Aleix Espargaro: "L'Aprilia? Telaio fantastico. Ci manca potenza"
Quello che manca alla MotoGP di Noale, è una giusta dose di potenza. Parola di Aleix Espargaro
Correva l’anno 2002, e l’Aprilia debuttava in MotoGP con il suo primo prototipo a 4T, la fantastica RS Cube. La tricilindrica veneta venne portata in gara, per la prima volta, in occasione del GP del Giappone: il pilota era Regis Laconi, che l’aveva sviluppata assieme all’espertissimo Marcellino Lucchi.
L’anno successivo, il 2003, fu la prima annata completa della casa di Noale nella “nuova” Top Class da 990 cc: il miglior risultato stagionale (un 6° posto) venne conseguito proprio alla prima gara -il Gran Premio di Suzuka- da Colin Edwards, che allora condivideva il box con Noryuki Haga. Texas Tornado e Nitronori si ritrovarono a dover domare una moto difficile e forse fin troppo “maschia”: il potentissimo tre cilindri sviluppato in collaborazione con l’inglese Cosworth, imbrigliato da un’elettronica che faticava a tenere a bada tutti quei cavalli, finiva per mettere in crisi una ciclistica ancora non sviluppata a puntino.
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L’anno successivo non andò meglio: in Aprilia non riuscirono mai a risolvere del tutto i problemi della esuberante Cube, che non riuscì mai ad entrare nei primi dieci nel corso di tutta la stagione. Ai semimanubri della MotoGP di Noale si avvicendarono Shane Byrne, Jeremy McWilliams, Garry McCoy e Michel Fabrizio, ma la carenza di risultati e una situazione economica non troppo florida indussero la casa veneta ad abbandonare la Classe Regina.
Nel 2015, a 11 anni di distanza, il ritorno di Aprilia in MotoGP con la quattro cilindri RS-GP: dopo il primo anno di “rodaggio”, avaro di risultati, la nuova moto iniziò nel 2016 a mostrare un netto miglioramento, fino a diventare quasi una presenza fissa nella Top Ten. Il vero cambio marcia è avvenuto però nel corso di questa, ultima stagione: con Aleix Espargaro ai semimanubri la RS-GP ha potuto mostrare il suo vero potenziale, tanto da essere riuscita a concludere la gara di Aragon a meno di 7 secondi dalla Honda ufficiale del vincitore Marc Marquez.
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Ora come ora, l’impressione è che all’Aprilia manchi davvero poco per poter competere ad armi pari con la concorrenza giapponese ed italiana: il primo a pensarla così è proprio Aleix, che in Spagna ha chiuso il GP in 6^ posizione alle calcagna delle due Yamaha Factory di Rossi e Viñales.
La RS-GP, a sentire il maggiore degli Espargarins, è al momento esattamente l’opposto della vecchia RS3 in quanto a pregi e difetti. Vale a dire che, pur non eccellendo in quanto a potenza massima, può vantare un telaio da riferimento ed un elettronica che è al livello di quella dei competitors.
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“Il nostro telaio è incredibile, fantastico. Non so se sia il miglior telaio della griglia, ma di certo è il miglior telaio che io abbia mai provato. La verità è che Aprilia ha ascoltato moltissimo le mie indicazioni, e siamo riusciti ad ottenere uno chassis molto competitivo che ci permette di frenare molto tardi. La percorrenza in curva è spettacolare, riusciamo ad entrare in curva velocissimi e per me è molto importante ‘sentire’ bene l’anteriore. Con questa moto mi diverto un sacco!”
Quello che manca alla sua moto, secondo Aleix, è il motore: proprio dove la RS Cube eccelleva, l’attuale prototipo di Noale soffre un po’ rispetto a Honda, Yamaha e Ducati. L’elettronica, invece, sarebbe già ad un ottimo livello:
“Ci manca motore, è la potenza ciò che ci manca per arrivare al podio. Lo abbiamo migliorato molto durante quest’anno, ma è ancora la moto più lenta sul dritto. Siamo più vicini a Honda e Yamaha, e siamo felici dei miglioramenti, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Ad Aragon, prima del rettilineo principale, avevamo degli intertempi in linea con quelli della pole position… poi però perdevamo 3 o 4 decimi. In quanto all’elettronica, credo invece che Aprilia abbia un’ottima base, soprattutto a livello di controllo di trazione ed anti-impennata”
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Via|Todocircuito