Yamaha XSR900 Abarth: prima prova

Seconda, terza, poi quarta. Il tre cilindri mi tira fuori tra le curve della costa della Sardegna con quella cattiveria sul polso destro che ti fa capire cosa significa vivere una moto.

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 14 apr 2017
Yamaha XSR900 Abarth: prima prova

“Adesso sentirai. Ferrari 365 GTB/4 Daytona. Le Mans, 1971, quattro alberi a camme”
“12 cilindri a V”
“12 a V giusto giusto esatto. Lo senti? Questa è la musica dei suoi 5.500 giri al minuto!”

Si, ho preso in prestito le parole di Robert Duvall in Fuori in 60 secondi. Perchè quel trasporto dato da quella musica – lo ammetto – ogni volta che sento il tre cilindri crossplane di Yamaha lo sento tra le mani. L’ho provato tante volte sulla MT-09, sulla Tracer e l’XSR. Ecco, oggi, tra le curve e l’asfalto del sud della Sardegna posso metterlo in azione su una moto che ha qualcosa di unico.

E’ una special, una cafè racer realizzata con Abarth. Caricato, proteso in avanti, quasi come una supersportiva con quella posizione caricata, cattiva, vecchio stile. Sguardo proteso in avanti, carbonio davanti e dietro, con quella coda che mi ricorda la Ducati MotoGP di Stoner. Unica, particolare questa XSR900 ABarth, e non a caso è un’edizione limitata in sole 695 unità. Ogni volta che spalanchi è puro piacere con quello scarico Akrapovic Slip-On. “Lo senti?” Diceva Duvall in Fuori in 60 Secondi. Io, con il vento sul viso, lo sento eccome.

Yamaha XSR900 Abarth: com’è

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