MotoGP Misano. Il "tormentone" sul rientro di Rossi. E la corsa? Chissenefrega!
Sale l'attesa per il GP di Misano della classe regina orfana dell'infortunato Valentino Rossi
Si apre una settimana significativa per il Motomondiale, con il week end di Misano importante, forse decisivo, per i titoli iridati 2017 di tutte e tre le categorie: MotoGP, Moto2, Moto3. A questo 13° round, come noto, causa il recente pesante infortunio in allenamento con l’enduro, manca Valentino Rossi, il pilota di casa qui più amato e atteso anche perché in lizza per il campionato, per se al quarto posto (157 punti) alle spalle del capoclassifica Dovizioso (183), di Marquez secondo (174) e Vinales terzo (170) e davanti a Pedrosa quinto (148). L’incidente del 9 volte campione del Mondo è giunto come un fulmine sul cielo sereno del GP San Marino-Riviera di Rimini, annunciato da uno straordinario tam-tam mediatico come avvenimento record per la partecipazione del pubblico sugli spalti (previsti oltre 150 mila paganti, prevendita a gonfie vele) e agli eventi collaterali (oltre 300 mila) e per l’audience televisiva (oltre un miliardo di telespettatori): insomma un grande show-business con montagne di soldi che girano (oltre 60 milioni di euro) e forte promozione di immagine nazionale e internazionale per l’intero territorio.
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Ora l’incidente di Rossi ha creato grande delusione e sconforto fra le frange degli appassionati e, al di là dell’ottimismo di facciata, ha messo in agitazione e in allarme gli organizzatori. C’è il timore che si passi dal trionfo al flop, con segnali allarmanti provenienti (soprattutto dai social) dai fan di Valentino decisi a “svendere” i propri biglietti già acquistati da tempo e a disertare Misano e a spegnere la Tv, in mancanza del proprio beniamino. Ciò riapre vecchie e nuove polemiche sul rapporto appassionati-fan-motociclismo riproponendo l’interrogativo di sempre: gli sportivi amano il motociclismo in quanto tale a prescindere da chi è in pista o amano esclusivamente un solo pilota seguendo le corse (negli autodromi e in tv) fin che il proprio beniamino è in campo? Tagliamo corto. Il motociclismo non è “astratto”, è composto da due elementi essenziali (anche se ce ne sono altri…): il pilota e la moto.
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Da sempre, in un rapporto altalenante, la gente segue le corse o perché si identifica con un pilota o perché si identifica con una moto, cioè una Marca, la Casa. Così l’appassionato ha il “suo” pilota, la “sua” moto, la “sua” Casa. C’è stato e c’è uno zoccolo duro di “puri” che segue il motociclismo “a prescindere”, ma è sempre stato ed è una minoranza. Dal dopoguerra fino al 1957 (specie in Italia) il grande pubblico – in un contesto sociale, culturale, sportivo, mediatico molto diverso da oggi e con minore offerta – seguiva le corse con le bandiere delle grandi Case italiane, W questa o quella Marca, il pilota seguiva. Dopo il forfait di Guzzi, Gilera, Mondial, Benelli ecc, dai circuiti scomparvero appassionati e bandiere tornando a riempirsi in seguito grazie alla Mototemporada emiliano-romagnola-pesarese ecc., alle 200 Miglia imolesi di Checco Costa e in particolare alla stella e ai successi di Giacomo Agostini (Mv Agusta).
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Quando Agostini appese il casco al chiodo, nei circuiti italiani si tornò ai “quattro gatti”. Altro discorso all’estero (Isola di Man, Germania, Olanda, Belgio, Paesi Est, Francia, ecc.), con un’altra cultura, con circuiti sempre pieni, sole o acqua, poco interessati ai nomi dei corridori, con la corsa intesa come “evento nazionale”, anche un “diversivo”, una scampagnata, un modo per stare insieme due-tre giorni fuori, in tenda o roulette, con la moto, ragazza e amici, una festa collettiva, un ritrovarsi in un proprio regno, “popolo di motociclisti”, fieri della propria diversità, riappropriandosi di identità nazionali sbiadite, se non smarrite. Cosa vogliamo dire? Che non c’è da meravigliarsi se a Misano, con Rossi out, ci saranno defezioni e spazi vuoti in tribuna e meno audience in tv. Chi dice che sarà tutto come prima mente sapendo di mentire. O è fuori dalla realtà.
Caso mai, è il segnale che domenica emergerà, che va interpretato, una lezione per il futuro. Sarà così? Nutriamo molti dubbi, ben sapendo che chi ha in mano tutto l’ambaradan, più che al motociclismo, interessa il business, spremendo fin che si può questo limone. Ciò detto, torniamo a Rossi. L’asso pesarese, dopo l’intervento chirurgico su tibia e perone della gamba destra perfettamente riuscito, è già nella sua casa di Tavullia, pronto per la riabilitazione.
L’auspicio di tutti, non solo dei suoi fan, è l’augurio di pronta guarigione per un ritorno in pista prima possibile, senza forzature. Gli organizzatori cercano di rispondere alla malasorte con una “trovata”: portare comunque Valentino domenica a Misano, per un abbraccio di massa con il suo popolo giallo. Così gli spalti non subiranno vuoti e la Tv, per qualche minuto, farà audience da record. Bene? Bene! Ma il rischio è che “quello” sia il Gran Premio, un fiume inarrestabile di bla-bla “come stai Vale! Quando rientri?”. E le corse? E il mondiale? E il tifo per Dovi-Ducati? Chissenefrega!