In Yamaha troppi "galli" cantano? Quando nelle corse si lavorava e... zitti

Nel Team Movistar Yamaha MotoGP troppi "galli" cantano? Ecco quello che succedeva una volta...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 4 apr 2017
In Yamaha troppi

MotoGP Argentina 2017 – Il motociclismo show-business, si sa, oltre che delle lotte fra piloti in pista, vive anche di comunicazione, spesso con esternazioni degli addetti ai lavori nel paddock e zone limitrofe. Oggi sono in tanti (troppi?) a dire la “loro” su tutto e su tutti, anche perché, vivendo a stretto contatto con la realtà delle corse e con i piloti, godono di un osservatorio privilegiato, in primissima fila. Il fatto è che i commenti – spesso pepati e fuori squadra – vengono fatti anche dai responsabili dei Team e persino da tecnici e meccanici non più fra le quattro mura dei box lontani da orecchie e occhi indiscreti ma ad alta voce o addirittura rilasciando dichiarazioni ai media, che ci sguazzano per la goduria dei fan.

[related layout=”right” permalink=”https://www.motoblog.it/post/854863/motogp-argentina-2017-orari-tv-sky-tv8″][/related]Mania di protagonismo? Voglia di parlare perché altrimenti si scoppia non potendone più di tenere la bocca chiusa? Voce dal sen fuggita? Chissà. Fatto sta che, a volte, le chiacchiere riescono persino ad essere più forti del rombo dei motori. Non solo. Più all’interno di un Team sale la tensione – per esempio per la rivalità fra due piloti compagni di squadra l’un contro l’altro armati – e più sale la polemica, più aumenta il clamore delle voci, dentro e fuori dal box da parte di chi, per contratto, non è pagato per parlare ma per … lavorare a bocca chiusa.

Il Team Yamaha in MotoGP, oltre che al top della competitività, è anche ai vertici del mondiale per le beghe fra i suoi piloti (in primis fra Rossi e Lorenzo fino a pochi mesi addietro) e per le esternazioni di Team manager, tecnici, amici di questo e quello e così via. Ieri abbiamo riportato quanto dichiarato da Lin Jarvis (team manager della formazione di Iwata) rispetto alla attuale situazione interna del Team della Casa dei tre diapason: “Con la partenza di Lorenzo, il clima è sicuramente migliore all’interno della squadra” di fatto ripetendo papale papale – pur con ben altra autorevolezza- quanto già riferito urbi et orbi dall’altrettanto noto Uccio (Salucci), l’amicissimo di Valentino con licenza di… dire quel che vuole: “In Yamaha atmosfera fantastica senza Lorenzo”. Ecco.

[img src=”https://media.motoblog.it/8/8c3/motogp-qatar-2017-gara-28.jpg” alt=”DOHA, QATAR – MARCH 26: Maverick Vinales of Spain and Movistar Yamaha MotoGP celebrates the victory under the podium at the end of the MotoGP race during the MotoGp of Qatar – Race at Losail Circuit on March 26, 2017 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”853315″]

Sulla questione, spostando in avanti il tiro dalla ex diatriba Rossi-Lorenzo alla nuova situazione in fieri Rossi-Vinales, era intervenuto anche Ramon Forcada sciogliendo a modo suo il nodo gordiano: “Rossi o Vinales? A Yamaha basta vincere”. Qui non parliamo poi di altri personaggi – Agostini ecc. – che hanno facoltà di dire la loro, in piena legittimità, liberi da qualsiasi ruolo diretto nella questione in oggetto. Oggi è così ma non sempre così è stato nel motociclismo quando nei box c’era la presenza diretta dei “padroni”, cioè i titolari delle nostre industrie motociclistiche.
Nel motociclismo di una volta, quello delle grandi Case italiane protagoniste nel Motomondiale prima dell’avvento dei giapponesi, ogni addetto impegnato nelle corse aveva un ruolo preciso e un perimetro oltre il quale non andava perché non poteva andare! Non c’era neppure bisogno di scriverlo nel contratto.

[img src=”https://media.motoblog.it/e/e7c/motogp-qatar-2017-gara-13.jpg” alt=”Movistar Yamaha MotoGP’s Italian rider Valentino Rossi competes during the 2017 Qatar MotoGP at the Losail International Circuit, north of the capital Doha on March 26, 2017. Spain’s Maverick Vinales of Movistar Yamaha MotoGP won the season-opening Qatar MotoGP on March 26, 2017, shrugging off a poor start from pole position under the desert floodlights. Defending world champion Marc Marquez was fourth on a Honda. / AFP PHOTO / Karim JAAFAR (Photo credit should read KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”853300″]

Era un dato di fatto tramandato da un meccanico all’altro senza neppure aggiungere una parola: bastava uno sguardo, per capirsi e… continuare a lavorare e zitti! Con il conte Agusta, il comm. Morini, il comm. Benelli ecc. un ingegnere, un tecnico, un capo meccanico, non “osava” esprimersi sulle strategie della Casa o sui piloti o sui dati tecnici della moto: il compito era quello di lavorare (a testa bassa) e tacere, senza esaltarsi troppo nei giorni trionfali e senza deprimersi in caso di disfatta. Chi ha conosciuto Arturo Magni (Mv Agusta), Gino Oriani (Bianchi), o Omer Melotti (prima Mondial poi Benelli), o Giancarlo Cecchini (Benelli, poi Morbidelli, MBA, Cagiva ecc.), o Dante Lambertini (Morini) ecc. sa di cosa parlo. Oggi non è più così.

[img src=”https://media.motoblog.it/5/574/motogp-qatar-2017-gara-3.jpg” alt=”Champion Movistar Yamaha MotoGP’s racers Maverick Vinales (L) and teammate Valentino Rossi celebrate on the podium after winning the 2017 Qatar MotoGP at the Losail International Circuit, north of the capital Doha on March 26, 2017. Spain’s Maverick Vinales of Movistar Yamaha MotoGP won the season-opening Qatar MotoGP on March 26, 2017, shrugging off a poor start from pole position under the desert floodlights, with Italian Dovizioso coming in second on a Ducati and Rossi finishing third on a Honda. Defending world champion Marc Marquez was fourth on a Honda. / AFP PHOTO / Karim JAAFAR (Photo credit should read KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”853290″]

Addirittura Forcada interviene nella sua intervista sulle “strategie” MotoGP della Casa dei tre diapason, rispondendo a un interrogativo che tanti si pongono sul nuovo binomio ufficiale Rossi-Vinales: “In Yamaha vogliono vincere battendo il nemico Honda: con quale pilota è un dettaglio. Che vinca Rossi o Vinales, o anche Folger o Zarco è lo stesso. Il 10° titolo di Rossi non è una ossessione per loro (per Yamaha n.d.r.).” Poi il tecnico aggiunge: “All’interno del Team, che è gestito da italiani, è una storia diversa. Per di più, se Valentino vincesse ancora sarebbe una cosa importante per il Motomondiale… avrebbe un forte impatto mediatico per la MotoGP. Ma i giapponesi sono pragmatici, non hanno alcuna preferenza”.

Forcada non ha peli sulla lingua ma, con questa “sentenza” si infila in un tunnel con in mano una patata bollente o – se più aggrada – un cerino acceso che nessuno vuole fra le dita. Che dire? Ai tempi del motociclismo de: “I giorni del coraggio” Forcada, ma non solo lui, avrebbe ricevuto un telegramma con una sola parola: “Licenziato”. Si esagerava allora nella logica del “credere obbedire combattere” o si concede troppa libertà oggi?

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