MotoGP, non solo show: budget da “classe regina”
Correre costa, correre in MotoGP costa molto perché qui c’è il massimo livello delle tecnologie e delle professionalità e c’è una gestione dell’intero “ambaradan” che richiede budget adeguati, assai elevati.
Countdown per la MotoGP 2019 che fra pochi giorni darà il via alla nuova stagione con le presentazioni dei principali Team e subito dopo con i primi test ufficiali in pista. A meno di un mese dalle prime prove invernali di Sepang (6-8 febbraio) e a due mesi esatti dalla prima gara di Losail in Qatar (18 marzo) il prossimo 18 gennaio Ducati presenta le nuove Desmosedici Gp19 in Svizzera (Neuchatel).
Seguirà Honda il 23 gennaio a Madrid, quindi Yamaha il 4 gennaio a Giacarta e Ktm il 12 febbraio a Mattighofen (Austria). Quindi Suzuki e Aprilia. Queste presentazioni sono soprattutto “vernissage”, operazioni di marketing, utili per la promozione e la valorizzazione di Case, Team, Sponsor.
In altre parole i tanti soldi investiti per far girare la “baracca” – in questi casi per gestire un Team – devono cominciare a “rientrare” sotto forma di pubblicità (il cosiddetto ritorno pubblicitario: do ut des) che è quantificabile in… moneta misurando gli spazi ottenuti sui media e l’audience tv. Insomma il primo anello di una catena che si svilupperà poi nei test in pista e soprattutto nelle 19 gare del campionato ben sapendo che i risultati fanno la differenza anche nel rapporto investimenti-benefici: chi vince ha ritorni di immagine e di pubblicità (cioè di soldi) moltiplicati rispetto agli altri, a scalare.
Correre costa, correre in MotoGP costa molto perché qui c’è il massimo livello delle tecnologie e delle professionalità e c’è una gestione dell’intero “ambaradan” che richiede budget adeguati, assai elevati. Ecco. Quanto costa correre in MotoGP per una Casa e per un Team? Nessuno lo sa perché le variabili sono tante e perché nessuno mette in piazza i propri conti.
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Rispetto al motociclismo de: “I giorni del coraggio” oggi correre costa molto molto di più ma al contempo le entrate sono aumentate di conseguenza. Una volta tutte le grandi Case correvano economicamente in perdita (pagavano tutto di tasca propria, anche la benzina dei loro bolidi) mentre oggi a fronte di grandi uscite ci sono grandi entrate: da sponsor, dall’organizzatore del campionato, dai diritti tv ecc. Una girandola di denaro che alimenta il business dove, almeno apparentemente, tutti guadagnano – anche le briciole per gli ultimi non sono da buttar via – e nessuno ci rimette.
Si sa, invece, che è una ristretta piramide “dorata” dai piedi d’argilla, con una ampia base che paga tutto, per tutti. A mo’ di esempio, si può dire che oggi una Casa come Honda investe nelle corse molto molto di più della MV Agusta (la Casa più impegnata e vincente nelle corse degli anni 50-70 che finanziava il suo reparto corse grazie alla propria divisione munifica, quella degli … elicotteri) in un rapporto almeno di dieci a uno ma che – al di là delle dimensioni assai diverse delle due aziende – di fatto il bilancio della Casa giapponese non va in rosso dato il meccanismo delle entrate da sponsor, contributi Dorna ecc.
Impossibile stabilire quanto investe una Casa per correre in MotoGP in un determinato numero di anni. Anche perché tale investimento travalica l’area racing in quanto è utile per la stessa produzione di serie ed è quindi spalmabile nel tempo e sul prodotto. Non è facile neppure stabilire i costi reali di una stagione in MotoGP.
Serve sempre un termine di paragone: in questo caso prendiamo la Formula 1 dove il budget varia molto da team a team. Sono cifre da prendere con le pinze. Nel 2016 (ultimi dati a disposizione) la scuderia Mercedes vincitrice del titolo ha investito (dicitur) un budget di 265 milioni di sterline facendo … “pari” (ricavi per 265 milioni grazie ai 50 milioni di Daimler, ai 133 ricevuti dalla FOM, agli 85 milioni da sponsor di cui 35 solo da Petronas). Ferrari ha speso di più: 330 milioni di sterline (bilancio in rosso di 30 milioni: 300 milioni le entrate di cui 150 milioni dalla FOM, 150 da sponsor, la metà da Phillip Morris ecc.).
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In Formula 1 ci sono Team anche con 500 persone impegnate complessivamente con salari medi di circa 50.000 euro l’anno. Il ”sistema” delle corse non cambia molto fra Formula 1 e MotoGP: è praticamente lo stesso ma in dimensioni minori. Le voci di spesa della F1 sono le stesse – cambiano le quantità – di una Casa e di un Team in MotoGP: ideazione progetto, produzione e sviluppo di motori e moto-prototipi inediti e sofisticati; compensi per piloti, ingegneri, meccanici, addetti marketing, hospitality, uffici stampa: trasferte e trasporto personale e materiali, infrastrutture e materiali, test, carburanti; spese di rappresentanza e iniziative promozionali come ad esempio la presentazione pre campionato dei Team ecc.
Oltre al supporto finanziario dei grandi Sponsor c’è anche quello importante dei materiali grazie agli sponsor tecnici, utili per il loro contributo allo sviluppo (benzina, elettronica, sospensioni, gomme ecc.) e per evitare al Team-Casa ulteriori esborsi in denaro. Così come in F1 c’è lo scontro fra “Davide e Golia” – la “piccola” Ferrari di fronte ai colossi mondiali – anche in MotoGP è lo stesso, ad es: Ducati di fronte alle Case giapponesi.
La globalizzazione e le acquisizioni internazionali hanno modificato e modificano il rapporto fra “piccolo” e “grande” perché anche Aziende considerate di “nicchia” cambiano peso facendo parte di “colossi” internazionali. Torniamo ai costi di una squadra ufficiale in MotoGP, ad esempio Ducati. La Casa di Borgo Panigale conta oltre 1500 dipendenti (poco meno di 800 concessionari in oltre 90 Paesi) fatturato (nel 2017) di 736 milioni di euro con trend positivo: + 30% negli ultimi 5 anni. Solo per i suoi due piloti ufficiali, nel 2018, ha speso 15 milioni di euro.
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E’ quanto hanno sborsato, più o meno, in casa Honda e Yamaha. In HRC-Honda lavorano direttamente sul progetto MotoGP oltre 250 persone. Il budget annuo complessivo è di oltre 100 milioni di euro, circa un quarto di un top team di F1. In Ducati è tutto più ridotto anche se la forbice non è poi così ampia come qualche anno addietro: la Casa bolognese può investire molto di più rispetto al passato perché fa parte di un grande Gruppo motoristico internazionale e perché – grazie ai grandi passi avanti in termini di competitività e quindi di risultati – ha maggiori entrate da sponsor, promoter ecc.
Una Squadra “privat” di lusso, in MotoGP conta oltre 30 persone e il costo complessivo di una stagione è di circa 10 milioni di euro a pilota, stipendio compreso (ovviamente se non è un top rider). Sono solo cenni per far capire come funziona il gioco e quanto costa il giocattolo. La corsa continua.
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