La SBK dopo il primo round europeo di Aragon: il punto con Fabrizio Marcucci
La gara della SBK di Aragon ha dimostrato che forse l'algoritmo dell’Ing. Scott Smart può davvero funzionare: il punto con Fabrizio Marcucci.
Di Fabrizio Marcucci
Checché ne dica Gianni Ramello del Team Go Eleven (che sembra aver cancellato il suo “sfogo” sul profilo personale di Facebook), lo spettacolo sembra essere tornato in SBK e finalmente sembra anche averne giovato alla grande un Team indipendente come il Barni Racing di Marco Barnabò che sta portando costantemente il suo pilota Xavi Forés sul podio.
Ramello avrebbe potuto credere maggiormente all’organizzazione dell’Associazione dei team indipendenti e presenziare il giorno della riunione che era stato già fissato. Genesio Bevilacqua del team Althea ci aveva visto lungo ed aveva riunito quasi tutti i team indipendenti proprio per cercare di creare un fronte comune. Ma a poche settimane dalla riunione Ramello fu uno dei pochi a non trovare interessante questo incontro e lo seguirono anche altre (poche) compagini. Visto l’andazzo la riunione fu cancellata.
Ma torniamo ad oggi. La gara della SBK di Aragon ha dimostrato che forse il complicato algoritmo dell’Ing. Scott Smart può davvero funzionare. Gare combattute (almeno un gruppo di 4/5 piloti di testa) e bagarre anche nel gruppo di chi rincorre o di chi lotta tra i primi 10. La differenza con i primi la fanno la messa a punto delle moto, ma soprattutto i piloti: la coppia Ducati con il terzo incomodo di Forés del Team Barni e Rea offre uno spettacolo davvero per intenditori.
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Non ci sono più le fughe in solitaria e comunque è in testa alla classifica del Mondiale… il più bravo: Jonathan Rea. La Yamaha R1 sembra aver tratto giovamento dal nuovo regolamento, ma i due piloti combattono tra di loro invece di collaborare per ritrovarsi nel gruppo di testa. Forse per questo si parla di un interessamento da parte di Yamaha a Chaz Davies. Yamaha ha solo bisogno di un pilota top.
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La Supersport 600 è stata segnata il giovedì da un litigio interno al Team NRT dove corre Jules Cluzel, che ha fatto passare ore di preoccupazione al pilota francese: il team Manaaer, per diverbi col proprietario, si è impossessato del camion contenente le moto. Sembra che sia stato tutto sedato con l’ausilio della polizia spagnola e il team Manager allontanato. Ma mi risulta che Cluzel stia comunque “in guardia” e si stia organizzando per cambiare aria alla prima avvisaglia.
Sarebbe un peccato perché il pilota transalpino è in grado di vincere e la moto sembra buona, anche se non al livello di quelle del Team Evan Bros e del Team GRT che quest’anno sembrano avere una marcia in più. La situazione di Cluzel ricorda alla lontana quella di Sofuoglu con il Team indiano Mahi Racing che lo vide costretto a passare nel 2014 al team Puccetti per finire la stagione (ultime tre gare). Nel caso del Team NRT, sembra che il problema denaro non ci sia, ma il francese ha le “antenne” ben dritte e potrebbe già avere un’alternativa.
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La Classe Supersport 300 ha innescato una serie di polemiche da parte di Yamaha per lo strapotere dimostrato dalle Kawasaki Ninja 400 e dalla nuova KTM RC390 R. La prima Yamaha giunta al traguardo di Aragon è 13 esima, la prima Honda è 22 esima. Kawasaki e KTM hanno progettato una moto con il preciso intento di vincere nella Entry Level Class perché è li, (soprattutto nei paesi asiatici) che si fanno i grandi volumi sulle moto supersportive, mentre la Yamaha è rimasta al palo con una moto che è inadeguata a competere rispetto alle due rivali sopracitate.
Ora la Yamaha si lamenta delle prestazioni di Kawasaki e KTM, ma tempo fa si presentò con la R3 con 330 cc di cilindrata contro le CBR300 e le Kawasaki Ninja 300. Gli fu anche permesso di omologare una centralina sostitutiva (GET) invece di usare la centralina di serie come avrebbero dovuto…
Ora si dice che i costi di gestione delle Supersport 300 siano aumentati per colpa delle prestazioni di KTM e Kawasaki. E’ vero, ma solo per quanto riguarda la KTM, mentre il costo di acquisto della Ninja 400 è simile a quello della Yamaha R3. KTM ha probabilmente approcciato il Campionato come fece quando entrò in Moto3 e la Honda si arrabbiò. Presentò una moto che costava più del doppio della NSR250 e sbaragliò la concorrenza fino al momento in cui HRC decise di fare le cose sul serio.
Ora KTM non vince più in Moto3 da due anni e le Honda sono sempre davanti. Se la Federazione Motociclistica Internazionale non riunirà tutte le Case e le metterà d’accordo, i costi si alzeranno sempre di più e il Campionato prenderà un’altra piega. L’unica strada percorribile sarebbe quella di imporre alla Case di realizzare una versione R pronto gara della propria supersportiva 300-400 di cilindrata e stilare delle regole ben precise e stabili per qualche anno per non aumentare vertiginosamente i costi.
Nel frattempo Kawasaki ha omologato una centralina aggiuntiva (Rapidbike) per correre con la Ninja 400 e vedremo ancora un dominio Kawasaki-KTM anche per la gara di Assen. La distanza di una settimana dalla gara di Aragon non ha permesso fisicamente alla FIM di porre un rimedio. Bisogna quindi fare un plauso alla Federazione Motociclistica Italiana che ha dimostrato attraverso la sua strategia conservativa sulle prestazioni di queste due moto (KTM e Kawasaki) di livellare moltissimo le prestazioni. Anche se la sensazione è che la Ninja 400 crescerà moltissimo, a breve.
La Superstock 1000 è da sempre una delle classi più combattute del Campionato Mondiale SBK e lo ha dimostrato anche quest’anno. Sembra proprio, ahimè, che il prossimo anno questa classe non esisterà più e lo si vede: ridotto il numero dei Team partecipanti, pochi piloti interessanti. Reiterberger ha vinto la prima tappa, ma… valutiamolo dopo la seconda o terza gara perché Scheib ha dimostrato di potergli stare davanti, così come Sandi e Tamburini.
Mi aspettavo un Salvadori della partita, ma alcuni problemi (imprecisati) lo hanno visto non partecipare ad alcuni turni di prove libere e quindi valutiamo anche lui a partire dalla gara di Assen. Le Yamaha R1 sembrano essere inferiori a BMW, Ducati e Aprilia. Marino ha svolto il “compitino”, Andreozzi gli è arrivato a ridosso e potrebbe dargli fastidio più di qualche volta arrivandogli davanti, come già è successo lo scorso anno nel CIV.