MotoGP, pagelle. Marquez trionfale accende il “trenino”. Solo Dovi resiste
GP di Thailandia, le pagelle della MotoGP di Massimo Falcioni.
La gara: voto 8+. MotoGP senza fantasia. Marquez la salva con il suo tocco magico. Grazie anche al Dovi-tosto. I tre giri finali salvano la corsa. E’, però, la solita “gara trenino”, anche piacevole ma di dubbia sostanza tecnica e agonistica. Questa è la MotoGP, questo passa il convento dorato. I piloti girano al risparmio altrimenti le gomme non arrivano alla fine. Non è (solo) questione di caldo. La “locomotiva” è Marquez che guida sopra i problemi (la sua Honda ha un filo in meno in accelerazione) e senza sbuffare dà lo strappo finale e punta trionfante alla stazione iridata numero 7. Senza l’alieno, la Rossa sarebbe mondiale. Yamaha, resurrezione o mix favorevole? Un plauso ai tifosi locali, felici come una Pasqua per il “loro” bollente GP. Applaudire tutti si può fare. Costa uguale.
Marquez: voto 10+. L’asso della Honda (voto 10-) è oggi l’emblema dell’arte di correre in MotoGP. Nell’attacco decisivo alla “5” dell’ultimo giro Marc piega in curva con la forcella a pacco, l’anteriore in controsterzo e la ruota dietro sollevata, tiene la corda, fa la curva ed esce in testa. E, piccolo dettaglio, vince la gara col sorriso. Marameo! Arte. A Motegi il primo match point per l’iride n° 7.
Dovizioso: voto 9+. Se vale sempre il monito di Enzo Ferrari: “Il secondo è il primo degli sconfitti” il Dovi non può ribadire: “Felice di mettere in crisi Marquez”. E’ questo l’obiettivo della Rossa (voto 10+)? Dovi l’osso duro, c’è. E non molla. Ma il number one è un altro. La staccata a “babbo morto” ha valore se non è la manovra… “disperata”.
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Vinales: voto 8+. Riporta la Yamaha sul podio dopo un inseguimento lineare e senza sbavature, “favorito” anche dal passo del trenino dei fuggitivi. Per Maverick aver “bruciato” Rossi vale più del podio. Forse.
Rossi: voto 7+. Illude ma non si illude. L’asso pesarese è realista: “Non bisogna accontentarsi di un buon risultato”. La vittoria resta una chimera. A rischio anche il terzo posto in classifica. E il podio di Vinales “brucia”. I primi due sono fuori tiro.
Zarco: voto 6+. Il suo quinto posto a 1”2 da Rossi e a 2”5 da Vinales dimostra che la Yamaha non ha fatto poi qui progressi tecnici necessari per tornare competitivi al top. Anche il harakiri di Pedrosa aiuta la classifica.
Rins: voto 6-. Non fa nessun azzardo. Anzi neppure ci prova. Sta al ritmo “ciuf-ciuf” della corsa appagato nel tenersi (ben) dietro il compagno (si fa per dire) Ian. Chi s’accontenta (non) gode.
Crutchlow: voto 5-. Cade nella “trappola” del passo blando imposto dai primi. Kal è pilota duro, d’assalto, non passista da clessidra. Nel cambio ritmo, poi, non ha risposto.
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Bautista: voto 6+. Dopo la moto stra ufficiale del Dovi, quella di Alvaro è la seconda Rossa al traguardo. Poco? Con il “benservito” della MotoGP per l’avventura in SBK non è poi così poco.
Petrucci: voto 5-. Delusione, ancora delusione. Il Petrux arranca e non convince. Semaforo giallo o cartellino rosso? Urge svolta. Altrimenti si entra nel 2019 dalla parte (o dalla porta) sbagliata. Dai!
Iannone: voto 4. Sbaglia lo start e solo lui sa cos altro (la media anteriore?). Sotto ogni aspettativa, fra i dondolanti vagoni di coda del trenino. Con la Suzuki (voto 6+) di Rins in ben altra posizione. L’Andrea fra alti e bassi. Anzi, più bassi che alti.
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