MotoGP, Rossi deluso “suona la sveglia” a Yamaha

Proprio ieri, alla vigilia della gara, il “Dottore” ha parlato senza peli sulla lingua, di fatto mettendo a nudo i limiti tecnici della Yamaha e quelli strategici della sua dirigenza.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 10 ago 2018
MotoGP, Rossi deluso “suona la sveglia” a Yamaha

Con i primi due turni di prove libere inizia oggi al Red Bull Ring di Spielberg il GP d’Austria, undicesimo round iridato 2018 dei 19 in programma. Per la MotoGP è un appuntamento molto atteso, anche in ottica campionato. Si tratta di capire meglio se contro Marquez non c’è più niente da fare (leader in classifica: 181 punti contro i 132 di Rossi, i 113 di Dovizioso, i 109 di Vinales, i 105 di Lorenzo ecc.) o se l’ultima “doppietta” delle Ducati domenica scorsa a Brno costituisce il segnale di riscossa delle Rosse e la possibilità di riacciuffare il binomio in testa, e se Valentino Rossi ha ancora chance iridate o è “fuori gioco”, con le M1 in affanno.

Proprio ieri, alla vigilia della gara, il “Dottore” ha parlato senza peli sulla lingua, di fatto mettendo a nudo i limiti tecnici della Yamaha e quelli strategici della sua dirigenza. A dirla tutta, nella sua analisi critica, il fuoriclasse pesarese è andato oltre, mettendo addirittura in dubbio la volontà di recupero e di rilancio della Casa di Iwata:

“Bisogna capire quanto la Yamaha abbia voglia di tornare a vincere e quanto voglia investire. Mi sembra che Ducati e Honda, negli ultimi tempi, abbiano investito più risorse, sia nelle persone che nei test team. Non credo che a Yamaha manchi nulla ma deve impegnarsi al massimo”

.

Un pietrone nello stagno. Una critica durissima che diventa una accusa mirata sapendo che Yamaha non vince da oltre 20 gare e in ogni round fatica a battersi per il podio. E’ la cartina del tornasole di una Yamaha avvitata tecnicamente su se stessa in un situazione di campionato non priva di ambiguità, sostanzialmente illusorio: quel secondo posto in classifica generale è appeso a un filo di lana, il risultato fin qui delle qualità di Valentino (veloce e regolare) e del suo modo “conservativo-difensivo” di correre nonché (anche) delle… sfortune altrui.

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Vale sa bene che così non regge e invece di pensare di attaccare la leadership di Marquez rischia di non poter più contenere l’assalto delle Ducati. Insomma, Rossi è uscito allo scoperto, lanciando l’allarme, suonando la carica. Bisogna dare atto a Valentino di essere “coraggioso”, non solo in pista. I tempi sono cambiati e nel motociclismo de: “I giorni del coraggio” nessun pilota (anche di prestigio e pluri titolato) si sarebbe potuto esprimere così bruscamente tirando “le orecchie” alla propria Casa.

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Persino Agostini mai avrebbe osato tanto nei confronti della MV Agusta, in primis del Conte Domenico. Tant’è. Rossi non teme niente e nessuno e fa bene. Adesso si tratta di capire se ha pienamente ragione Valentino nel bocciare la M1 e chi nella Casa dei tre diapason decide le linee strategiche MotoGP (“Servirebbero – tuona Vale – persone capaci di prendersi delle responsabilità e anche dei rischi”) o se in Yamaha non siano invece del tutto convinti che il problema sia… la moto. In medio start virtus?

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