MotoGP test Valencia, chi parte con il piede giusto e chi no. Ecco perché

Due giorni di prove al Ricardo Tormo con gran lavoro di Team e piloti, a dimostrazione che i test, pur da prendere con le molle rispetto ai reali valori in campo, non sono tempo perso sul piano tecnico...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 22 nov 2018
MotoGP test Valencia, chi parte con il piede giusto e chi no. Ecco perché

Valencia, test MotoGP chiusi dopo due giorni di sole pur se con aria fresca e asfalto freddo per la pioggia notturna e sberle di vento. La stagione 2019 prende così il “via” e fra una settimana a Jerez il 28 e 29 novembre ci sarà la seconda sessione invernale di test 2018. Poi una pausa di due mesi e di nuovo in pista, prima a Sepang dal 6 all’8 febbraio 2019, quindi a Losail dal 23 al 25 febbraio dove sullo stesso circuito il 10 marzo ci sarà la prima gara iridata della nuova stagione.

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Ma torniamo ai due giorni di prove al Ricardo Tormo con gran lavoro di Team e piloti, a dimostrazione che i test, pur da prendere con le molle rispetto ai reali valori in campo, non sono tempo perso sul piano tecnico e soprattutto sono una passerella mediatica utile al Circus, in particolare agli sponsor. Ripetiamo: questi primi test non sono inutili ma non vanno enfatizzati. Anche i tempi fatti segnare dai “debuttanti” nella classe regina – in primis Bagnaia (bene anche Morbidelli)- pur essendo indubbiamente “promettenti” (Pecco, coccolato da Ducati, si è subito ben adattato al nuovo bolide e alla nuova squadra) altro non dimostrano – ovviamente oltre a confermare il potenziale del neo iridato Moto2 – la … “facilità” di poter “guidare bene” la MotoGP portandola rapidamente su valori più che buoni.

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Altra cosa sarà quando si tratterà di togliere il “mezzo secondo” decisivo per il salto di qualità, poi via via il decimo e la manciata di millesimi che faranno la differenza. Si vedrà. D’altronde che non sia facile facile lo dimostra ad esempio un pilota non certo alle prime armi quale Andrea Iannone, due volte a terra al debutto sull’Aprilia, costretti dall’inizio a cambiar… carene. Insomma, vista l’altalena dei tempi con alcuni subito al top (Vinales, Dovizioso, Marquez ecc.) e altri più guardinghi (Rossi, Lorenzo ecc.) e altri ancora in difficoltà (oltre a Iannone, Zarco su Ktm ecc.) c’è da pensare che queste prime due giornate al Ricardo Tormo siano state fruttuose per capire meglio la “base” di partenza – dove mettere le mani per migliorare – utile per i vicinissimi nuovi test della prossima settimana a Jerez.

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Non tutti vanno a Jerez sullo stesso livello. Honda ha dimostrato con le sue due nuove moto di essere “ben messa” – su quale delle due si punterà? – a conferma che con Marquez sarà ancora il binomio da battere. Lorenzo, oltre a ripetere il suo modo di procedere nello sviluppo “per gradi” in sella alla moto per lui inedita, non è ancora a posto fisicamente, per il polso non ok. Ducati ha confermato di essere sulla buona strada per incrementare l’ottimo livello di competitività precedente.

Dovizioso e Petrucci sono fiduciosi ma ci vanno con i piedi di piombo prima di sbilanciarsi sul futuro. Idem Yamaha, che partiva più indietro per le note difficoltà delle M1, in pista con due nuovi motori – a Jerez ci sarà anche il terzo – (e altro) da far allungare la… lingua a Vinales (chi fa primo parla per primo…) e a far tornare il sorriso a Rossi perché entrambi i driver sono contenti della prima nuova specifica del propulsore e perché la moto va meglio in frenata e tiene meglio la linea in curva. Ktm e Aprilia, pur su piani diversi, sono ancora costrette ad inseguire. Tant’è.

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Torneremo presto ad analizzare il tutto. Comunque c’è una tabella ufficiale dei tempi e a quella ci atteniamo. Maverick Vinales è davanti a tutti. Per questa performance non si vince niente ma male non fa – tutt’altro! – se non altro sul piano psicologico e per i gran sorrisi che si vedono sui visi di tutta la squadra. Il tempo del pilota Yamaha (1’30.757) –pista asciutta ma temperature aria e asfalto rigide – è migliore della pole dell’ultimo round di Valencia 2018 fatta dallo stesso Vinales (1’31.312) – pista umida – anche se il giro più veloce sul circuito spagnolo resta quello del 2016 di Jorge Lorenzo (Yamaha): 1’29.401. MotoGP al passo del gambero? Verosimilmente è la conferma di quanto detto sopra sulle potenzialità e al contempo sui limiti dei test.

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Dietro a Vinales ci sono il Dovi (Ducati) con un gap di 133 millesimi, Marquez (Honda) staccato di 154 millesimi. Quindi Miller, Petrucci (Ducati), Morbidelli (Yamaha), Rins (Suzuki), Nakagami, Rossi (+614 millesimi), A. Espargaro (Aprilia) + 643 millesimi. Primo oltre la top ten Bagnaia (+648 millesimi) miglior debuttante, poi Lorenzo (+827 millesimi) e via via tutti gli altri come già spiegato in dettaglio nel post di cronaca su Motoblog di ieri sera.

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