofitto nell’Oceano- si becca 15 km/h orari dalle moto dei Top Rider.

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Come se non bastasse, durante le prove la Yamaha 600 del team West Racing (già dal nome si deduce un supporto non propriamente factory…) accusa gravi problemi al propulsore. Anzi, ai propulsori: la R6 fa fuori 3 motori in 4 giorni. Chiunque, soprattutto uno che ha corso e vinto nel Motomondiale, avrebbe gettato la spugna e avrebbe preso la via di casa: non Anthony, non Rain Man.

L’amico Liam Coleby, che corre nel Campionato Nazionale Australiano, gli presta la sua Yamaha per fare la gara: è lenta, ma almeno va in moto. Sulla griglia di partenza, West occupa la 22^ casella: è in ultima fila, quella occupata da coloro che girano a due secondi al giro dai primi.

In gara Anthony dà vita a una rimonta furibonda: sul dritto viene sverniciato regolarmente, ma lui non si arrende. La gara viene interrotta per un incidente, ma si riparte: all’ultimo giro West è 5°, ha recuperato 17 posizioni. A poche curve dalla fine, c’è un contatto tra due piloti che lo precedono: Cluzel e Caricasulo finiscono a terra, e il 35enne australiano taglia il traguardo in terza piazza. Un’altra volta, un altro podio a Phillip Island con un pacchetto tecnico da amatore della domenica.

Le felicità, però, dura poco: manca il budget per correre la seconda gara del Mondiale, quella della Thailandia. In Australia, suo paese natale, parte una raccolta fondi per permettergli di prendere parte alla seconda wild-card e, se possibile, anche agli altri appuntamenti del Campionato Supersport.

Ma non basta, i soldi non sono abbastanza per correre a Buriram. Il crowdfunding sul sito GoFoundMe prosegue comunque in vista della terza gara della stagione, quella di Aragon.

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Il biglietto aereo per la Thailandia però, Anthony lo fa lo stesso, perché nel frattempo -siamo il 9 marzo- ci sono due novità. La prima è che Dorna, l’organizzatore del Mondiale SBK, gli ha dato l’OK per correre tutte le gare della stagione: West deve andare a Buriram per parlare con i vertici della società spagnola e definire la questione.

La seconda news è che c’è una squadra olandese, il team EAB, che si offre di dare supporto tecnico all’aussie: logistica, attrezzi, uno o forse due meccanici per i round europei.

Inoltre, nel frattempo, è arrivato anche qualche sponsor, ingolosito dalla prestazione maiuscola messa in mostra a Phillip Island: ora il budget per correre ad Aragon c’è, e forse anche ad Assen, l’Università della Moto dove West ha già vinto in Moto2 nel 2014.

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Ma c’è anche un altra ragione per il quale West ora è in volo per la Thailandia: spera di trovare qualcuno che gli presti una moto per correre a Buriram, e provare a prendere punti importanti per la classifica. Perché, da buon australiano testardo, sogna di potersi giocare il Titolo Mondiale. O almeno, non vuole lasciare nulla di intentato.

“Non so se è una cosa stupida o intelligente, ma ci devo provare” ha scritto Anthony sul suo profilo Facebook. Noi siamo dalla sua parte, perchè quella di West è una storia bellissima. E’ una favola fatta di passione, di speranza e caparbietà, che ricorda quel motociclismo ormai scomparso che non è fatto di motorhome lussuosissimi, hospitality sfavillanti e contratti milionari, ma di mani sporche di olio, di sonnellini nel furgone, di nottate passate nel box a lavorare sulla moto assieme agli amici e una buona birra fresca. In attesa del domani, quando romberanno i motori.

Non sappiamo se, alla fine, Anthony riuscirà a correre a Buriram, tantomeno se riuscirà a trovare il budget per fare tutte le gare del Mondiale: noi ci speriamo vivamente e facciamo il tifo per lui, perché questa è voglia di correre vera. E’ passione autentica, quella che c’è in ogni motociclista: vedere West nuovamente sulla griglia di partenza sarebbe una vittoria per tutti noi appassionati, per il Motociclismo. Quello con la M maiuscola.

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