MotoGP, la sfida dei Magnifici 7. Ma è sempre Rossi il "valore aggiunto"
MotoGP 2017 allo start con 7 possibili pretendenti al titolo iridato
Campionato del Mondo MotoGP 2017 – A Losail, meteo permettendo, inizia questo week-end il Motomondiale 2017, in particolare con una MotoGP ricca di motivi tecnici e agonistici, attesissima in Italia e non solo. E’ un mondiale, quindi con protagonisti di tante nazioni, ma nei fatti non è così (non lo è mai stato) perché questo è uno sport dove sono i soldi (il business) a fare la prima selezione. E’ vero, se sei un brocco non sono gli assegni di papà & C. a portarti nell’Olimpo del firmamento dei campionissimi iridati (le eccezioni confermano la regola), ma se sei povero in canna l’avvio è molto arduo e la scalata dei vari gradini, su su fino al tetto del mondo, è ancora più dura, di fatto oggi impossibile.
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Ciò per dire che anche questa MotoGP 2017 è un “affare” fra assi spagnoli consacrati o in odore di consacrazione (Marquez e Vinales per primi), o fra spagnoli stagionati e illustri (i due citati più Lorenzo e Pedrosa) e italiani star o aspiranti tali (Rossi, Dovizioso, Iannone). Tutti – questi “Magnifici 7” campionissimi supportati da giganti (Case, Team, Sponsor)- rigorosamente in sella a moto-gioielli-laboratorio Made in Japan o Made in Italy. Le grandi Case (con costosissime raffinatissime moto-prototipo) in lizza ufficialmente sono oggi i soliti colossi giapponesi Honda, Yamaha, Suzuki (Kawasaki domina in SBK) contrastate dalle nostre Ducati (gruppo Audi-Volkswagen) e Aprilia (gruppo Piaggio) e dalla entrante austriaca Ktm (in partnership con il gruppo indiano Bajaj).
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Ducati, Aprilia, Ktm, senza le spalle “coperte” chiuderebbero subito i rispettivi reparti-corse. In questa MotoGP-luna park non c’è spazio per piloti e team “privat” o per Case artigianali. E senza la divisione della munifica torta della Dorna ai Team grazie ai diritti televisivi e senza il supporto dei grandi sponsor questo Motomondiale show-business non esisterebbe. Tanto meno esisterebbero ingaggi-Paperone, l’ultimo dei quali (la Casa di Borgo Panigale ha “conquistato” il maiorchino per il biennio 2017-2018 con – si dice – 40 milioni di euro) fra Ducati-Lorenzo supera da solo il budget speso complessivamente per le corse dalle grandi Case italiane Guzzi, Gilera, Mv Agusta, Benelli ecc. negli anni d’oro! Ecco perché a questa MotoGP serve il campione-star volano per far girare una gigantesca macchina da soldi, un pilota capace di vincere e di bucare lo schermo e di entrare come mito nelle case di milioni e milioni di persone, ben oltre la ristretta cerchia degli appassionati “duri e puri”. Così è, piaccia o no. Ma torniamo alle sfide 2017.
[img src=”https://media.motoblog.it/b/bd6/2017-qatar-test-motogp-9.jpg” alt=”DOHA, QATAR – MARCH 12: Maverick Vinales of Spain and Movistar Yamaha MotoGP heads down a straight during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 12, 2017 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”850173″]
Il campione del mondo in carica è sempre l’uomo da battere, in questo caso è Marc Marquez a dover subire per primo l’assalto alla corona iridata da parte di chi vuole detronizzarlo. Innanzi tutto il binomio della Yamaha Rossi-Vinales, poi quello della Ducati Dovizioso-Lorenzo, quindi, quali outsider di lusso: Iannone (Suzuki) e Pedrosa (Honda). E ci fermiamo qui, alla sfida dei Magnifici 7. E’ vero, in condizioni di gare “anomale” altri piloti possono salire sul podio e anche vincere una gara come già accaduto nel 2016 (9 vincitori diversi in 18 GP), ma sono quelli sopra citati a dettar legge e a battersi alla fine per il titolo pur se strada facendo la rosa si restringerà. Idem per le Case, con Honda e Yamaha favorite d’obbligo, con Ducati e Suzuki nel ruolo di guastafeste, con Aprilia a tentare il colpaccio della top five, con Ktm decisa a non indossare la “maglia nera”.
