SBK, Misano 2018: Gara 1 è di Rea. Anche il Mondiale. Ducati e Aprilia sul podio

Cambia il teatro di gara, non cambia invece il vincitore, anzi il trionfatore.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 7 lug 2018
SBK, Misano 2018: Gara 1 è di Rea. Anche il Mondiale. Ducati e Aprilia sul podio

Ancora un monologo di Rea, dunque, sul gradino più alto del podio anche nell’assolata Gara 1 del nono round iridato SBK a Misano, dopo una corsa in testa dalla prima curva fin sotto la bandiera a scacchi, di fatto con avversari costretti a subire la superiorità del binomio iridato.

In verità Davies (+2.791) e Laverty (+3.700) meritano l’onore di chi conquista il secondo e terzo gradino del podio, di fatto il rispetto dovuto ad avversari battuti che mai hanno dato pensiero al fuoriclasse nord irlandese, davvero ineguagliabile e assoluto dominatore anche sul circuito in riva all’Adriatico. Le vittorie stagionali dell’alfiere della superba Kawasaki salgono così a nove (in totale 63 e la numero 5 a Misano!) e i punti di vantaggio su Davies salgono a 80 e ancor più pesante il gap degli altri concorrenti: è l’annunciata conferma che con solo quattro round davanti (più Gara 2 di domani) il titolo mondiale 2018 è davvero ipotecato, pur se matematicamente ancora aperto.

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Vista così, il trionfo di Rea anche stavolta può apparire facile, se non scontato. Ma ancora una volta è il risultato del compagno di squadra, il poleman Sykes, dimostra che la “verdona” – pur assai competitiva anche con l’handicap di questi regolamenti-bluff, senza il manico di Rea non sarebbe così avanti: Tom è giunto oggi in Gara 1 quinto (6.713) ed è attualmente quarto in classifica generale (207 punti contro i 345 di Rea) dietro a Van Der Mark (228) e a Davies (265) e davanti a Lowes oggi due volte a terra (183) e a Melandri (177), Fores (164), Laverty (105), Razgatlioglu (96), Savadori (83).

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I numeri, in questo caso, diventano sentenze. Ducati non va oltre la difesa, ultimamente con un Davies rinfrancato ma non troppo, consapevole che la lotta, se va bene è per il secondo posto, essendo il gradino più alto del podio prenotato da Rea. Chaz, peraltro, oggi scattato dalla terza fila per il non eccelso tempo in qualifica, deve oggi alla sua bella rimonta e soprattutto alla sbavatura finale di un ritrovato Laverty (Aprilia) – podio bis dopo Laguna Seca- la piazza d’onore.

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Positivo, comunque, ritrovare in alto Ducati e Aprilia, seppur fra la trionfatrice Kawasaki. Meno positivo, anzi assai deludente, la prestazione delle altre Ducati Casa, specie quella di Melandri, costretto a gareggiare col motore nuovo dopo il ko nelle FP4, alla fine solo settimo (+ 12.375), e sempre più lontano dall’ormai dimenticato trionfo iniziale 2018 di Phillip Island.

Detta papale papale, al netto delle “disgrazie” ripetute, Marco appare, se non in disgrazia, non più pilota col dente avvelenato, inadeguato alle ambizioni di una Casa qual è Ducati che si trova davanti al ravennate una sua moto satellite quella di Fores. Nel 2017, in Gara 2, Marco vinse una splendida gara. Sarà capace di bissare domani il miracolo? Dopo gli ultimi exploit (ben tre vittorie) non hanno mantenuto le aspettative le Yamaha, ko – come già detto – con l’irruento Lowes e fuori podio con Van Der Mark, ben più pimpante lo scorso anno. Non bene Honda, MV Agusta e Bmw, con Baz a terra alla prima curva. E il pubblico? Pare proprio che qui oggi ci fosse stato il divieto d’ingresso. Solo al CIV c’è meno gente. Domani il pienone? Gara 2, start h. 13. Il resto in cronaca.

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