MotoGP, Le Mans: Marquez sugli altari, Dovizioso nella polvere
Vince Marc-capolavoro perde Andrea-disastro...
E’ solo una tappa, si dirà, solo il quinto round dei venti in programma di questa MotoGP che a Le Mans ritrova appieno in Marc Marquez il proprio straordinario eccelso padrone. Su un circuito apparentemente semplice ma “tecnico”, infido e traditore, Marquez trionfa alla grande per la terza volta consecutiva in questa stagione ipotecando senza se e senza ma il titolo di campione del mondo 2018.
Sì, la strada è ancora lunga e polverosa ma la superiorità del binomio campione del mondo in carica (38 volte 1° in MotoGP, al pari di Stoner) è netta (1° in classifica con 95 punti con 36 punti di vantaggio sul 2° Vinales , 37 sul 3° Zarco e 39 sul 4° Rossi mentre Dovizioso è precipitato 9° con 49 punti di gap) con una moto che ha recuperato il gap di elettronica del 2017 e con un pilota in super palla che non ha perso niente della propria classe e irruenza iniziali guadagnando però in maturità tattica e strategica, oggi anche con la scelta ottimale della gomma dura posteriore.
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A Le Mans, quindi, Marquez sugli altari e Dovizioso nella polvere. Vince Marc-capolavoro perde Andrea-disastro. L’ennesimo successo di Marquez che conferma il proprio status di fuoriclasse contrapposto al nuovo passo falso di un grande campione cui però manca sempre il quid vincente per la definitiva consacrazione nell’Olimpo iridato della classe regina.
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Se sulla precedente caduta di Jerez si poteva discutere rispetto a come era stata innescata la carambola con Lorenzo e Pedrosa, qui a Le Mans l’errore con botto porta inequivocabilmente la firma del Dovi. Una caduta che ci sta (oggi a terra anche Iannone e Zarco) e nulla toglie al valore complessivo del pilota ma che pesa sul suo non stratosferico palmares e incide assai negativamente sulla possibilità di conquistare questo titolo mondiale.
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Un nuovo zero, soprattutto, che pesa nella psicologia altalenante del pilota e del Team. La firma – gestita a corrente alternata – del nuovo contratto biennale fra l’asso forlivese e la Rossa bolognese non ha avuto dunque lo sbocco desiderato, mancando il bagno di champagne spettante solo a chi sale sul gradino più alto del podio. Ducati resta protagonista della MotoGP come dimostrato anche oggi a Le Mans dalla fuga iniziale, ammirevole ma infruttuosa, di Lorenzo punto nell’orgoglio, e dalla prestazione maiuscola di un umile di gran manico qual è Petrucci che si tiene alle spalle non un signor nessuno (Rossi) e merita (anche) di più dalla Casa di Borgo Panigale.
Sì, la Rossa resta al top nella classe regina, ma resta pur sempre… seconda (quando va bene). In classifica, dopo Le Mans, la prima Ducati è quella di Petrucci, 7° posto a un abisso dal primo, la seconda è quella del Dovi, nella nebbia del 9° posto, come già scritto sopra. Quando i coriandoli finiscono a terra, questa è la realtà. Colpa del destino cinico e baro? Evidentemente c’è qualche granello negli ingranaggi che frena il meccanismo che divide il trionfo annunciato dal trionfo realizzato. Al Mugello passa l’ultimo treno. Dovi e la Rossa non possono perderlo.