MotoGP qualifiche, Vinales torna a dettar legge. Ma Rossi è lì. Dominio Yamaha
Vinales e Rossi, "fratelli coltelli"?
Come sapesse dell’ultimo assalto di Rossi, Maverick Vinales non s’accontenta del suo 1’32.146 miglior tempo fin quasi sotto la bandiera a scacchi e ci mette sopra la ciliegina finale con uno stratosferico 1’31.994, una tornata record che diventa pole.
Giro alla Giotto! Cronometro impazzito! Muro dell’1 e 32 abbattuto! Così Rossi, illuso che la sua ultima bordata da 1’32.100 – un giro di valzer con i contro fiocchi – potesse abbattere la pole del compagno di squadra deve accontentarsi (almeno per oggi) di fargli da illustre scudiero, rimandando a domani la risposta e i propositi di … vendetta.
Fatto sta che nella solita “mutevole” e infida (quante cadute! Anche illustri….) Le Mans sono le Yamaha a dettar legge occupando tutta la prima fila (il terzo è il sempre più convincente Zarco: 1’32.229, gap di due decimi poco più, che gioca in casa e debutta qui nella classe regina), una “tripletta” che è un … “cappotto” per tutti e una sberla per chi dava già la Casa dei tre diapason in crisi a ulteriore dimostrazione che le previsioni (affrettate) sono fatte per essere smentite … dai fatti.
Agli altri, oggi sconfitti, resta la magra soddisfazione della seconda fila. Le due Honda di Crutchlow (quarto +0.306), moto non ufficiale, e quella ufficialissima di Marquez (quinto +0.499) due volte a terra, la Ducati di Dovizioso, ancora una volta salva faccia della Casa bolognese, sesto tempo però nel quasi buio di oltre sette decimi (+0.732) e l’altra Ducati (no factory) di Redding, splendente in mattinata, primo della terza fila, settimo tempo, oltre il muro del secondo (+1.125), anche lui a terra nel finale.
Quindi ottavo Pol Espargaro a un secondo e mezzo, davanti ad Abraham, Smith con la seconda Ktm nella top ten, Miller fuori pista di brutto, ma senza danni.
E Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa e Andrea Iannone? Vittime illustri della situazione a go-go, costretti alla … trappola delle Q1 e non solo.
L’italiano della Suzuki si è perso, 17° tempo, dietro al maiorchino della Ducati, a terra nelle ultime prove libere e poi pure … “redarguito” nei box dal focoso “boss” Tardozzi. Una spiacevole scenetta diventata di pubblico dominio che la dice lunga dello stato di tensione esistente. E non solo…
Pedrosa, reduce dal trionfo di Ierez, torna nel grigiume e parte domani dalla tredicesima casella. Le Aprilia nella polvere, anzi nel sabbione rosso di Le Mans, con i suoi piloti entrambi ko: Aleix Espargaro 18°, Lowes 21°.
Una MotoGP a due velocità o forse a tre velocità. Distacchi pesanti, fra i big davanti e tutti gli altri, ma anche fra la prima fila di Vinales, Rossi, Zarco e gli sconfitti di queste qualifiche, Pedrosa, quinta fila, e soprattutto Lorenzo e Iannone, appaiati in sesta fila nella logica del mal comune mezzo gaudio. Sarà così? Per i due, davvero una corsa in salita. Forse una via crucis.
Gara da non perdere. Una occasione ghiotta per Vinales. Ma anche per Rossi. A Marquez piacendo.