MotoE, parte la sfida “elettrica”. E' vera sfida?

Fra pochi giorni, dal 23 al 25 novembre, i nuovi piloti con le moto marcate ENERGICA assegnate ai sette team scenderanno in pista a Jerez per il primo test ufficiale.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 15 nov 2018
MotoE, parte la sfida “elettrica”. E' vera sfida?

La neonata iridata Coppa Moto E non fa anticamera e dal 2019 entra direttamente, con lustrini e fanfara, nei piani alti del motociclismo agonistico, addirittura nel Circus del Motomondiale. La prossima stagione, come noto, la nuova categoria riservata alle moto con propulsore elettrico, gareggerà nel mondiale (solo cinque round in Europa) la domenica mattina, subito dopo il warm-up della MotoGP e prima della gara Moto3.

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Fra pochi giorni, dal 23 al 25 novembre, i nuovi piloti con le moto marcate ENERGICA assegnate ai sette team scenderanno in pista a Jerez per il primo test ufficiale. Già, i piloti. Uno schieramento di 18 corridori (per ora?) tra debutti e ritorni in pista di un certo interesse, soprattutto mediatico, ma non senza… imbarazzanti interrogativi sulla validità dei contenuti tecnico-agonistici e sulle motivazioni di tale scelta specie per piloti tutt’ora di alto potenziale.

Insomma, l’impressione è che con l’aria (di crisi) che tira c’è chi preferisce tentare questa avventura piuttosto che rimanere a piedi. Tutto qui? Tutto qui, più o meno. In griglia, fra gli altri, ci saranno il quasi 47enne Sete Gibernau, i “seniores” Nicolò Canepa, Randy De Puniet, Kenny Foray, Alex De Angelis, Nico Terol, Mike Di Meglio e “juniores” quali Mattia Casadei, Matteo Ferrari, Maria Herrera ecc. con l’aggiunta della (ex?) promessa del mondiale SBK Lorenzo Savadori.

Tutta gente, intendiamoci, che sa guidare (e come!) una moto da corsa: alcuni di questi piloti (i più giovani e potenzialmente più forti) potrebbero però pagare salatissima questa loro scelta nel proseguo della loro carriera. I piloti, e prima di loro i Team (di gran nome: Gresini, Tech 3, Lcr, Alma Pramac, Avintia, Angel Nieto, Sepang ecc.) non hanno saputo resistere alla possibilità della nuova sfida e soprattutto non sono rimasti insensibili al tintinnio della moneta. Il promoter Dorna, si sa, se vuole è convincente assai, sfoderando l’arma irresistibile di un assegno con molti zeri. Patron Ezpeleta, geniale e avveduto grande capo della società che tira i fili dell’intero ambaradan iridato, fa le cose in grande, specie quando annusa il grande business che, in questo caso, potrebbe presto rendere… “robetta da poveretti” il già dorato mondo rombante che oggi ruota attorno alla MotoGP.

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L’architrave del nuovo campionato, si sa, è marcato ENI, il colosso dell’energia che punta anche sulla MotoE racing quale strumento promozionale per spingere l’avvio dell’era dell’elettrico, intesa – fin troppo ottimisticamente – quale toccasana per risolvere i complessi problemi dell’inquinamento atmosferico attraverso la riduzione delle emissioni. Ovviamente il successo (tutt’altro che scontato) delle corse motoristiche con propulsori elettrici favorirebbe l’immagine dei nuovi propulsori ad energia elettrica, spingendo la produzione di serie, quindi il mercato.

Una sfida colossale che, come altre volte in passato, mette in campo forze e investimenti adeguati, cioè montagne di soldi dove anche l’ultima (sostanziosa) briciola fa gola. Due piloti-simbolo del motociclismo, Valentino Rossi e Max Biaggi, non pare siano entusiasti del nuovo corso “green”. Il 9 volte campione del Mondo ha detto la sua, senza peli sulla lingua: “Non mi piacciono le moto elettriche, così come le auto elettriche. Non credo che il motorsport abbia qualcosa a che vedere con questa tipologia di mezzi”. E Max il Corsaro: “Capisco la Formula E auto, meno la MotoE”.

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Il “FIM Enel MotoE World Cup” sarà un campionato monomarca (per contenere i costi, si dice) con prototipi forniti dall’azienda modenese ENERGICA, moto denominate EgoGP, strettamente derivate dalla Ego, il top della sua gamma stradale. La moto è equipaggiata con un motore sincrono a magneti permanenti raffreddato ad olio con una potenza dichiarata di 110 KW (circa 147 cv) e una coppia di 200 Nm, una accelerazione da 0 a 100 Kmh in 3 secondi e una velocità massima di 250 Kmh e peso complessivo di 240 kg senza pilota. Non c’è né cambio né frizione: c’è il ride-by-wire che consente in accelerazione di dosare la coppia erogata dal motore mentre in frenata c’è il recupero di energia. Pacco batterie agli ioni di litio da circa 20 Kw/h. Peso delle batterie circa 110 Kg. (il motore della MotoGP pesa circa 55 Kg). Telaio in tubi d’acciaio e forcellone in alluminio. Non torniamo sui problemi tecnici già affrontati su Motoblog.

Allo stato della fiera si può dire che l’elettrico avrà un successo crescente per la mobilità urbana, (scooter, ciclomotori, veicoli commerciali, vetture car-sharing, oltre i mezzi pubblici ecc.), non altrettanto per le moto stradali di alte prestazioni. E per le corse? Gli attuali problemi tecnico-tecnologici (e di costi) non consentono nel breve-medio periodo uno sbocco positivo. C’è da sperare che, almeno per la curiosità, la “Coppa E” piaccia agli appassionati negli autodromi e al grande pubblico davanti alla tv. Auguri!

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