Sbk Aragon: Rea sugli altari, Davies nella polvere

Davies tenta il miracolo ma sul più bello va ko

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 1 apr 2017
Sbk Aragon: Rea sugli altari, Davies nella polvere

Il sogno di vittoria di Chaz Davies e della Ducati è svanito nella polvere a una manciata di chilometri dalla fine di una gara alla baionetta, illudendo sulla possibilità di battere Jonathan Rea e la sua Kawasaki.

La doccia gelata di una secca rovinosa assassina caduta al penultimo giro, in una staccata a “babbomorto” per tentare di contenere gli assalti del rivale, ha lasciato di sasso il box della Rossa e tutti i suoi fan dando così via libera al cannibale della Verdona, al suo quinto sonante trionfo di fila stagionale, al suo 43° successo iridato.

Uno zero pesante, questo del terzo appuntamento iridato ad Aragon, il primo in Europa dopo le tappe in Australia e Tailandia, che nulla toglie al valore del grintosissimo gallese autore in mattinata sulla Rossa di una pole da record (1’49.319), ma che scava in classifica un solco assai marcato fra l’asso della Ducati e il campione del Mondo sulla verdona.

55 punti dividono adesso i due contendenti, non un abisso, ma quasi, un gap che la Casa di Borgo Panigale deve immediatamente recuperare, pena l’addio dei sogni di gloria anche in questo mondiale 2017.

Adesso, solo un miracolo, con il gradino più alto del podio da parte di Davies domani stesso in Gara 2, può contenere il distacco nella graduatoria generale, evitando di far imboccare al Campionato, anzitempo, la via che conduce al terzo titolo iridato consecutivo del “duo-bomba” Rea-Kawasaki.

Niente è mai scontato nel motociclismo. E tutto può accadere. I pronostici qui, specie in Sbk, sono fatti per essere smentiti. Ma la realtà impone la presa d’atto che è quella dei risultati con cinque vittorie di Rea-Kawasaki in cinque gare, a dimostrazione di una superiorità del “pacchetto” che non è abissale ma è netta – il miglior pilota sulla moto migliore – dove il gap di pochi millesimi sul giro fanno la differenza, spingono il pilota al rischio più elevato, producendo l’errore, quindi il patatrac.

Questo è quanto accaduto in questa rovente Gara 1 ad Aragon, una pista amica della Ducati con i suoi ultimi tre trionfi di seguito nel recente passato, dove Davies ha centrato ben cinque vittorie, un pedigree straordinario che però non gli ha evitato di commettere l’errore e l’onta di finire nella polvere.

Sono le corse, si dirà. Già. Ma vince chi taglia per primo il traguardo e il primo, oltre agli onori, conquista il malloppo pieno dei punti, in questo caso ingigantiti dallo “zero” del più diretto avversario.

Il secondo posto di Marco Melandri fra le due Kawasaki di Rea e Sykes, conta, ma in questo contesto è un contentino che non ripaga la Casa di Borgo Panigale dello smacco subito con il ko di Chaz. Visto con l’ottica del bicchiere mezzo pieno la piazza d’onore (miglior risultato stagionale) di Marco vale oro, ma visto in un ambito dei reali valori in campo dimostra che il recupero dell’asso ravennate dopo 18 mesi di assenza dalle corse, c’è ma è tutt’ora insufficiente. Anche per lui serve quel colpo d’ala che, vista l’aria che tira, sa di miracolo.

Tutto il resto in cronaca. Domani Gara 2, sperando (anche) nella dea bendata.

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