MotoGP, al Sachsenring quasi 50 mila spettatori in meno: perché? Segnale di crisi?

E' Valentino Rossi che tiene in piedi la "baracca" iridata?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 27 lug 2017
MotoGP, al Sachsenring quasi 50 mila spettatori in meno: perché? Segnale di crisi?

Dopo la pausa estiva il Motomondiale riparte alla grande il prossimo 6 agosto da Brno anche se resta l’amaro in bocca per l’emorragia di pubblico del GP di Germania. Nell’ultimo round iridato del 2 luglio al Sachsenring ci sono stati complessivamente 164.801 spettatori contro i 212.411 del 2016 perdendo in un sol colpo 47.610 biglietti, addirittura 65 mila in meno rispetto ai 230.133 del 2011. Una tela perdita incide in modo pesantemente negativo sul bilancio economico dell’evento e soprattutto proietta ombre sul futuro del GP di Germania e pone interrogativi anche sul futuro degli altri appuntamenti del Motomondiale.

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E’ solo un incidente di percorso o un segnale d’allarme che va oltre lo specifico GP tedesco? Già nel prossimo round di Brno del 6 agosto si tornerà alla “normalità” facendo tirare agli organizzatori (e anche alla Dorna già preoccupata per la crisi Sbk) un sospirone di sollievo per lo scampato… pericolo. Ci penseranno poi gli annunciati pienoni del GP San Marino-Riviera di Rimini (circa 150 mila persone previste nel we per un giro d’affari complessivo di oltre 60 milioni di euro, manna per l’intero territorio…) e dell’ultimo appuntamento del 12 novembre a Valencia a collocare il GP di Germania 2017 in una parentesi negativa e niente più.

Non è male, però, cercare di capire i motivi di tale emorragia in un GP storico come quello di Germania e in un circuito (oggi il nuovo autodromo-toboga, per decenni il pericoloso-affascinante circuito stradale) da sempre meta per il grande pubblico, presente in gran numero sin dal venerdì.

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Tralasciando il fattore meteo (tante volte si è corso sotto vere e proprie bufere d’acqua, e con clima… invernale) ha inciso negativamente il pesante aumento del prezzo dei biglietti d’ingresso (conseguenza del contributo dovuto alla Dorna dagli organizzatori locali passato da 3 a 4 milioni di Euro!) e l’assenza di un programma articolato con corse ed eventi collaterali, non limitato esclusivamente dalle tre gare del Motomondiale.

E’ vero che ogni nazione ha un pubblico “particolare”. Ad esempio, quando i sidecar erano inseriti con pari dignità fra le altre categorie del Motomondiale (50, 80, 125, 250, 350, 500) e correvano a fine giornata dopo la classe 500, in Italia gli autodromi si svuotavano già prima della fine della mezzo litro mentre negli altri GP europei nessuno abbandonava il circuito godendo delle prodezze dei sidecaristi.

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Però anche in Italia i circuiti erano già pieni sin dal mattino, quando scendevano in pista i piloti delle categorie juniores (125, 175, 250) che anticipavano i big del Motomondiale. Oggi, nel motociclismo show-business e mediatico, la gran massa degli aficionados – specie in Italia – va in circuito in primis per la MotoGP e l’audience in tv sale per la classe regina con Valentino Rossi asso carismatico e star buca-video.

Non solo. Dal dopoguerra, per decenni, dopo le prove ufficiali di venerdì e sabato, nell’autodromo sede del GP delle Nazioni (quasi sempre Monza) nella notte restavano solo gli aficionados motociclisti delle tende, quattro gatti poco più, mentre all’estero (TT, Assen, Hockenheim, Le Mans, Spa, Nurburgring ecc.) tutti svegli non solo per fare bagordi spesso insensati ma anche per divertirsi utilizzando luna park, ristoranti di vario tipo, piste da ballo, musei dedicati aperti, feste folcloristiche ecc.

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Oggi, la stessa “lunga notte” del Mugello è un’altra cosa, così come gli “eventi” pre gara a Misano dentro il circuito e fuori nelle varie iniziative serali e notturne, più per i Vip che per il popolo della moto che vaga sui lungomare rivieraschi, non certo privi di attrazioni per tutti i gusti. Cosa vogliamo dire? Semplicemente che il pubblico del motociclismo non è acquisito una volta per sempre ma va sempre conquistato “coltivandolo” sia sul piano dell’appetibilità delle gare e del campionato sia con un programma articolato di eventi in pista e fuori. Si fa presto a precipitare dagli altari dei pienoni alla polvere degli spalti semi vuoti.La Sbk insegna.

Non vogliamo andare con la memoria nei decenni passati ma chi si ricorda che solo qualche anno fa – ad esempio nel 2012 – al Mugello ci fu una defezione di spettatori di oltre il 30% rispetto agli 80 mila dell’anno prima? La stessa audience televisiva ha vissuto continuamente in una altalena di alti e bassi a dimostrazione che c’è una evoluzione cui va prestata la massima attenzione con realismo e senza autocompiacimenti.

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La incessante enfasi di Carmelo Ezpeleta su Valentino Rossi dimostra – oltre al giusto riconoscimento a un fuoriclasse cui la MotoGP deve molto – anche la precarietà di un Motomondiale che si regge sostanzialmente sulla classe regina e questa trova ancora sempre in Valentino Rossi campione-star il proprio baricentro. L’attuale campionato MotoGP è combattuto e si presenta – fin qui – con una classifica corta, quindi piace agli appassionati e anche a un pubblico molto più ampio, davanti alla tv. Una domanda s’impone: quanto pesano oggi realmente il Campionato del Mondo, la MotoGP, Valentino Rossi? Quanti spettatori andrebbero in pista (specie in Italia) senza la MotoGP e soprattutto con una MotoGP senza Rossi?

Domande inutili? Domande opportune che peserebbero come macigni se – Dio non voglia – solo una banale influenza con febbrone costringesse Valentino Rossi a dare forfait dalla attesissima corsa iridata del GP San Marino-Riviera di Rimini del prossimo 10 settembre. Quanta gente andrebbe al Marco Simoncelli di Misano? Quanti seguirebbero la corsa in tv? Sarebbe una debacle e i motivi stanno nel modo in cui il “giocattolo” è stato impostato e viene proposto e venduto dopo anni.

Qui siamo. Costretti a sperare nella buona sorte, con le fortune di un Gran Premio, di un Campionato, di una MotoGp legate a un pilota. Ecco perché i 50 mila in meno del Sachsenring rappresentano un segnale. Se non altro per riflettere.

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