Pedrosa "troppo piccolo" per fare il tester Honda

Il pilota spagnolo ha spiegato come mai HRC gli ha rifiutato il ruolo di collaudatore MotoGP nonostante i 13 anni di militanza nel team ufficiale

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 21 gen 2019
Pedrosa

Dopo aver annunciato il suo ritiro dalle corse al termine della stagione 2018, Dani Pedrosa ha ricevuto diversi riconoscimenti e attestati di stima da parte di tutta la comunità della MotoGP, ma l’asso spagnolo ha anche dovuto difendersi dalle critiche a lui mosse da Alberto Puig, suo storico mentore e, dall’anno scorso, team manager di Repsol Honda, che lo aveva accusato di non essere stato all’altezza delle aspettative dello squadrone nipponico.

E così, dopo aver trascorso tutta la sua carriera nel Motomondiale in sella a moto Honda (18 stagioni in totale, di cui 13 in MotoGP con il team factory), Pedrosa ha fatto le valige ed è passato a KTM, diventando test-rider del progetto MotoGP della casa austriaca (ruolo che tornerà a ricoprire non appena smaltiti i postumi della recente doppia frattura alla clavicola).

Inizialmente si pensava che, una volta appeso il casco al fatidico chiodo, Pedrosa sarebbe diventato collaudatore per la casa giapponese, ma questa polemica con Puig è stata vista da molti come sintomo di precedenti dissapori tra i due, un fattore che quindi avrebbe spinto Pedrosa tra le braccia di KTM. Tuttavia, interrogato su questa ipotesi dal quotidiano spagnolo Marca, lo stesso 33enne catalano ha seccamente smentito:

“Le ragioni che hanno portato al mio cambio di squadra sono diverse. KTM mi ha offerto un buon progetto insieme a tutta la sua fiducia, mentre il presidente di HRC, Yoshishige Nomura, mi aveva detto chiaramente che non credeva che il mio fisico fosse quello ideale per la direzione che volevano prendere in funzione degli attuali piloti del team, Márquez e Lorenzo, entrambi fisicamente più grandi di me.”

“Hanno quindi ritenuto che Stefan Bradl fosse il pilota giusto per assolvere quella funzione (come a suo tempo suggerito da Cal Crutchlow, NdR).”

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Ed in riferimento ad Alberto Puig – suo scopritore, manager e alla fine anche caposquadra – Pedrosa ha ribadito con la sua solita signorilità di non nutrire nessuna particolare ostilità nei suoi confronti, anche se i rapporti tra i due sono ormai compromessi:

“Per quanto riguarda Alberto Puig, lui ha rappresentato una parte fondamentale della mia carriera sportiva, questo non lo negherò mai, lo sanno tutti e io non ho mai provato a nasconderlo.”

“Tuttavia, dopo gli eventi dello scorso anno, per me questo è un capitolo chiuso, non c’è bisogno di alimentare altre polemiche inutili.”

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