Moto3, qualifiche “baraonda”. E’ l’ora della Superpole?
Oggi in Moto3 partecipano piloti giovani e giovanissimi in sella a moto che i regolamenti tecnici restrittivi hanno messo (quasi) tutte sullo stesso livello di competitività con tempi sul giro assai vicini l’un con l’altro...
Ad Aragon la MotoGP si è presa tutto lo spazio mediatico lasciando alle altre categorie solo briciole. I “nostri” piloti sono rimasti a bocca asciutta, senza vittorie, anche se ben sei italiani sono saliti, in gran spolvero, sul podio delle tre categorie.
Il ritorno alla vittoria del “cannibale” Marquez, la forte ma vana resistenza di Dovizioso, la improvvida caduta di Lorenzo alla prima curva dopo il via e le accuse a caldo del maiorchino contro il catalano futuro compagno di squadra in Honda e il successivo “lieto fine” (per ora), la via crucis di Rossi e Vinales sulle Yamaha in affanno, il ritorno sul podio del ritrovato Iannone, l’incoraggiante sesto posto dell’Aprilia di Espargaro, l’opaca prestazione del ducatista Petrucci ecc. hanno reso la “classe regina” ancora più … regina mettendo all’angolo Moto2 e Moto3.
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Quest’ultima classe, in particolare, merita una ulteriore riflessione, non tanto legata al risultato di gara già ampiamente trattato da Motoblog, ma rispetto a quel che è accaduto sabato con le penalizzazioni comminate (e comunicate solo domenica mattina…) a ben 13 piloti per “comportamenti irresponsabili” nelle qualifiche, una mannaia che ha indubbiamente condizionato la gara e il risultato finale. Non vogliamo dire che senza il pesante intervento della “famosa” MotoGP Stewards Panels Jorge Martin non avrebbe centrato la sua sesta vittoria stagionale.
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Lo spagnolo del Team Gresini avrebbe avuto, però, la vita più dura (i suoi diretti rivali sono stati costretti a partire dal fondo griglia) non certo esibendosi nella cavalcata solitaria di cui peraltro è stato eccellente protagonista. Salta subito agli occhi, diciamo così, una questione di metodo, con le penalizzazioni della direzione gara date (o almeno rese pubbliche anche ai diretti interessati) non il sabato dopo i fatti ma addirittura la mattina del giorno dopo, pochi minuti prima del Warm Up impedendo ai diretti interessati persino di ribattere alle accuse. Serve davvero tutto questo tempo per le verifiche? Non solo. Di fronte a quasi metà dei concorrenti penalizzati risulta evidente la inadeguatezza dei regolamenti.
Oggi in Moto3 partecipano piloti giovani e giovanissimi in sella a moto che i regolamenti tecnici restrittivi hanno messo (quasi) tutte sullo stesso livello di competitività con tempi sul giro assai vicini l’un con l’altro fino a trovare i primi 10 se non addirittura i primi 15 nello spazio di mezzo secondo o poco più. Ciò porta i “giovani leoni” della classe cadetta, – in particolare in qualifica – oltre che a rischiare oltremodo, a cercare in pista il pilota più veloce per farsi tirare e limare, così, il proprio tempo sul giro acquisendo la casella dello start più avanti possibile.
Nel finale del turno di qualifica del sabato i piloti (oramai quasi tutti!) rallentano l’andatura in cerca di un aggancio, cioè di una scia per lanciarsi o semplicemente per sfruttare un concorrente più veloce. O addirittura tutti sono fermi nel proprio box in attesa che i due-tre piloti più veloci entrino in pista così da seguirli rischiando anche di non fare più in tempo per il giro veloce, come è già accaduto di recente. Sono spesso (sempre?) gli stessi team, invece di dissuadere i propri piloti, a spronarli verso questa “pratica” ad alto rischio di cadute e di penalizzazioni.
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Inoltre, la direzione gara fa oramai di tutta un’erba un fascio penalizzando chi rallenta per cercare la ruota giusta per la scia più veloce e chi invece rallenta proprio per uscire dalla scia o per non permettere agli avversari di succhiare la propria ruota, come ad esempio è successo ad Aragon proprio a Marco Bezzecchi, poi retrocesso insieme ad altri 12 piloti di ben 12 posizioni e ad alcuni anche di più. Insomma in pista c’è un gran carnevale: trenini, zig zag, rallentamenti, finte di ogni tipo in una baraonda dove a dominare, oltre a molti piloti che si fanno beffa dei regolamenti e della regola del buon senso e del rispetto, sono il pressapochismo e la spada di Damocle usata non si sa come e perché.
I richiami, ma anche le penalizzazioni, non risolvono il problema che va affrontato alla radice, modificando le qualifiche della Moto3. Le strade sono (almeno) due: o si copia quel che già si fa in MotoGP con le Q2 e le Q1 dividendo il “gruppone” o si copiano le qualifiche adottate per anni in Sbk con la Superpole: in pista solo un pilota alla volta, un giro di riscaldamento e un giro di lancio. Stop. Tertium non datur.
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