Moto2, Luca Marini: hic Rhodus, hic salta

Luca, sempre misurato sul basso profilo, cui stanno stretti i “panni” cuciti da un clichè che gli impone sul piano mediatico un ruolo d’assalto che lui mal sopporta.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 17 gen 2019
Moto2, Luca Marini: hic Rhodus, hic salta

La folta pattuglia dei nove “giovani leoni” italiani presenti quest’anno in Moto2 vede fra i pretendenti al titolo il 22enne pesarese nato ad Urbino e residente a Tavullia Luca Marini, fratello di Valentino Rossi.

Spilungone di 1 metro e 84 centimetri, magro come un chiodo, viso d’angelo, apparentemente timido ma con dentro il fuoco di chi sa cosa vuole e dove vuole arrivare Luca calca le scene del motociclismo internazionale dal 2004 (esordì infatti a 7 anni in Olanda nell’europeo di minimoto) percorrendo l’iter classico con le tappe del “tricolore” MiniGP, il Civ Moto3, sbarcando 17enne nel Cev spagnolo nel 2014 con il salto l’anno successivo nel campionato europeo Moto2, primo italiano all’epoca a conquistare un podio nella categoria.

Wild card a Misano nel mondiale Moto2 del 2013 con caduta alla prima curva ha faticato a crescere fino al salto di qualità (2015) nel Team Forward di Giovanni Cuzarie soprattutto con l’esplosione nel 2018: una vittoria, una pole e corse in crescendo ai vertici che, appunto, lo inseriscono fra i successori di Pecco Bagnaia e Franco Morbidelli, quindi fra i pretendenti al titolo iridato della Moto2.

Una tappa decisiva che, con il massimo risultato, potrebbe proiettare Luca in MotoGP così da esaudire un sogno: quello di ritrovarsi nel 2020 a lottare con il ben più blasonato fratello Valentino. “Bisogna stare concentrati, con i piedi per terrea, non mi sento il favorito per il 2019” ribatte Luca, sempre misurato sul basso profilo, cui stanno stretti i “panni” cuciti da un clichè che gli impone sul piano mediatico un ruolo d’assalto che lui mal sopporta.

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La Moto2 si presenta quest’anno tutta nuova, nuova Kalex, nuove gomme Dunlop, nuovo motore tre cilindri Triumph che imporrà a tutti modifiche nella guida (da “trick” come nella classe regina), nella gestione del pacchetto, soprattutto riguardo la messa a punto: insomma, un modo di pensare e di fare più vicina alla MotoGP. Torneremo presto ad analizzare la Moto2 2019.

Qui invece torniamo indietro, al 2011, quando su Motoblog piovvero insulti di non pochi lettori per aver commentato positivamente la vittoria dell’allora 14enne Luca Marini in MiniGP a Castelletto di Branduzzo. Così rivendicammo il nostro diritto di…cronaca: “ … perché Luca ha corso e ha vinto nella categoria più “grande” e “attesa” e perché è ovvio che, vivaddio, essendo il fratello del nove volte campione del mondo di motociclismo, fa, piaccia o non piaccia, notizia. O no?”.

Non solo. Quella volta, oltre alla doverosa critica contro i “super criticoni” nei nostri confronti tirammo le orecchie proprio al papà di Luca, Massimo: “che cade … nella trappola e scade allo stesso livello di chi “denigra” il giovane pilota”. Giusto, come fa Massimo Marini, richiedere l’umiltà a chi non sembra disporne in buona misura. Ma anche l’umiltà deve essere … ripartita alla pari e condita dal realismo, con senso della misura.

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Quando si scrive, riferendosi ai commenti: “Commentare senza sapere niente, senza aver visto niente … siete patetici”. E proseguire: “… di chi chiacchiera a vanvera con la bava alla bocca …” vuol dire scendere sullo stesso piano inclinato delle facili battute e buttare benzina sul fuoco”. Così chiudemmo allora la polemica: “Auguriamo, come appassionati di motociclismo, una grande carriera a Luca (e agli altri giovanissimi centauri italiani) che, però è solo agli inizi”.

Ecco perché, essendo la strada sempre lunga e polverosa, bisogna dosare le forze, specie le forze di chi gli è più vicino. Comprendiamo lo sfogo di Massimo Marini, ma, con i dritti non si vincono le corse e soprattutto, con certe sbandate (quelle dei tasti del pc) si passa dalla ragione al torto.

Possiamo dire, almeno per una volta, che avevamo visto giusto e che soprattutto aveva visto bene l’appassionatissimo talent scout romagnolo Tiziano Tomagnini quando anni fa nella Moto3 a Vallelunga mi disse: “Vedrai, Luca ha la stoffa di Valentino. Anzi, è meglio…” spiegando anche il “perché”. Quel perché, anzi “quei perché”, che io non rivelerò neppure sotto tortura. Il “fratellino” è cresciuto. Hic Rhodus hic salta.

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