Moto3, Can Oncu, il turco 15enne scuote il motomondiale: il futuro è già oggi?

Così Oncu scuote il motociclismo, per un risultato tanto sorprendente quanto significativo che lo consegna alla storia di questo sport.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 19 nov 2018
Moto3, Can Oncu, il turco 15enne scuote il motomondiale: il futuro è già oggi?

Toc-toc, bussa forte, senza chiedere permesso Can Oncu il quindicenne turco che ieri ha trionfato nel diluvio di Valencia in Moto3 mettendosi dietro il neo campione del mondo Jorge Martin. Così Oncu scuote il motociclismo, per un risultato tanto sorprendente quanto significativo che lo consegna alla storia di questo sport. Se non richiamasse a vicende drammatiche e nefaste degli anni 1400-1600 quando il meridione italiano era depredato dai pirati Ottomani, il grido delle popolazioni aggredite: “Mamma li turchi” potrebbe tornare di attualità, ovviamente privato dei suoi contenuti drammatici e negativi. Anzi, stavolta si tratta di una ventata d’aria nuova per il motociclismo capace di abbattere frontiere ed aprirsi concretamente con i fatti interpretando al meglio l’era della globalizzazione.

La pioggia di Valencia di ieri è niente rispetto alla pioggia di record che questo trionfo di Oncu porta con sé. Per la prima volta nella storia del Motomondiale – di fatto per la prima volta di sempre – sul pennone più alto è salita la “mezzaluna” della bandiera della Turchia. Ciò grazie a questo pilotino turco di 15 anni e 115 giorni, debuttante nel mondiale, sceso in pista grazie a una speciale licenza da “wild-card” quale premio per il suo recente trionfo nel campionato internazionale promozionale “Rookies Cup”.

Nessun sentimentalismo, per carità. Qui si tratta di un ragazzino (anche il fratello-gemello Deniz più basso di 20 centimetri corre alla grande e sarà come Can al via del mondiale Moto3 2019) che passa in un baleno, grazie alla cavalcata trionfale di Valencia, da semplice promessa a “giovane leone” che punta diritto ad essere fra i protagonisti del prossimo mondiale della categoria cadetta, non escludendo niente, neppure il “colpaccio” del titolo nella stagione del debutto.

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Siamo in presenza di un giovanissimo talento, poco più di un “galletto” ai primi graffi che però lasciano il segno e tracciano un percorso, potenzialmente di grandi prospettive. Ma nessun frutto nasce e prospera senza essere coltivato. In questo caso c’è dietro un Team – il Red Bull Ajo Ktm – e un “movimento” che in un Oriente asiatico sempre più dilatato e almeno su alcune questioni assai vicino, comincia a dare i frutti anche nel nostro sport.

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Oncu entra così nella storia del motociclismo mondiale togliendo il record di pilota più giovane vincitore di un Gran Premio a Scott Redding e rinverdendo gli exploit di chi come lui in passato aveva trionfato al debutto: il giapponese Nobby Ueda (1991) e il venezuelano Jonny Cecotto (1975). Sin dagli inizi del 1949, il Motomondiale è stato terreno di conquista dei piloti europei (in primis italiani, inglesi, tedeschi, svizzeri, irlandesi, olandesi, austriaci, francesi), poi sono arrivati gli spagnoli, gli australiani, i giapponesi, i cecoslovacchi, i rhodesiani, i venezuelani, quindi gli americani e adesso ecco i “giovani turchi” pronti ad aprire a nuovi ingressi (piloti di altri paesi orientali e non solo) e a nuovi scenari, oggi impensabili. Torneremo ad approfondire un argomento ricco di interesse ma anche di interrogativi. Intanto non si può non gridare: bravo Oncu!

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