Yamaha YZF-R6 VS YZF-R1: la nostra prova
Una rinnovata YZF-R6 messa a confronto con la mitica YZF-R1 in pista al Mugello e a Vallelunga.
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È la supersportiva iridata della casa di nipponica, regina del mondiale supersport, tre i titoli conquistati e, con 160.000 unità vendute nel corso di un decennio, è la sportiva 600 più amata in Europa. La prima Yamaha R6 nasce nel 1998 e diventa subito leggenda, una moto dal pedigree racing, con i suoi quattro cilindri in linea a carburatori, tanta potenza e un aspetto avveniristico. Una nuova versione nel 2003 con iniezione elettronica ed una successiva nel 2006 dal look più aggressivo, poi la quiete.
Colpa della crisi, della stagnazione del mercato? Per anni nessuno ha più investito nelle superbike da 600 cc. Nel 2016 però, da Iwata cominciano a trapelare voci ed immagini di un possibile ritorno della mitica R6. Gli ingegneri giapponesi infatti, approfittando del passaggio alle normative Euro 4, hanno ben pensato di rivitalizzare il segmento delle Supersport di media cilindrata realizzando una nuova YZF-R6, colmando così quel vuoto che si era venuto a creare tra le sportive Yamaha, quel “fastidioso” tra la YZF-R3 e la sorella maggiore YZF-R1. La nuova YZF-R6 è già disponibile nelle Concessionarie Yamaha al prezzo di euro 13.990.
Yamaha R1 vs R6: come vanno
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Tra le due moto, la differenza è davvero tanta. Hanno in comune un’agilità incredibile e un rapporto peso/potenza eccezionale. Nonostante le dimensioni, la R1 è pur sempre un mille alla quale va dato “del Lei” quando si gioca con la manopola del gas. Grazie alla raffinata elettronica, i 200 cv erogati dal 4 cilindri in linea vengono erogati linearmente e non mettono mai in difficoltà. La R1 garantisce staccate al limite ed entrate in curva chirurgiche, con la potenza che esplode in uscita e spinge l’anteriore verso il cielo.
Sulla R6 troviamo un comportamento ancora più agile e veloce quando ci troviamo ad affrontare un tratto più tecnico in pista: a patto di avere il giusto “manico”, la R6 consente entrate in curva più veloci se si riesce a tenere un po’ più margine nella staccata, oltre ad essere molto rapida nei cambi di direzione e in uscita di curva.
Il comportamento del traction control tra le due moto cambia: sulla R6 questo prezioso sistema lavora molto meno, soprattutto se la moto è equipaggiata con pneumatici da track-day. Sulla R1, il traction control si ritrova invece a dover gestire una maggiore dose di cavalli e una coppia erogata meno linearmente e più in basso. Il suo intervento è comunque molto preciso e non taglia mai di netto la potenza.