Poncharal difende KTM "anche se ridono di noi"
Il boss del team Tech3 ribadisce la sua fiducia nella casa austriaca dopo il divorzio da Yamaha: "E' un percorso, spero non sarà troppo lungo..."
Dopo quasi 20 anni insieme, il team francese Tech3 ha divorziato da Yamaha per iniziare una nuova avventura in MotoGP con KTM, ma l’alba di questa nuova collaborazione non si può certo definire “da sogno”.
Negli ultimi due test ufficiali del 2018, a Valencia e Jerez de La Frontera, i due piloti del team – il confermato malese Hafizh Syahrin e il rookie portoghese Miguel Oliveira – hanno infatti sempre stazionato nelle ultimissime posizioni della graduatoria tempi, innescando già un primo “campanello d’allarme” all’interno della squadra.
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Le maggiori perplessità, inevitabilmente, riguardano il passaggio ai prototipi del costruttore austriaco, già “nel mirino” dell’ex-pilota del team Johann Zarco che, dopo aver conquistato 3 podi nel 2018 con la YZR-M1, è rimasto tutt’altro che impressionato dalle sue prime uscite in sella alla KTM RC16 del team ufficiale.
In un mondo notoriamente privo di pazienza come quello della MotoGP, queste prime difficoltà sono già state interpretate da qualcuno come l’inizio di un periodo di “vacche magre” per il team Tech3, “colpevole” di aver abbandonato una moto e una casa già consolidate nella Premier Class (nonostante gli evidenti balbettii della M1 lo scorso anno) per scommettere sulla crescita di KTM.
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Herve Poncharal, “numero 1” della compagine transalpina, non è però dello stesso avviso e per questo si è affrettato a “gettare acqua sul fuoco” ai microfoni del britannico Crash.net:
“Questa è una grande sfida per me e per tutta la squadra, anche se molte persone ridono pensando che abbiamo fatto un grosso errore. Tanta gente dei media, ma anche persone che ci seguono “in generale”, sono venuti a chiedermi già dopo Valencia (dopo solo due giorni di test con tempo in pista limitato dal maltempo): ‘Sei deluso? Sei pentito della tua scelta?’… E alcuni sorridevano, o ridevano, e mi dicevano: ‘buona fortuna amico mio’.”
“Ma siamo solo all’inizio, dobbiamo ancora capire tante cose, quindi dobbiamo solo mantenere la calma, lavorare sodo, avere rispetto di tutti i nostri partner e cercare di offrire loro ciò che si aspettano da noi. Certo, mi piacerebbe che [i miei piloti] fossero 5 posizioni più in alto, ma dobbiamo stare tranquilli. Al momento non possiamo metterci alla caccia del “tempo sul giro”… potrebbe sembrare noioso, ma noi dobbiamo solo lavorare”.
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Tuttavia, Poncharal ha anche voluto sottolineare che la sua scelta di divorziare da Yamaha per congiungersi a KTM non è certo stata presa “a cuor leggero”, anzi…
“Questa è stata una decisione su cui ho riflettuto molto. Non concludi una partnership come quella che abbiamo avuto con Yamaha, che è durata 20 anni, senza chiederti: “E’ un errore?” “È la decisione giusta?” Ma quello che ho trovato nei nostri nuovi partner è molto eccitante, e dopo i primi giorni insieme posso dire che è esattamente come pensavo sarebbe stato.”
“Una cosa, come un pilota ma ancor di più come squadra, è unirsi a un progetto che è già vincente; un’altra è sentire che, con la umiltà, stai aiutando un nuovo progetto a crescere e a migliorare. Noi siamo felici, abbiamo molte facce nuove nel nostro box. KTM ci ha messo a disposizione il suo staff per sostenere questo nuovo team satellite in MotoGP, con persone provenienti altri case… come Ducati, ad esempio.”
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Poncharal preferisce quindi concentrare le sue attenzioni sul proverbiale “bicchiere mezzo pieno” in attesa di tempi migliori, anche se le prime uscite in pista sembrano già aver fornito alcune preziose indicazioni:
“Finora c’è stato davvero un buon feeling anche se, come dicevo, avrei voluto sicuramente essere più in alto nella graduatoria dei tempi. Ora, principalmente grazie ai commenti di Johann Zarco e di Hafizh Syahrin, i due ex-Yamaha, abbiamo scoperto che i piloti devono dimenticare quasi tutto quello che sanno su come guidare una MotoGP, perché [Yamaha e KTM] sono molto diverse.”
“Si tratta di un percorso che, spero, alla fine non sarà troppo lungo. Ma una cosa è certa: abbiamo molto lavoro davanti a noi.”
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