I sistemi di guida assistita hanno problemi con moto e biciclette
Dai test del Touring Club Svizzero emerge che i sistemi di guida assistita delle auto non sono ancora sufficienti per proteggere ciclisti e motociclisti.
Gli ultimi test del Touring Club Svizzero parlano chiaro: i sistemi di guida assistita di cui sono dotate le auto di ultima generazione riescono ad identificare bene moto e bici che viaggiano precedendo l’auto, ma hanno più di un problema se il mezzo a due ruote è a bordo della carreggiata o è fermo. E il rischio di incidente è alto, se non interviene prontamente il guidatore.
Il TCS ha testato i sistemi montati a bordo dei veicoli Audi, Mitsubishi, Mercedes-Benz, Volvo, Volkswagen. Dai risultati emergono buone performance se la moto o la bici si trovano davanti l’auto: tutti i sistemi testati hanno riconosciuto il mezzo, hanno rallentato e se necessario anche frenato.
I problemi sono sorti quando la due ruote non si trovava esattamente di fronte l’auto, cioè in curva o se era ferma a bordo strada. Questo perché tutti i sistemi testati funzionano con tecnologia Radar, che ha un raggio d’azione ad arco: massimo di fronte il centro dell’auto, minore man mano che ci si allontana verso destra o sinistra.
“Se il veicolo a due ruote viaggia al centro della carreggiata – si legge nella nota del TCS – è di regola avvistato prima e in modo più sicuro rispetto a quello che circola sul lato destro o sinistro della strada. Per contro, tutti i sistemi sono risultati meno efficaci nell’individuare un veicolo a due ruote in curva: quasi sempre, in un primo tempo, è stato riconosciuto, ma poi è stato perso di vista“. Cioè il sistema di guida assistita perde efficacia quando moto o bici si allontanano dalla linea ideale che parte dal centro del cofano dell’auto.
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Ancora peggio se il mezzo a due ruote è fermo sulla carreggiata: con tutti i sistemi testati, tranne quello a bordo delle Mercedes, hanno richiesto l’intervento del guidatore per evitare l’incidente: quando il mezzo a due ruote era fermo sulla carreggiata, infatti, i sistemi “montati sull’Audi e sulla VW non l’hanno nemmeno avvistato, tanto che la collisione è stata evitate solo grazie a una manovra di scansamento del conducente. Il sistema della Mercedes-Benz ha riconosciuto la due ruote ferma al centro della carreggiata, ha innescato un segnale acustico e reagito con una frenata completa, mentre non c’è stata nessuna reazione per una due ruote ferma sul bordo destro o sinistro della strada“. Se un motociclista si ferma a bordo carreggiata, quindi, alcuni sistemi di guida assistita non lo vedono.
Il sistema di guida assistita della Mitsubishi, invece, ha riconosciuto il mezzo a due ruote al centro della carreggiata ma non ha fermato l’auto: ha emesso un segnale acustico e ottico. Quello della Volvo non ha frenato e ha lanciato un segnale soltanto ottico.
Cade giusto a pennello il nuovo brevetto registrato nei giorni scorsi da Ford, riguardante una nuova tecnologia di guida assistita in grado di identificare e gestire una moto che cambia corsia, proviene da dietro l’auto o altre situazioni in cui il radar potrebbe essere “cieco” e non vedere la moto. In questo brevetto Ford prevede di utilizzare anche, ma non solo, il radar: altre tecnologie utili a rilevare lo spostamento di una moto sono infatti (e il brevetto le cita) il LIDAR e il sonar.