MotoGP, Rossi insiste nelle accuse a Yamaha

Il primo atto della volontà di svolta è dato dall’arrivo in squadra dell’Ing. Michele Gadda ex Marelli, uno dei “maghi” dell’elettronica fin ora in forza al team SBK...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 22 ago 2018
MotoGP, Rossi insiste nelle accuse a Yamaha

Dai mugugni del 2017, Valentino Rossi era passato nei primi test stagionali a velate critiche nei confronti della Yamaha, ferma – a dire dell’asso pesarese – nello sviluppo. Poi, via via che il campionato 2018 non procedeva secondo i suoi desideri e le sue aspettative con Marquez in fuga e le Ducati sempre più al top, le critiche sulla non competitività della M1 venivano pesantemente rivolte alla Yamaha mettendone di fatto in dubbio la volontà di recuperare (“Honda e Ducati hanno Team da Formula 1” – tuonò il Dottore. “Io sono in gran forma, la Yamaha no: mi chiedo quanto Yamaha abbia voglia di vincere”) come se corressero per … hobby! Insomma, critiche durissime (in altre epoche da cartellino rosso se non con le due righe di “benservito”) che aumentavano invece di diminuire, tramutate in dardi acuminati quanto velenosi, vere e proprie accuse ai vertici di Iwata.

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Tant’è che, con una mossa non certo improvvisata ma studiata a tavolino, e comunque inconsueta se non azzardata, o per dirla alla romana, una… “paraculata” (perché nella cultura Jap ci si scusa sempre per uscire con onore da situazioni imbarazzanti e alla fine con giravolte poco onorevoli si dà la colpa … agli altri) Yamaha – per bocca del project leader Kouji Tsuya – faceva apertamente autocritica, di fatto confermando la giustezza delle critiche di Rossi (ma anche di Vinales: “Impossibile divertirsi sulla M1”) ma annunciando anche propositi di recupero.

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Il primo atto della volontà di svolta è dato dall’arrivo in squadra dell’Ing. Michele Gadda ex Marelli, uno dei “maghi” dell’elettronica fin ora in forza al team SBK dove c’è libertà di sviluppo su centralina e programmi di controllo – per mettere in condizione i suoi piloti ufficiali di battersi alla pari dei loro principali avversari. I recenti test svolti domenica a Misano (Lorenzo è stato il più veloce…) in vista del GP d’Inghilterra di questo fine settimana non pare abbiano prodotto la svolta auspicata lasciando di fatto – dicitur – tutto come prima. O peggio. Perché alla vigilia di Silverstone Rossi, rimangiandosi i propositi dopo l’Austria (“Abbiamo già parlato troppo”) è tornato ad esternare la propria delusione lamentando ancora problemi di elettronica (cioè di trazione) affermando ai microfoni di Motogp.com: “Voglio sapere se Yamaha vuole vincere. E come lo vogliono”. Addirittura, stante il quadro negativo, mettendo in dubbio dopo il 2020 il proprio sodalizio con la Casa di Iwata.

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Insomma, le critiche di Valentino, sempre più dirette e pesanti nei confronti della Casa dei tre diapason, si sono trasformate oramai in una vera e propria ossessione? Perché? Al di là della difficile situazione contingente è oggi oggettivamente credibile una “critica-accusa” rasoterra a Yamaha, ritenuta fino al 2017 il riferimento e tutt’ora seconda con Rossi in classifica generale e non certo bastonata in gara, con il pesarese o a podio o a ridosso del podio, forte di una invidiabile continuità cui manca però il guizzo vincente? Di Vinales, Lin Jarvis dice: “Maverick è giovane, deve imparare a gestire le situazioni difficili”. Come dire, la moto avrà i suoi problemi ma il pilota ci mette del suo a … non metterci una pezza.

Un segnale anche per Valentino, l’intoccabile? Pesa anche – come non dirlo? – un Johann Zarco sulla Yamaha satellite spesso davanti ai piloti ufficiali. Una domanda s’impone: non è che questa “costanza” di rendimenti sia … esagerata, frutto di gare fin troppo “attendiste” con Rossi non più in grado di… “cambiare passo” tornando il leone d’assalto del tempo che fu? Come per la moto si parla di dettagli per stare al top, per guadagnare quei due decimi per entrare nel terzetto di testa, è altrettanto fondamentale l’apporto del pilota che deve essere capace di metterci del suo per sopperire al gap del mezzo, quando c’è. Non si può restare vincolati al concetto che quando si vince vince il pilota e quando si perde perde la moto. Aspettando una bella corsa sul bagnato…

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