Losail “affogato”. Bene che vada il Motomondiale perde qualche penna, se non la faccia
"Piove, governo ladro!", ll Motomondiale 2017 parte male.
Dopo le qualifiche abortite ieri, non sappiamo ancora, nel mezzodì domenicale italiano, se fra poche ore a Losail si corre o no. Ma nessuno lo sa, neppure nei box e nella torre della direzione gara di Losail.
Non decide chi comanda il Circus. Decide Giove pluvio. Se “lui” insiste nello sparare in cielo fulmini e saette scaricando acqua sulla cattedrale nel deserto di Losail dove c’è il circuito iper illuminato ma affogato da una pioggia che da quelle parti è solitamente benedetta, salta l’intero programma rimandando a… lunedì tutta la giostra.
E’ già successo. Ma questo non fa che accentuare i limiti di chi tiene in mano il pallino, a dir poco incauti e sprovveduti, che s’arrampicano sugli specchi per cercare di non farsi travolgere dalle accuse di superficialità, o meglio, di dabbenaggine.
Dopo mesi di tam tam mediatico orchestrato da questa Dorna (con la FIM inutile soprammobile) impegnata a spremere come un limone il motociclismo show-business si rischia così che l’attesa iper pompata di questo Motomondiale 2017 (che se fosse per il promoter si chiamerebbe MotoGP e basta, eliminando anche Moto3 e Moto2…) svanisca sfarinandosi come bolle di sapone.
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Così, in caso di posticipo a lunedì, se Dorna non perde (forse) neppure un dollaro perché sarà contrattualmente coperta su tutti i fronti, è il motociclismo che ne esce male – se non a pezzi – rischiando di perdere la faccia, urbi et orbis.
E’ la sfiga! Si dirà. No. E’ l’arroganza di chi – abituato a tenere tutto e tutti a bacchetta (usando carota e bastone) nel paddok – pensa di poter domare pure l’ira degli … dei.
Anche se si corre stasera, comunque è una gara “falsata”. In un motociclismo iper tecnologico, fra sofisticatissima elettronica e velocità da supersonici, dove ci si batte sul filo del millesimo di secondo, è evidente che – cancellate ieri le qualifiche – una griglia di partenza decisa con le “libere” condiziona la corsa, premiando e punendo. Basti pensare, ad esempio, al secondo posto (prima fila insperata) di Iannone e, all’opposto, alla quarta fila di Rossi e di Lorenzo.
Una gara falsata significa un risultato falsato e quindi un’ombra con lingue polemiche sul mondiale, pur fatto di tanti round lungo tutta una stagione. Se il titolo si dovesse giocare all’ultima gara per un punto o poco più è evidente che il can can sulla notte di Losail tornerebbe a riesplodere.
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Sì, a Losail e dintorni una pioggia così è anomala. Ma è la capacità di gestire le eccezioni che fa la differenza fra chi è capace e chi no, fra chi sa prevedere e chi – da yes man dedito ai propri interessi – tiene la testa sotto la sabbia. Inutile farla lunga. Due, le questioni di fondo.
La prima: era almeno da metà febbraio che su Losail il meteo prevedeva la possibilità (diventata una certezza da due settimane) per questo week end del tempaccio con acqua e nessuno si è dato da fare impostando un programma alternativo, cambiando ad esempio la scansione di prove e qualifiche, magari anticipandole.
La seconda: la pista non drena, basta un acquazzone (o una pioggerella primaverile?) e tutto si allaga rendendo il circuito una mezza palude tale da impedire la corsa. Come sono stati effettuati i test per dare l’ok all’agibilità del circuito? Chi ha messo la firma sul pezzo di carta? Dorna ha anche professionalità di tutto rispetto ma è rosa dal tarlo del familismo e del clan degli amici degli amici sulle tolde di comando. Troppi condizionamenti e troppi galli a cantare?
Qui l’armata Brancaleone fa gettare la maschera a questo motomondiale luna park, un gigante abbagliante dai piedi d’argilla. Non resta che sperare davvero che Giove pluvio sia clemente. O affidarci al salito refrain: “Piove, governo ladro!”.
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