SBK, Rea: ennesimo titolo iridato, ennesima “doppietta”
Una ulteriore dimostrazione, quella data qui al Magny-Cours dall’asso di una Kawasaki comunque sempre competitiva, di gran forza, per non dire di assoluta superiorità nei confronti di avversari.
Insaziabile e imprendibile, Jonathan Rea firma l’ennesima doppietta dopo aver conquistato già ieri con la vittoria di Gara 1, in grande anticipo, il suo quarto titolo mondiale consecutivo. Una ulteriore dimostrazione, quella data qui al Magny-Cours dall’asso di una Kawasaki comunque sempre competitiva, di gran forza, per non dire di assoluta superiorità nei confronti di avversari (non di tutti) che ci provano a fermare le cavalcate trionfali del “cannibale” ma, inutilmente.
Rea se li “pappa” tutti in un sol boccone, con una guida di straordinaria potenza e maestria che vale da sola il prezzo del biglietto e l’attenzione e il plauso di tutti gli appassionati. Vincere 69 corse iridate in dieci stagioni di mondiale bruciando ogni record della SBK toglie a chi commenta la possibilità di usare aggettivi e agli avversari ogni velleità di vittoria. In questo senso, gli avversari di Johnny il “cannibale”, pur continuando ad incamerare sconfitte – pochissime le eccezioni – possono andare … fieri di essere battuti non da un bravo pilota ma da un … “alieno”.
[img src=”https://media.motoblog.it/9/9f8/jr-action.jpg” alt=”SBK Magny-Cours, Rea trionfa e chiude il campionato: 4° titolo!” size=”large” id=”921017″]
Per cui il secondo arrivato diventa il primo dei … terrestri. Anche oggi in Gara 2 nemmeno le solite furbate di regolamenti-bluff imponendo al vincitore di Gara 1 la “retrocessione” in terza fila hanno modificato di una virgola i valori in campo. Come un fulmine, Rea si è buttato subito sugli avversari, saltando fino alla quarta posizione, poi alla terza in bagarre con Melandri e Van Der Mark, quindi, bruciati l’italiano e l’olandese, alla seconda posizione e infine, dopo una bella schermaglia…. “accademica” con il pur coriaceo ma sconsolato Chaz Davies (un mostro in staccata pur con la spalla ancora non a posto) è balzato al comando bevendosi il ducatista nella impossibile chicane Nurnburgring e filando diritto in solitaria fin sotto la bandiera a scacchi.
Missione compiuta. Si può volere di più da Rea e dalla sua Kawasaki? Dei battuti, si salva solo Davies. Melandri addirittura alla fine non riesce a contenere l’assalto di Sykes (quarto), non proprio il massimo per entrambi vedendo quel che i loro compagni di squadra (Rea e Davies) hanno fatto.
E dietro? Possiamo girare e rigirare la frittata ma la sostanza non cambia. Non si butta via il sesto posto dell’Aprilia di Savadori e non si buttano via i duelli nelle retrovie. Ma, appunto, parliamo di seconda, terza e quarta linea, cioè – come detto – di comprimari. La classifica, con ancora davanti quattro gare (due round), non lascia spazio a fantasie: Rea (470 punti), Davies (335), Van Der Mark (309). Oggi, non è più la “verdona” – pur tutt’ora di grande efficacia -a fare la differenza ma il suo pilota (Rea). Yamaha è in costante miglioramento e Ducati regge con il bicilindricone aspettando il V4. Il 2019 è lontano ma, con questi chiari di luna, chi può pensare che la musica cambi davvero?