Au Revoir Maxime Berger

Si è spento il ragazzo di Digione dopo un mese passato tra la vita e la morte

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 2 ott 2017
Au Revoir Maxime Berger

Maxime Berger non c’è più. Dall’ospedale in cui era ricoverato da un mese, il papà del ragazzo transalpino ha voluto comunicare la volontà della famiglia di lasciar andare il proprio figlio. “Maxime era in coma vegetativo da un mese. E’ con grande tristezza che abbiamo deciso, in accordo con i medici che lo avevano in cura, di lasciarlo partire. Adesso riposerà in pace”.

I danni neurologici erano a ben vedere estremamente gravi in seguito a quanto tentato da Berger, come era stato riferito dall’equipe medica.

Non chiamatela però “perdita per il motociclismo” per favore. Sfumatura ma solo per cercare di offrire giusta dignità; il sentore è che in questa maniera ci si è “appropriato”, si è accomunato ad un incidente su due ruote, in gara, in un test, durante delle prove – quel che volete – in maniera quasi superficiale, una tragedia che merita invece un ulteriore tipologia di rispetto e delicatezza. Qui c’è la tragedia di un ragazzo dimenticato – come diversi- dal mondo del motociclismo internazionale da un po’ di tempo, che ha corso negli anni mettendo in mostra un talento di livello mondiale.

Maxime aveva conquistato nel 2007 il campionato europeo Superstock 600, poi aveva scalato tutte le categorie delle derivate dalla serie approdando alla Superbike nelle stagioni 2011 e 2012. Successivamente si era spostato nell’Endurance.

Le parole, in questo caso, di un pilota come Alessandro Polita, sempre schietto e pulito: “Vincitori e vinti. Nel giorno più bello di Rea e il 3 titolo Sbk…la scomparsa di Maxime Berger. Rifletto sull’oscuro dietro le quinte di uno sport che ti ruba l’anima…e te la restituisce a pezzettini quando sei fortunato.
Arriverderci Maxime.”

Da quelle prime indiscrezioni dell’ultimo mese, ovviamente, ce ne siamo ricordati, forse con una certa mancanza di delicatezza, quando invece ne serviva. Ed allora, forse è solo con le parole della sua manager, e prima ancora sua amica Cris Favero che si può dare giusto e unico tributo finale:

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Magny Cours l’ho sempre odiato nonostante tu fossi il re di quel tracciato. Riuscivi a far diventare bellissimi quei 4 girni sotto la pioggia, in quel paddock che ospitava l’ultima gara di campionato, impantanato e con i pochi servizi troppo sporchi per essere utilizzati. Era tutto un disagio fino al momento della premiazione, quando con te sul gradino più alto del podio non sentivo più freddo, piangevo dalla gioia ma allo stesso tempo mi rendeva triste l’idea di non vederti per alcuni mesi, in attesa dell’inizio dell’avventura dell’anno successivo.
Proprio adesso, nel corso dell’appuntamento francese delle Sbk 2017, nel preciso istante in cui i tuoi tifosi sono seduti sugli spalti del circuito che ti ha visto crescere, è arrivata la notizia che hai deciso di salutare tutti con un burnout, andandote per sempre con il tuo inseparabile “black helmet”. Attendevi questo momento da 30 giorni, lo so, per ricordare ai presenti che quella é casa tua e che su quelle tribune si deve parlare solo di te. Punto.
Io sono ancora una volta li che piango, ma questa volta dalla disperazione perché dopo questa gara non ti vedro’ piu’. E intanto quel paddock continuo ad odiarlo, lo odio e basta: è più forte di me, lo odio oggi più che mai.
A Magny Cours si spengono definitivamente le luci del paddock: il mio pilota Maxime Berger non corre più.
R.I.P tesoro mio.

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