MotoGP, Marquez la "volpe" parla di Rossi il "volpone"

Nitide (sincere?) le dichiarazioni di Marc Marquez su Valentino Rossi

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 14 lug 2017
MotoGP, Marquez la

Per il motociclismo, il tormentone di questo luglio assolato e con la MotoGP in vacanza prima del rientro a Brno, è una nuova dichiarazione di Marc Marquez su Valentino Rossi. Perché fa notizia? Perché in mancanza di corse in pista si corre con le parole e perché in questo caso sono coinvolti i due massimi protagonisti in campo, il giovane spagnolo della Honda cioè il pilota oggi più forte e il “veterano” pesarese tutt’ora a caccia del titolo iridato numero 10, da sempre avversari in gara e impelagati nel fattaccio del presunto complotto di fine 2015 per cui “nemici” in pista e fuori.

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Una storiaccia mai chiusa, con Valentino che se l’è segnata al dito convinto di essere stato privato di quel titolo per un (presunto) “complotto” spagnolo a suo danno. Gli organi, non solo quelli del motociclismo hanno decretato il “tutto Ok” ma la ferita è ancora aperta. Allora? Adesso su Facebook Marquez pennella il “Dottore” elogiandolo a tutto tondo: “Lui è un grande ed è incredibile quello che sta facendo alla sua età. Lo rispetto al 100%. Il mio rapporto con Valentino è di tipo professionale”. Apriti cielo! Sui social una grandinata contro lo spagnolo accusato di essere “un falso”. Si fa, evidentemente, confusione fra rivalità e rispetto, fra competizione in pista e dialettica fuori. Di solito, in casi del genere, si dice: “Sono ragazzi” dimenticandosi che questi ragazzi sono professionisti (iper pagati) e rischiano la pelle sui 300 all’ora e sono emulati come atleti e come personaggi da milioni di fan, per lo più giovani e giovanissimi.

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Fra i tanti meriti, Marquez e Rossi hanno quello di non farsi dettare le dichiarazioni dai rispettivi uffici stampa ma di dire quello che pensano senza tanti giri di parole e senza peli sulla lingua. Anche questo modo di fare, sostenuto da straordinari risultati agonistici, ha creato il carisma di entrambi – con pesi diversi anche per le diverse età – alimentando una polemica non sempre sana che però a fatto bene e fa bene al motociclismo per l’interesse che crea ben oltre i confini degli appassionati puri e duri. Nella storia del motociclismo non ci sono mai stati due piloti avversari che si sono voluti bene come “fratelli” e neppure soltanto amici. Tutt’al più c’è stato e c’è il rispetto nel senso di riconoscere all’altro “pari dignità”.

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Fra corridori, la parola “gentleman” non esiste. E l’avversario può diventare “simpatico” solo e quando lo si batte. Rossi lo ha dimostrato più di una volta, con amici che non lo sono stati più quando da battuti sono diventati pericolosi suoi avversari in grado di vincere. La furbizia in corsa è anche questo, di non dimostrare quel che davvero si pensa e di impostare una strategia per favorire se stessi e creare danno all’avversario, cominciando dal piano psicologico. Rossi docet. Per vincere in pista non si può dire: “prego, s’accomodi”. Serve classe e determinazione, preparazione e lucidità, grinta e cattiveria nei confronti di se stessi e degli altri, pur nel rispetto delle regole scritte e non scritte. Le corse sono anche sentimento e il sentimento a volte porta a mettere in secondo piano la ragione.

Ciò vale soprattutto quando in squadra ci sono due piloti sullo stesso livello: situazioni delicate difficilmente risolvibili tirando su muri nel box comune. Nessun pilota ha mai riconosciuto un proprio avversario migliore di se stesso. Giacomo Agostini ha elogiato grandi campioni suoi ex avversari quali Hailwood, Pasolini, Saarinen. Ma il 15 volte iridato lo ha fatto dopo che questi tre grandi erano già morti. E comunque non ha mai detto che lui era inferiore. Non è facile interpretare il messaggio che un pilota lancia, come in questo caso ha fatto Marquez nei confronti di Valentino. Difficile credere in “parole dal sen sfuggite” o in un atto di “debolezza” di Marc. Do ut des.

Una offerta di inedita “alleanza” in vista delle nuove battaglie che da Brno animeranno questo mondiale così ballerino e aperto? Mai dire mai. Un dato è certo: Marc è oramai una volpe. Ma Valentino è un volpone. A fine stagione si deciderà chi è il vero “re” della foresta.

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