MotoGP e TV-business, l'importanza di Valentino Rossi...
Se in Formula 1 la Ferrari è in testa, l’Italia si ferma davanti alla tv, così è per la MotoGP con Rossi...
A proposito, come vanno gli ascolti tv della MotoGP? Benissimo, bene, così così o addirittura male? A dire il vero, con questa storia di “mischiare” i dati fra quelli di Sky (esclusiva live) e quelli di TV8 (gara in differita) non è sempre così semplice interpretare i numeri ufficiali forniti. Comunque, la diretta MotoGP del Sachsenring ha ottenuto un ascolto medio di 1.039.938 spettatori (929.000 per il precedente GP di Assen) con il 7,54% di share e 1.449.176 spettatori unici.
La differita su TV8 alle 21.35 quindi… “fuori tempo massimo” ha messo davanti alla tv 1.116.117 spettatori medi con il 6,35% di share e 2.089.831 spettatori unici. Quindi, tirando le somme, fra Sky e TV8 la MotoGP ha avuto oltre due milioni di spettatori (2.156.055) con un leggero incremento di oltre 100 mila persone rispetto al GP d’Olanda (2.025.000). E’ questo lo zoccolo duro dei telespettatori italiani della MotoGP? Un raffronto interessante è quello con i dati della MotoGP del Mugello 2018 con la bellezza di oltre 4 milioni (4 milioni e 81 mila) su Sky (1 milione e 294 mila spettatori medi) e TV8 (2.787.000 con share del 17,8% contro i 3.315.00 sul digitale del 2017), il miglior dato fin qui, probabilmente imbattuto per l’intera stagione.
La morale? Che quando la MotoGP è trasmessa tutta “in chiaro” ci sono oltre 4 milioni di telespettatori, cioè 2 milioni e mezzo di telespettatori in più, a dimostrazione che gli italiani “appassionati” di motociclismo non amano la… pay-tv tant’è che c’è un calo addirittura del 50% circa quando TV8 trasmette il GP in differita. Restano comunque dati di tutto rispetto confermati dal raffronto, ad esempio, con il Giro d’Italia, dove le lunghe e ben condotte dirette Rai (quindi non a pagamento) godono di un ascolto medio per tappa di oltre 1.500.000 di telespettatori con oltre il 15% di share, con gli arrivi sempre oltre i 2 milioni (share vicino al 30%) e con il “tappone” ben sopra i 3 milioni di spettatori (41%!).
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I dati del Tour de France sono ancora più sostanziosi. Se si aggiungono il “digital”, le dirette radiofoniche ecc. i dati diventano imponenti a dimostrazione del forte gradimento e dell’attenzione del pubblico televisivo per il ciclismo (Giro d’Italia e Tour in particolare): ciò grazie allo sforzo produttivo Rai, alla qualità dei suoi telecronisti e opinionisti e ai contenuti editoriali.
Per la cronaca, il calcio resta in Italia lo sport number one con il picco dei Mondiali appena conclusi: complessivamente le partite sulle tre principali reti Mediaset su cui sono state trasmesse (Canale 5, Italia1, Canale 20) hanno avuto 285,8 milioni di spettatori con una media di 4.465.859 spettatori a partita (share medio del 27,6%). Pur senza l’Italia in campo c’è stato un record di ascolti, con il picco della finalissima di quasi 12 milioni con share del 66%! Il motociclismo (leggi MotoGP) non è più la “cenerentola” dello sport, c’è e si vede, ma ce ne ha ancora di pagnotte da mangiare!
Oggi, si sa, il motociclismo show-business vive soprattutto grazie ai profitti derivanti dai diritti televisivi (ad esempio in Italia per l’esclusiva tv Sky paga a Dorna oltre 17 milioni di euro annui, contratto in scadenza…). Va con sé l’importanza di un pilota-star come Valentino Rossi, il pilota più vincente e carismatico degli ultimi 20 anni, emblema di questo motociclismo televisivo, non più racchiuso nell’angusto perimetro dello zoccolo duro degli appassionati “duri e puri” sugli spalti dei circuiti.
Se in Formula 1 la Ferrari è in testa, l’Italia si ferma davanti alla tv. Così è per la MotoGP con Rossi. Nel bene e nel male i dati tv confermano, quindi, il “peso” di Rossi: quando l’asso pesarese non lotta per il podio gli ascolti tv (non solo in Italia) crollano mediamente di oltre il 30%. Ciò ha, ovviamente ricadute negative – leggi business – su tutto l’ambaradan del Motomondiale. Il promoter Dorna gestisce una torta dal valore annuo di oltre 250 milioni di euro di cui oltre il 30% (quasi 100 milioni!) derivano dalla “presenza” di Valentino Rossi competitivo. Se si aggiunge che la VR46 l’azienda del Dottore, gestisce oltre i diritti di immagine dell’asso pesarese anche il merchandising di diversi importanti piloti del Circus nonché con l’Academy il vivaio dei “giovani leoni”, non è difficile capire quanto oggi Rossi incida nel Motomondiale targato Dorna. Ecco perché il dorato Circus, compresi i suoi avversari in pista, “tifa” per un Valentino “immortale”.
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