Montmelò “bollente”, sfida dell’orgoglio fra Lorenzo e Rossi. Il riscatto del maiorchino?
Il maiorchino torna protagonista sulla Ducati. Ora serve il risultato in gara
I 35 gradi incendiano le qualifiche MotoGP di Montmelò accendendo le speranze di Jorge Lorenzo e bruciando i sogni di Valentino Rossi.
Per il maiorchino il secondo tempo di oggi alle spalle del poleman Dani Pedrosa è la miglior prestazione stagionale sulla Ducati che qui pare voler proseguire con la spinta ricevuta dopo il trionfo di Dovizioso la settimana scorsa al Mugello.
Lorenzo sa che è solo sabato e la corsa è domani, tiene a freno mani e lingua, ma si capisce dagli occhi tornati a sorridere che il fuoco dell’orgoglio lo ha riportato nel ruolo che gli compete, in prima fila. Jorge ha riproposto la sua guida alla Giotto, da compasso, senza farsi stravolgere dai voleri spesso incontrollabili della Desmosedici, liberando la classe e la voglia di dimostrare di essere quello di sempre, un fuoriclasse.
Gongolano in Ducati e fanno bene, viste quante Rosse oggi incutono timore a tutti i migliori, nelle file che contano, due addirittura in prima fila con Jorge il campione-star ritrovato e accanto, terzo tempo, con l’anti divo gran bel manico Danilo Petrucci.
All’opposto, per il pesarese 9 volte campione del Mondo il 13esimo tempo lontano da tutti è una delle peggior prestazioni in 20 anni di carriera su una Yamaha che qui non ne vuole sapere di obbedire, fuori binario, in affanno, senza spinta.
A differenza del nemico Marquez vittima di ben quattro capitomboli e due di fila in qualifica, Valentino ha commesso solo una sbavatura, un dritto da ghiaione, restando però in sella. Ma il capitano della Honda, a dir poco guascone, è risalito sempre deciso sulla moto e nella classifica dei tempi, alla fine quarto, ha già la prima fila sotto tiro, pronto domani a scoccare dai primi metri i suoi dardi per fermare i tre Moschettieri in fuga.
Rossi no, è rimasto nel pantano, persino out nella bagarre delle qualifiche che contano, un’onta per chi gode del palmares che fa la storia di questo sport del rischio, incapace di una risposta al cronometro che non ne voleva sapere di scendere. Un tic-tac da mitraglia, come e peggio del ghiaione dopo il lungo traditore. Rossi fuori dalla top ten, out dalla Q1, 13° tempo finale, quindi domani partenza in gara dalla fila numero cinque, come dire nel buio degli sconfitti, impone una risposta a una domanda che molti si fanno: questo di oggi è solo un incidente di percorso dopo il podio mancato al Mugello e la caduta nella precedente gara di le Mans o un segnale premonitore di quella forma di spaesamento che una volta si chiamava crisi?
E’ vero, qui sul discusso tracciato di Barcellona da chicane rifatte e poi rifiutate dai piloti, a non godere ottima salute (domani si vedrà…) sono le Yamaha, solo 9° tempo con l’altro pilota ufficiale Vinales mai così disarmato, preceduto da Folger sulla Yam no factory della Tech3 e anche con il rookie Zarco, senza artigli.
Tira brutta aria per le moto della Casa dei tre diapason ma pesa soprattutto il gap di Rossi (1’44.661) e il fatto che solo un miracolo domani può portarlo nelle posizioni in lotta per il podio con tutto quel che significa in ottica di classifica generale.
La notte prima della corsa è lunga e tutto può accadere. Anche la scintilla capace di accendere il “colpaccio” di Jorge Lorenzo e di compiere l’ennesimo miracolo di Rossi. Importante che il mondiale non perda Valentino fra i “big” in lotta per il titolo e possa ricondurre Jorge alla lotta per la vittoria di gara.
Asfalto bollente, domani. Corsa da non perdere. Vietata ai deboli di cuore.