MotoGP: Marquez, trionfo da titolo mondiale. A Dovizioso resta solo la speranza
Il Dovi "buca" la corsa decisiva
Due sono le corse che si svolgono a Phillip Island in MotoGP, quella per la gara e quella per il titolo mondiale. La prima la vince Marc Maruez, la seconda la vince Marc Marquez.
Per l’asso spagnolo della Honda è il trionfo, il sesto quest’anno, che ne suggella, con ancora due round in calendario, la netta superiorità. E’ Marc il pilota che oggi in pista fa la differenza. E’ Marc che si merita il titolo di campione del Mondo 2017 di questa classe regina che accende ovunque il cuore e la fantasia degli appassionati.
Marquez sugli altari, quindi, e Dovizioso, fin qui suo degno e principale avversario nella corsa al titolo, nella polvere, oggi addirittura attardato anche da un errore iniziale, fuori dalla top ten, tredicesimo con il gap in classifica che con 33 punti diventa un nodo scorsoio.
Dopo tanta pioggia Giove Pluvio ha concesso una tregua infiammando sin dall’inizio la gara guidata da un trenino indiavolato con sei-sette piloti (Rossi, Vinales, Zarco, Marquez, Iannone, Crutchlow, A. Espargarò poi a terra) nel fazzoletto del mezzo secondo e con otto-nove piloti (ai già citati si aggiungono l’indiavolato Miller e Rins) in un secondo che s’allunga a un secondo e mezzo a cinque giri dal termine dell’entusiasmante carosello.
Trenino dove ad ogni curva la locomotiva diventa vagone di coda e viceversa. Che lotta, ragazzi! E che botte! Senza esclusione di colpi. Chi la dura la vince. Chi sbaglia paga.
Ci provano in molti a fare da lepre: Miller, Vinales, Zarco, Rossi, Marquez. Si gode per lo show, applausi a scena aperta. Ma Marquez tiene tutti al guinzaglio, gioca al gatto col topo, punta al gradino più alto del podio ma guarda oltre, al titolo mondiale che alla fine della gara diventa suo ancora una volta.
Gode Marquez, manda giù il rospo Dovizioso. E’ la legge dello sport! Onore al vincitore, onore allo sconfitto. Assente dal trenino, mai in corsa davanti, Dovizioso, partito dall’undicesima casella, addirittura retrocesso in 20esima posizione nei primi giri, per poi risalire (piano) fino a non agganciare neppure la top ten. Problemi su problemi. Questo il verdetto. Un risultato mediocre che brucia in un sol colpo il sogno mondiale.
Se Marquez fa la differenza, Rossi – sesto podio stagionale – resta il fuoriclasse che gli può stare … quasi alla pari. Che corsa, oggi, quella del Dottore! E che podio, primo pilota della Casa dei tre diapason.Un campionato nel campionato, non privo di peso e di spunti polemici.
Le Yamaha, date per spacciate, rialzano quindi la cresta, grazie al meteo e al manico di due (anzi tre) grandi piloti che però nulla possono di fronte a sua Maestà Marquez e alla sua Honda.
Ottimo Zarco (appunto), attaccato al binomio delle Yamaha ufficiali; bravi e di più Crutchlow, Iannone, Miller. Di Dovizioso abbiamo detto. Di Lorenzo, dopo la botta in prova, non si può dire niente.
33 punti di distacco fra Marquez e Dovizioso, con le due ultime gare in Malesia e in Spagna, lasciano all’italiano ben poche speranze. Anzi, ci sbilanciamo, nessuna speranza.