Misano Ducati WDW, gran pubblico per la sfida delle “leggende” sulla V4

Diciamo subito che il WDW, la tradizionale grande Festa Ducati in scena questo week end all’autodromo Marco Simoncelli di Misano, merita il successo (anche) di pubblico che ha perché l’idea è buona...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 21 lug 2018
Misano Ducati WDW, gran pubblico per la sfida delle “leggende” sulla V4

Diciamo subito che il WDW (World Ducati Week), la tradizionale grande Festa Ducati in scena questo week end all’autodromo Marco Simoncelli di Misano, merita il successo (anche) di pubblico che ha perché l’idea è buona, perché è bene organizzata, perché i motivi di interesse non mancano e perché la Rossa è nel cuore di tanti appassionati.

Poi si svolge a due passi dalla riviera turistica super affollata anche da motociclisti che in pochi minuti possono fare una capatina in autodromo e ritornare, contenti, in spiaggia. In particolare il successo di pubblico (paddock e alcune tribune affollate) per la “Race of Champion” dimostra quanto sia forte il rapporto fra pubblico, appassionati, utenti Ducati con le Rosse – specie qui oggi con la nuova attesissima ammiraglia V4 che nel 2019 sarà nel WSBK – con i suoi campioni della MotoGP e della Superbike: Lorenzo, Dovizioso, Pirro (vincitore della corsa-show), Rabat, Melandri, Fores, Miller, Rinaldi e l’applauditissimo 49enne Troy Bayliss oltre a Chaz Davies, purtroppo non in corsa perchè infortunato.

Ciò detto, non pochi appassionati, specie sui social, hanno posto anche polemicamente una domanda: perché oggi a Misano tanta gente e nel precedente mondiale SBK spalti vuoti? La domanda è legittima ma rischia di innescare una polemica di lana caprina perché si mettono a confronto manifestazioni assai diverse sotto tutti gli aspetti. Ma in questa sede non serve elencarle anche perché qui più volte trattate in particolare nelle nostre analisi sulla crisi della SBK.

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Potremmo chiuderla qui dicendo che ogni iniziativa ha il pubblico che si… merita. Importante che ognuno quando esce dalla manifestazione sia soddisfatto e porti nel cuore un pezzo che aggiunga valore alla sua passione contento di poter dire a se stesso e agli altri: “Io c’ero”. Ciò vale quando si è da soli o vicino ai “4 gatti” e vale anche quando si assiste alla MotoGP con altri 150 mila aficionados. E’ evidente che, specie gli organizzatori della SBK – ma ciò vale sempre per tutti i promoter – debbano porsi la domanda perché un evento ha un certo richiamo e un altro no, perché uno sale di interesse e invece un altro scende.

Qualcosa – l’identità? – manca oggi alla SBK che non tira come tirava prima, all’epoca dei Troy Bayliss. Non è certo il pubblico di oggi del WDW che può rispondere a questa domanda né risolvere il problema. La “guerra” dei numeri è insensata e non serve a nessuno. Gli appassionati, caso mai, vanno assommati (convincendoli della bontà degli aventi) e non “rubati” da una manifestazione all’altra. In altre parole gli appassionati di oggi del WDW dovrebbero assistere al WSBK e al Motomondiale e viceversa. Che la festa continui. Non solo nel magnifico WDW.

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