SBK, la "lezione" di Aragon Vale anche per la MotoGP

Chaz Davies ha rotto il filotto di vittorie di Jonathan Rea in Superbike che da grande pilota ha fatto i complimenti ai rivale

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 3 apr 2017
SBK, la

Nel bon ton di Rea, oggi il pilota più completo del mondiale delle derivate, c’è la dimostrazione che la sconfitta non è certo disonorevole, specie se viene dopo aver lottato per il primo posto strenuamente fin sotto la bandiera a scacchi, se è “solo” una battuta d’arresto dopo le prime cinque vittorie consecutive stagionali, se fa scendere di un gradino del podio, con un brillante secondo posto che consente il consolidamento del grande vantaggio in classifica generale: 145 punti, 50 più di Davies, 54 più del compagno di Marca Tom Sykes. Messa così, la sconfitta di Rea può essere letta come una “liberazione” per il fuoriclasse della superba Kawasaki, ora non più… costretto a rispettare un ruolino di marcia che fino alla Gara 2 di Aragon non ammetteva deroghe imponendo solo una regola, quella della vittoria sempre e comunque.

In un campionato del Mondo l’obiettivo finale è vincere il titolo iridato, vittoria che si consegue portando a casa primi posti in gara ma anche piazzamenti e cercando di evitare i ko, cioè gli “zero punti”, come invece hanno già subito i ducatisti (e non solo loro) Davies e Melandri. Ecco. Il Mondiale Sbk non cambia il proprio binomio favorito, che era e resta Rea-Kawaeaki. Fatto sta che dopo Gara 2 di Aragon si è aperto uno spiraglio che, se il miracolo della Ducati (con Davies ma anche con Melandri) dovesse ripetersi al prossimo round di Assen, può riaccendere la lotta per il titolo e i sogni per la Rossa.

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