Superbike: niente Suzuki per il 2018
La casa di Hamamatsu non entrerà in Superbike nel 2018. Un anno ulteriore di sviluppo e poi il ritorno?
Superbike – Suzuki in Superbike? Difficile per il momento. La presentazione ufficiale, il lancio del modello di serie, e le prestazioni nel British Superbike oltre che nel MotoAmerica avevano riacceso l’interesse di Hamamatsu a livello internazionale. Specialmente tifosi ed appassionati del marchio giapponese avevano dalla loro la volontà e la passione di poter tornare a tifare quella casa che, dopo anni di latitanza con le varie evoluzioni dell’ultima GSX-R, era tornata di prepotenza nella sfida tra le Superbike stradali con una moto di riferimento.
Il lancio a Phillip Island, le presentazioni con Kevin Schwantz, poi come un po’ da tradizione, lo sviluppo nei due grandi campionati continentali. A ben vedere, a livello privato inoltre, la nuova moto con fasatura variabile è presente anche in Italia ed in Germania (con Vittorio Iannuzzo). Profili risibili, anche perchè la moto è ancora acerba nella sua configurazione attuale. Non è un caso che SERT nell’Endurance ha evitato di utilizzare il nuovo modello, rimanendo fedele alla vecchia e cara versione precedente.
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Eppure quella nuova moto, in poco tempo, iniziava a mostrare un grande potenziale, con Guintoli nel British Superbike, ma anche e sopratutto nel campionato Superstock Inglese. Poco vero? Chiaro, ma dall’altro lato dell’Oceano Toni Elias e Roger Lee Hayden sono stati fin da subito protagonisti del campionato, mettendo in seria difficoltà, fino a surclassare, le Yamaha di Baubier e Hayes. Ecco allora il sogno di poter vedere nel mondiale il grande ritorno di Hamamatsu. Magari un ritorno in stile 2005, quando l’allora team Alstare dominò con Corser. Già, ma con quale team stavolta? Le voci si rincorrevano, e come spesso accade, si accostano le…”voci”, ai “desideri” di chi vorrebbe vedere determinate storie a lieto fine.
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D’altronde, a chi non piacerebbe rivedere la Suzuki protagonista? Cosi, ecco susseguirsi ipotesi su un approdo di Yoshimura nel mondiale con Elias pronto al grande ritorno mondiale. Insieme allo spagnolo ecco il ritorno di Sylvain Guintoli. Vero? Mica tanto, perchè Toni in America ha trovato la sua…America. Lo spagnolo è felicissimo della sua esperienza, e non manca di sottolinearlo ogni volta tramite i social. Su Guintoli nessuna voce, figurarsi il team Yoshimura.
Seconda ipotesi: il team Crescent potrebbe abbandonare il progetto Yamaha – o sarebbe stato il contrario visti i dissapori del primo anno? – e tornare a Suzuki come in passato. Vero? Al più….più probabile, ma come sottolineato da MCN, al momento più che qualche chiacchiera – legittima tanto per sondare il terreno il più delle volte – altro non c’è stato. E non potrebbe essere altrimenti: esordire con una nuova moto, ed un progetto cosi ambizioso richiede tempo, non ci si improvvisa dall’oggi al domani. Anche perchè non si tratta del MotoAmerica o del British Superbike con moto dalle specifiche diverse: come Jonathan Rea ha ben sottolineato, una Superbike più attraente e più importante necessita di un impegno differente.
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Honda ne è la cartina di tornasole con una CBR che non ne vuole sapere di sistemarsi ed andare forte, considerando la totale mancanza di appoggio di Tokio verso Ten Kate, una elettronica Cosworth che cozza con quella dei team nipponici che hanno corso la 8 ore (ma la situazione potrebbe cambiare con l’arrivo di Takahashi, protetto della casa). Perchè Suzuki dovrebbe entrare nel mondiale per fare presenza? Meglio aspettare: va bene spendere, ma serve spendere con oculatezza. Ed allora la speranza è che Hamamatsu possa arrivare nel mondiale nel 2019 con un progetto ambizioso e poter tornare a rivestire quel ruolo da protagonista che, negli anni, lo ha contraddistinta.
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