Kevin Schwantz, che bordate a Iannone: "Lavori di più"

Il texano: "Dovrebbe star fuori e girare, girare e girare, poi rientrare e parlare con gli ingegneri e dire come funziona la moto. Qualcuno dovrebbe dire a Iannone di fare il suo lavoro. Che a volte è duro!"

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 2 lug 2017
Kevin Schwantz, che bordate a Iannone:

Motomondiale 2017 – Se c’è un pilota che i tifosi di casa Suzuki amano, quello è senza ombra di dubbio Kevin Schwantz. Non c’è questione, il texano rappresenta l’emblema della casa di Hamamatsu, il condottiero che dava sempre tutto pur di stare avanti. Una leggenda prima ancora che smettesse di correre, Kevin non a caso, ancora oggi, è amato fortemente da tutti gli appassionati del motomondiale.

Non si è mai risparmiato Schwantz, con una buona schiettezza a fargli sempre da corollario. Una schiettezza che si riversa anche nella difficile situazione che sta vivendo la Suzuki in questo 2017. Senza troppi peli sulla lingua, Kevin in un’intervista del collega Paolo Ianieri alla Gazzetta dello Sport, non si è risparmiato nei confronti di Andrea Iannone.

Il pilota di Vasto sta vivendo un incubo con la moto di Hamamatsu. Ultimo al venerdi, sia al mattino che al pomeriggio: una deflagrazione che fa il paio con prestazioni che non lasciano adito a troppi dubbi. Il matrimonio tra l’italiano e la casa nipponica per ora, nonostate i proclami e le scuse degli ingegneri, e nonostante la calma e l’impegno sottolineato dallo stesso Iannone, non sta portando i suoi frutti:

“Non so esattamente cosa stia succedendo nella squadra, non sono stato loro abbastanza vicino, ma so per esperienza che se le cose non vanno bene, c’è solo un modo per uscirne, ed è lavorare. Devi provare, provare e provare, devi fare più di tutti gli altri per cercare di recuperare. In ogni caso, non credo che la moto sia così inferiore alle avversarie, c’è Iannone che si è perso, perché sembra volere una Suzuki che si comporti come la Ducati, ma questa moto non sarà mai una Ducati e invece dovrebbe provare a sfruttarne i punti di forza. Parlando con lui, sembra che la moto non abbia nessun punto di forza, ma questa è semmai un’evoluzione della moto con la quale Maverick ha corso la scorsa stagione.“[img src=”https://media.motoblog.it/7/7bb/mgp4andrea-iannone22.jpg” alt=”mgp4andrea-iannone22.jpg” size=”large” id=”862235″]

Il texano, campione del mondo nel 1993, è veramente un fiume in piena:

È inconcepibile quello che sta succedendo. E non puoi gettare la colpa su Rins, che è un debuttante, si è infortunato e si sente ancora un po’ fragile. Ma uno come Iannone, con l’esperienza e quello che ha fatto in passato, dovrebbe essere lì a lavorare, fare più giri di tutti nelle prove. Nelle prove sull’asciutto non ha fatto 30 giri come invece Marquez. Perché? Dovrebbe star fuori e girare, girare e girare, poi rientrare e parlare con gli ingegneri e dire come funziona la moto. Se lo ascolti parlare lo senti dire che la moto non frena, non gira, non va. Non capisco l’italiano e forse è un bene, ma il suo linguaggio del corpo è quanto più di negativo ci possa essere”

Non si ferma nemmeno quando sente che Iannone non vuol rischiare con una moto che non sente sua: “Allora dovrebbe andare a giocare con i go-kart. Fai un lavoro che migliaia di persone sognano, hai una Casa ufficiale, hai decine di ingegneri che lavorano per te e che sono pronti a fare tutto quello che chiedi loro, se solo quel che dici avesse senso e dessi loro una direzione. Per me è una situazione triste, perché tutti sanno che questa non è una moto da 20° posto. Io spero che presto Rins recuperi e ritrovi la fiducia nella moto, e che dopo la pausa estiva possa diventare quel ragazzo veloce che è stato prima Maverick. Voglio vedere quale sia il suo potenziale. Ma qualcuno dovrebbe dire a Iannone di fare il suo lavoro. Che a volte è duro!”

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