MotoGP, la caduta di Lorenzo e i rischi di allenamenti e test
Se, come pontificava il Drake, “La sfortuna non esiste” esiste però la “sfiga” ultimamente impegnata – come la famosa nuvola di Fantozzi anti impiegati – a colpire particolarmente i piloti Honda, in primis le due punte di diamante della HRC.
Puntuale come un treno svizzero la cosiddetta pausa invernale colpisce ancora i piloti in allenamento stavolta riportando sotto i ferri Jorge Lorenzo. Il maiorchino, come noto, sabato pomeriggio ha subito un incidente in allenamento su un tracciato del veronese con la moto da dirt track riportando la frattura dello scafoide sinistro con il conseguente intervento chirurgico di oggi a Barcellona nella struttura del dottor Mir.
Se, come pontificava il Drake, “La sfortuna non esiste” esiste però la “sfiga” ultimamente impegnata – come la famosa nuvola di Fantozzi anti impiegati – a colpire particolarmente i piloti Honda, in primis le due punte di diamante della HRC.
Prima di questa ultima botta a danno di Lorenzo, era già toccato a Marc Marquez sottoporsi a dicembre a un delicato intervento chirurgico per la ricostruzione dei legamenti della spalla destra costringendo il 7 volte campione del Mondo a una non semplice né breve riabilitazione.
Insomma, a poche ore della presentazione del Team HRC (il 23 ottobre a Madrid) e alla vigilia dei primi test MotoGP con la tre giorni in Malesia, Honda non sembra partire proprio col vento in poppa, forse costretta a ridimensionare ob torto collo il ruolo di favoritissimi “ammazza campionato”, quanto meno nel round d’apertura.
Non bastasse, c’è anche la questione Cal Crutchlow, ancora talmente malmesso dopo il gran volo subito nelle prove ufficiali di Phillip Island da mettere in dubbio la presenza del pilota britannico ai primi test 2019 di Sepang. Insomma, allo stato attuale è ok il solo Takaaki Nakagami, miglior tempo a sorpresa degli ultimi test 2018 a Jerez. Che dire? Almeno il … “devoto” Puig un salto a Lourdes, o a Loreto, potrebbe farlo.
[img src=”https://media.motoblog.it/f/ffe/jorge_lorenzo_honda-5.jpg” alt=”MotoGP, la caduta di Lorenzo e i rischi di allenamenti e test” size=”large” id=”948296″]
Ma la pausa invernale non colpisce, evidentemente, solo i piloti Honda. C’è già una lunga lista di corridori (più o meno noti) infortunati – da Pedrosa a Rea ecc. – in allenamenti di vario tipo che ripropongono l’interrogativo su come affrontare la pausa fra una stagione e l’altra arrivando in forma alla prima gara, senza dover subire i postumi di interventi chirurgici e conseguenti riabilitazioni.
Nelle ultime stagioni ci sono state numerose e non sempre innocue cadute nei primi test ufficiali pre campionato che, però sono altra cosa dagli incidenti in allenamento durante la pausa invernale anche se a volte le (brutte) conseguenze possono essere le stesse. Le cadute non… “rafforzano” la tempra del corridore. Anzi, le cadute non fanno mai bene a nessuno (escluso l’extraterrestre Marquez?) anche perché spesso impongono un alt all’iter programmato dei test e delle gare dei campionati e un periodo di recupero per tornare in piena forma sia sul piano fisico che su quello mentale.
[related layout=”big” permalink=”https://www.motoblog.it/post/948885/motogp-2019-jorge-lorenzo-infortunio-mano”][/related]
Perché si cade e si cade anche in allenamento e nei test? Bella domanda. Qui interessa in particolare la caduta del pilota in pista, nei test ufficiali, con la “sua” moto racing. Si cade perché quando un pilota sale su una moto da corsa – in primis su una prototipo Grand Prix – affronta sempre una situazione “a rischio”, specie quando ancora nel letargo invernale prova i prototipi con soluzioni inedite (di telaio, motore, assetti, elettronica, gomme ecc.), e soprattutto perché in pista non si va mai per un giro turistico bensì per avvicinarsi il più possibile al limite. Solo cercando quel limite si verificano i “problemi” e si può ottenere la messa a punto ottimale del mezzo, altrimenti “perfetto”.
Nel motociclismo odierno, anche nella fase invernale, piloti e Team – ovviamente in modo del tutto diverso l’un l’altro – non smobilitano: sono tutti attivamente impegnati e quando si ritrovano nei circuiti per i primi test in vista della nuova stagione agonistica sono già “a posto”. Ma “quanto” – qualitativamente parlando – sono effettivamente a posto? Non c’è solo da familiarizzare con situazioni di solito sempre nuove, da ritrovare il ritmo… racing, da sgrezzare il tutto.
[img src=”https://media.motoblog.it/3/39c/jorge_lorenzo_honda-1.jpg” alt=”MotoGP, la caduta di Lorenzo e i rischi di allenamenti e test” size=”large” id=”948292″]
C’è sempre – pur in una calma e relax apparenti – quel clima di tensione e di frenesia per fare subito “bene” perché – tant’è si dica il contrario – tutti a fine giornata guardano febbrilmente il cronometro in quanto solo quello fa testo. Tuttavia, in quei primi test, pilota e Team, non hanno ancora quella “sincronizzazione” e quella “tensione” adeguata che di solito aiuta a non sottovalutare niente e a non commettere errori.
In temperatura non deve andare solo la gomma ma anche il pilota e tutta l’equipe che lo assiste. Cadere fa parte del gioco. Sono gli incerti del “mestiere”. Quanti piloti si sono fatti male in questi tipi di Test pre campionato o addirittura in allenamenti privati su moto da dirt track (come l’ultimo capitato l’altro giorno a Jorge Lorenzo), da cross, bici mountain bike, footing ecc.?
Il motociclismo odierno non concede pause, tanto meno permette che piloti e moto (e Team) si presentino impreparati alla prima gara della nuova stagione agonistica. Tutti devono essere “in tiro” e “in palla”, in grado di esprimere tutto il potenziale umano e tecnico a disposizione. Ma il pilota non è un robot. I rischi sono maggiori in un allenamento privato su moto “non racing”, magari battagliando con i soliti quattro amici … del bar.
Do you remember la brutta caduta “stradale” di Valentino Rossi? Il limite del pilota sta nel prendere spesso un po’ alla leggera allenamenti e test, sottovalutandone i rischi. Il pregio sta nella capacità del pilota di recuperare – di solito in tempi estremamente limitati – i danni fisici e mentali di un incidente, dimenticando quasi completamente l’accaduto. C’è da sperare che quello capitato al maiorchino sia l’ultimo incidente stagionale, almeno in allenamento, di una serie fin troppo lunga.
[img src=”https://media.motoblog.it/e/ea2/jorge_lorenzo-3.jpg” alt=”MotoGP, la caduta di Lorenzo e i rischi di allenamenti e test” size=”large” id=”946747″]