MotoGP, trionfo Yamaha con il “cannibale” Vinales e il solito Rossi dei “miracoli”
La caduta di Marquez mette le ali alla nuova vittoria di Vinales
MotoGP Argentina 2017 – Anche gli dei cadono. Tocca subito a Jorge Lorenzo, al primo giro, andare a terra per un brusco contatto con Iannone, poi penalizzato con un ride through per start anticipata. Stessa sorte – ruzzolone – due tornate dopo, per il battistrada Marc Marquez che deve così dire addio ai suoi propositi di rivincita spianando la strada del trionfo a Maverick Vinales, ancora sul gradino più alto, dopo la perentoria vittoria di Losail.
A metà gara ko di Pedrosa che certifica la giornata “no” delle Honda factory. Quindi out anche Dovizioso, un quasi replay del 2016, allora il “colpevole” fu Iannone, stavolta trascinato dall’incolpevole …Aleix Espargaro. Se la fortuna aiuta gli audaci Vinales si merita questo suo nuovo successo – una splendida cavalcata solitaria – anche perché non è certo colpa sua se gli altri si esercitano nell’arte del… harakiri. Tant’è. Non era Enzo Ferrari che diceva: “Fra piloti dello stesso valore scelgo quello più fortunato”?
E non c’è dubbio che, oltre al pizzico di fortuna odierna che male non fa, sono il talento, la determinazione, la capacità di gestire le situazioni, a fare la differenza confermando lo stato di grazia del nuovo acquisto della Yamaha che prosegue la sua fenomenale riga positiva. Lo “zero” odierno di Marquez pesa, oltre che per il gap della classifica generale, soprattutto perché dimostra ancora una volta il delicato equilibrio di un binomio dove è tutt’ora il pilota a sopperire ai limiti di una moto di grande potenzialità ma che chiede sempre il conto di ogni … esagerazione disarcionando il suo fantino.
Una caduta, quella del campione del mondo in carica che mette le ali alle ambizioni iridate di Vinales: è troppo presto per parlare di ipoteca sul mondiale ma il vento soffia forte in quella direzione. Un fatto è certo: dopo le qualifiche da quasi tregenda, è stata una cavalcata trionfale per la Yamaha, la miglior moto in campo, sempre la più equilibrata e capace di recuperi (non solo di assetto) anche in zone Cesarini.
Una cavalcata trionfale per i suoi due alfieri ufficiali: con un Maverick che si permette di giocare “a gatto col topo” (lo dimostra il gran passo gara sempre sull’1 e 39 alto…) sfoggiando virtualmente i gradi di comandante oramai conquistati sul campo ma al contempo con un Valentino graffiante e sempre molto competitivo nei suoi recuperi da quasi miracolo, un veterano che fa buon viso a cattivo gioco, prende atto della realtà, aggiungendo podio a podio e mettendo punti pesanti nella sua bisaccia, sperando sempre con ottimismo in un futuro ancora migliore. Una giornata da dimenticare, invece, per la Ducati factory, (la Rossa è quarta con Bautista) con le due moto a terra, una situazione che non aiuta certo a rialzare il morale già provato, specie per l’avvio stagionale senza aggettivi di Jorge Lorenzo.Ad majora.