Mugello, il “nodo” Lorenzo: per la Rossa, zavorra o valore aggiunto?
Per la Casa di Borgo Panigale, in particolare per il suo management, è un momento delicato...
Ducati arriva al Mugello per ripetere con Dovizioso il bis del 2017, una vittoria di prestigio e di gran peso che rilancerebbe il binomio italiano nella corsa al titolo iridato MotoGP. Pilota e moto sono qui particolarmente competitivi, pronti per quella grande impresa che in questa fase sarebbe davvero provvidenziale, una manna dal cielo per cancellare dubbi e polemiche e far parlare i fatti. La situazione è nota.
Per la Casa di Borgo Panigale, in particolare per il suo management, è un momento delicato, dopo l’epilogo positivo ma non senza strascichi polemici del contratto con il Dovi e con ancora da sciogliere il nodo Lorenzo: non solo chi sarà il suo sostituto nel 2019, ma soprattutto come sarà gestito da adesso in avanti il rapporto con il maiorchino, con ancora ben 15 gare da disputare.
Al Mugello, si sa, non si dorme. Stavolta soprattutto non dormirà tranquillo, alla vigilia, lo staff dirigenziale della Rossa. La classifica iridata, pur derivata da soli primi cinque Gran Premi effettuati, non è così corta come si ripete per tentare di lenire una situazione che dire problematica è poco. Il pilota oggi number one della Casa bolognese, Dovizioso, è al 9° posto (46 punti) con un distacco dal capo classifica col vento in poppa Marquez (95 punti) di ben 49 punti. Altre due Ducati (satelliti più o meno) sono più avanti: Petrucci è 5° (54 punti) e Miller è 6° (49 punti) con davanti gente come Rossi 4° (56), Zarco 3° (58), Vinales 2° (59), cioè una specie di barriera che non sarà facile scavalcare.
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Ovvio che Ducati punti tutto sul Dovi sapendo che al Mugello o c’è la riscossa con una corsa d’attacco da terminare sul gradino più alto del podio, o – specie se Marquez proseguisse nel suo iter trionfale – la strada di questo campionato sarebbe irrimediabilmente compromessa innescando una situazione dagli sbocchi oggi imprevedibili. Non solo. C’è, come dicevamo sopra, il nodo (scorsoio) rappresentato da Lorenzo e da come sarà affrontata in pista una situazione di divorzio di fatto, peraltro fin qui maldestramente diretta da Borgo Panigale.
Inutile girarci attorno: Jorge può essere ancora un “jolly” di grande utilità nell’economia del Campionato, addirittura il “valore aggiunto” della Ducati, o diventa una zavorra, rappresenta una bomba ad orologeria? Da qui la domanda scomoda: Ducati è contenta o no che già dal Mugello Jorge ritrovi il bandolo della matassa tornando protagonista in corsa e magari utile al compagno di squadra Dovizioso? Non è una domanda di lana caprina.
Il maiorchino non è un rookie: pur senza aver domato la Rossa resta un fuoriclasse capace – specie se con la luna dritta – di ogni prodezza e soprattutto non è pilota da “mordicchia” essendo il prototipo dell’incarognito, una vecchia volpe che – se convinto di aver subito un torto – ripaga con la stessa moneta. Se Lorenzo prosegue con prestazioni negative, Ducati si trascina per 15 gare iridate un “peso morto”. Se invece Lorenzo torna il campione per cui è stato profumatamente pagato, Ducati dimostra di avere ancora una volta toppato. Qui siamo. C’è da sperare che il rosso sugli spalti del Mugello trovi la migliore risposta in pista e sul podio.