Piloti con la “valigia”: Corser, Pasini, Pagliani e tanti altri… a piedi. Perché?
Quanti piloti a dicembre, sono ancora senza una sella nelle varie categorie e nei vari campionati, su su fino ai mondiali? Tanti.
Non è questione di età, ma è questione di soldi. A cosa ci riferiamo? Ai piloti che per correre pagano e a quelli che “senza la valigia” restano a piedi. E’ una storia che si ripete ma lascia sempre l’amaro in bocca a chi pensa che è solo il “manico” il pass decisivo per entrare in una buona squadra con moto competitive e lascia delusi chi crede in un motociclismo “limpido” tutto passione, abbracci e baci.
L’ultimo, in ordine di tempo, a scoprire gli … “altarini” è il due volte iridato SBK Troy Corser, il 47enne australiano di gran classe e carisma deciso a rientrare come pilota nel giro mondiale, pur se nella MotoE, la nuova categoria di moto elettriche che nel 2019 scenderà in pista in un “mondialino” in cinque round europei inserita fra le classiche cilindrate Moto3, Moto2, MotoGP.
Troy si è offerto a varie squadre – Ajo, Pons, Gresini – che erano pronti ad accoglierlo solo se l’asso australiano avesse portato “la valigia”. “Tutti volevano soldi – ha raccontato Corser all’online Speedweek – ma io non pago niente, casomai voglio guadagnare quando corro perché sono più in forma adesso di quando avevo 30 anni. Non è questione di età. Gibernau corre con Pons e ha un anno meno di me. Sono deluso da questi rifiuti”. E’ il motociclismo show-business, bellezza!
Quanti piloti, ancora a dicembre, sono ancora senza una sella nelle varie categorie e nei vari campionati, su su fino ai mondiali? Tanti. Qui facciamo riferimento, oltre al veterano Corser, al 22enne Manuel Pagliani (Moto3) e al 33enne Mattia Pasini (Moto2). Non ha fatto notizia il fatto che nell’ultimo round del Mondialino Cev Moto3 a Valencia Manuel Pagliani, l’unico pilota che poteva ancora battersi con Raul Fernandez per il titolo, non c’era, lasciando quindi via libera allo spagnolo che ha così messo fino al dominio italiano (Foggia, Dalla Porta, Bulega) delle ultime tre stagioni.
Pagliani, pilota del forte team spagnolo Leopard, ha dato forfait nell’ultima gara non perché “infortunato” ma per imprecisate “questioni personali” che possono tradursi in… “questione di soldi”. Già. Ora, senza entrare nel merito di beghe note quanto ingarbugliate, il rischio è che il 22enne ex “tricolore” Moto3 Pagliani possa restare fuori dal giro internazionale nel 2019, ovviamente per mancanza di budget. Non è, questo del pilota con la valigia, una realtà limitata a un pilota (Pagliani) o a una categoria (Moto3 Cev o Civ), come dimostra, appunto, anche l’ultimo esempio nel Mondiale Moto2, dove il pur validissimo ed esperto … Pasini, rischia di rimanere fuori dal campionato 2019.
Già altre volte, in precedenza, Pasini ha rischiato di rimanere o è riamasto “a piedi”, come nel 2012 quando – con 29 podi, 10 vittorie 2 12 pole nel suo carnet – fu liquidato dall’allora suo Team Speed Master. “Ho portato i miei soldi, ho venduto dei beni persino la macchina e mi hanno lasciato a piedi”. Ecco nel 2019 il bis del 2012: “Sono uno dei cinque piloti che nel 2018 ha vinto almeno una gara – dice Mattia – e mi sono giocato la vittoria in più occasioni. Al momento sono a piedi, ma non porterò la valigia, mettere i soldi per correre non mi rappresenta.”.
Potremmo continuare con una lista assai lunga. Si ripropone, cioè, la annosa questione dei piloti “con la valigia”: o porti soldi o stai a piedi. C’è sempre un altro corridore – più bravo o meno bravo di te, – pronto a sostituirti, soldi in mano. Qui, a differenza di chi cerca giustificazioni arrampicandosi sugli specchi (“è così perché c’è la crisi economica”, è così “perché i costi delle corse sono aumentati” ecc. ecc.), il nodo sta alla radice di come oggi è strutturato il motociclismo ai vari livelli, in una piramide dove la passione è la “spinta” per iniziare il “gioco” ma dove sono i soldi a reggere il tutto.
Se non hai la valigia, specie ai primi passi, non puoi crescere. Da ciò si capisce quanto il motociclismo sia complesso e non certo privo di contraddizioni e di verità anche scomode: sport, oltre che (molto) rischioso, anche (molto) costoso. E più si sale costa, ma costa tanto (troppo!) anche nei primi gradini dei campionati minori, falcidiando sul nascere proprio il vivaio, senza il quale non c’è futuro. Non solo. Senza passione e senza talento non si sfonda ma oggi senza un bel gruzzolo non si può neppure partecipare alle prime garette in minimoto, figurarsi più su dove servono una moto e una struttura tecnica adeguate al tipo di campionato e alle proprie… ambizioni. Torneremo presto con un altro articolo per approfondire la realtà e con un terzo articolo per capire come era il motociclismo decenni addietro.
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