[img src=”https://media.motoblog.it/1/1ff/2017-qatar-test-motogp-27.jpg” alt=”DOHA, QATAR – MARCH 12: Dani Pedrosa of Spain and Repsol Honda Team rounds the bend during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 12, 2017 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”850191″]
Più volte in queste settimane abbiamo analizzato su Motoblog la situazione tecnica e agonistica della classe regina e quindi non ci torniamo. Vogliamo, invece, proporre una domanda: qual è il “vero” motivo di interesse della MotoGP 2017? Cioè il “vero” motivo – a prescindere anche dai reali valori in campo di piloti e moto – inteso come il “motivo più motivo” di altri, quello che “tira” di più, il più appetibile per media e appassionati, quello che avvince milioni di persone incollandoli davanti alla tv e connettendosi al web? La risposta non può che essere una e ha un solo nome: Valentino Rossi. Volenti o nolenti è questo il leitmotiv anche della stagione 2017. Ciò non significa che oggi Rossi è il più forte o il pilota favorito. E non significa che Marquez e Vinales (ma anche Lorenzo e Dovizioso e forse pure Iannone e lo stesso Pedrosa) abbiano meno chances del “Dottore”.
[img src=”https://media.motoblog.it/4/42b/2017-qatar-test-motogp-1.jpg” alt=”DOHA, QATAR – MARCH 12: Andrea Iannone of Italy and Team Suzuki ECSTAR rounds the bend during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 12, 2017 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”850165″]
Ma non c’è dubbio che lo stesso Marquez, lo stesso Vinales ecc. – a meno di fatti imprevedibili – avranno nel corso della stagione in Rossi-volpone il “solito” osso duro, il punto di riferimento per capire dove è il limite dell’asticella, l’avversario che… “nobilita” e valorizza i loro stessi risultati, la conferma che con Valentino competitivo il Mondiale gode di un “valore aggiunto”, con vantaggi di immagine e di soldi per tutti. Puntare alla conquista del titolo iridato numero 10 è per l’asso di Tavullia una spinta decisiva per l’ultimo assalto alla baionetta, suggellando una carriera che comunque resta da cornice ed è per la massa degli appassionati la materializzazione-sintesi di un obiettivo stimolante per tutti, pro e contro. La domanda dopo ogni gara, di chi la gara non l’ha vista, sarà la stessa: E Vale? Cosa ha fatto Rossi?
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E’ così, sarà così perché è la conseguenza di questo motociclismo show-business interpretato da Rossi, pilota e personaggio non privo di limiti, ma eccelso per classe, intelligenza, determinazione, dal pedigree luminoso e dal carisma unico. Detto papale papale, non riteniamo oggi Rossi il pilota più veloce e più “forte” in pista e pensiamo che il titolo numero 10 sia possibile solo con un …miracolo. Ciò non cambia la sostanza di quanto scritto sopra: sarà questo – se Rossi è ancora al top, se vince o perde il titolo 2017 – il leitmotiv del campionato. E qui torniamo all’inizio: la MotoGP 2017 è attesa per i suoi diversi importanti motivi di interesse: se Marquez si conferma, se Vinales su Yamaha gli strappa la corona, se Lorenzo scrive una pagina di storia con la Rossa di Borgo Panigale, se Iannone su Suzuki stupisce con i risultati ecc.
[img src=”https://media.motoblog.it/a/ac6/2017qatar-motogp-test-1.jpg” alt=”DOHA, QATAR – MARCH 12: Valentino Rossi of Italy and Movistar Yamaha MotoGP prepares to start in box during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 12, 2017 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”850266″]
Ma ci sarebbe la stessa attenzione mediatica e la stessa attesa della gente (non solo i fan e gli appassionati doc) senza Rossi in lizza, tutt’ora capace di battersi per il podio e per il titolo? Non vogliamo dire che sarebbe un campionato peggiore ma sarebbe indubbiamente un campionato “diverso”, con minor seguito e minor appeal. Quindi quello che si apre vive ancora soprattutto del supporto del campione pesarese. E se Rossi non dovesse essere competitivo, come qualcuno paventa dopo i test invernali? Significherebbe la inequivocabile via del tramonto per il 38enne Rossi-pilota, avviato nel management delle corse a tempo pieno, col casco al chiodo forse senza aspettare la stagione 2018. La fine di un’era. L’inizio del “dopo Rossi”. Un motociclismo “altro”.