MotoGP Sepang, forfait di Lorenzo. Musi lunghi in Ducati
Il polso infortunato in Thailandia fa male e l’intervento chirurgico fatto, almeno per ora, non ha risolto il problema...
A meno di un miracolo Jorge Lorenzo non sarà al via del GP della Malesia. Anzi, darà forfait senza neppure disputare le ultime prove di sabato e le qualifiche. Così, dopo le due sessioni delle libere, il maiorchino alza bandiera bianca.
Il polso infortunato in Thailandia fa male e l’intervento chirurgico fatto, almeno per ora, non ha risolto il problema. Antidolorifici e setting elettronico più “morbido” non sono serviti a lenire il dolore e il cronometro è impietoso con cinque secondi di gap. “Non posso forzare la frenata e nei cambi di direzione sono lento”. Non manca la stoccata polemica – una frecciata velenosa – dell’asso spagnolo nei confronti della Casa di Borgo Panigale: “Va ricordato che in Thailandia sono caduto non per colpa mia, ma perché è successo qualcosa nella moto a livello tecnico che mi ha fatto cadere”.
Già, qualcosa. Ma cosa? Non è dato sapere. Top secret. Viso tirato di Jorge. Musi lunghi nel box Ducati. Ma come non credere alle parole del pilota che comunque ci ha provato dimostrando, oltre la buona volontà, il grande desiderio di non chiudere così, con rospo nel gozzo, il sodalizio con la Rossa? Tutto rinviato nell’ultimissimo round di Valencia. Almeno si spera. E adesso? Il bolidone Rosso del maiorchino passerà nelle mani di Michele Pirro cui brillano gli occhi per la grande opportunità, peraltro non senza rischi rispetto al risultato.
Qui la Desmosedici, seconda nelle combinate del venerdì con Dovizioso e sesta con Petrucci, è attesa a una grande prova, anzi, al “colpaccio”. Inutile dire che Pirro deve fare la sua gara e ogni risultato va bene. E’ così? Con una moto di quel livello non si può non fare tempi di valore in qualifica, non si può non fare una gara di grande dignità. Il minimo sindacale non basta, non è accettabile.
Per Pirro e per Ducati, il gioco (questo gioco) vale davvero la candela? Perché, data la situazione, non si taglia la testa al toro affidando di nuovo la moto di Lorenzo – dopo la superba prestazione di domenica scorsa a Phillip Island – ad Alvaro Bautista? Non lo permette il ginepraio contrattuale Casa, team, sponsor e quant’altro? Volere è potere. O forse va bene così. Perché Bautista – capace di battersi per il podio – potrebbe però “fare ombra” al Dovi, il “number one” su cui a Borgo Panigale puntano tutte le carte per Sepang, per Valencia, per il 2019, la stagione attesissima de: “O la va o la spacca”.
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