MotoGP Losail test: 15 piloti in un secondo. Via alle danze!
Solita raccomandazione di prendere i tempi con le pinze, non sottovalutandoli però, perché nelle corse nessuno scende in pista per fare il … turista.
Con 15 piloti nel fazzoletto di un secondo e con Maverick Vinales leader (1’54.208) si è chiusa la tre giorni di prove MotoGP a Losail, di fatto la fine dei test invernali con il GP del Qatar dietro l’angolo, primo round stagionale, il 10 marzo.
Non torniamo sulle novità viste sulle varie moto, specie nell’aerodinamica e nelle componenti telaistiche ecc. e su quelle “invisibili” ma ben presenti sulle specifiche dei propulsori.
Gran lavoro sugli assetti e, specie nel gran “fresco” e umido della notte finale, significative simulazioni di gara, impegno sul passo nonché – non fosse altro che per una questione psicologica – qualche giro a fionda per segnare il tempo più veloce possibile. Chi, improvvidamente, da tempo dava per finito il motore 4 cilindri in linea, deve ricredersi con Yamaha (1° con Vinales, 2° con Quartararo +0,233, 5° con Rossi +0,443, 7° con Morbidelli +0,452) e Suzuki (3° con Rins + 0,385) sugli scudi e con i 4 cilindri a V sulla difensiva e comunque nei primi sei migliori tempi grazie alle Honda di Marquez (4° +0,405) – “Sono pronto, ci manca un po’ di stabilità davanti” e di Lorenzo (6° +0,445) – “Sono caduto ad alta velocità e mi è andata bene, ma tutto ok, abbiamo un grande potenziale”: due piloti che incutono timore anche se non ancora al 100% fisicamente, comunque il binomio da battere in campionato.
Pur con i tempi che dicono il contrario, sia Vinales – tiratissimo in forma, uno dei pretendenti al titolo – che Rossi – temibile “vecchio leone” -restano poco convinti sui passi avanti delle moto della Casa dei tre diapason. Lo spagnolo dominatore dei test gode per le tante migliorie (specie in frenata e in percorrenza) ma si lamenta per la scarsa accelerazione e per la scarsa aderenza nel massimo angolo di piega mentre il pesarese solo al termine tenta l’assalto al cronometro salendo dalle retrovie con un gap di quasi mezzo secondo poi ripetendosi sui limiti non superati della sua M1 (“è dal 2004 che ci manca la velocità massima! Siamo forti nel time attack ma inferiori sul lungo”) pur non sottovalutando il ritrovato feeling finale capace di fargli ritrovare sorriso e speranze.
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Stupisce che c’è chi si stupisce per gli exploit di Quartararo sulla Yam Petronas e di Mir sulla Suzuki, pilota e moto senza più timori reverenziali: due giovani piloti che hanno il pedigree giusto, decisi a entrare fissi nel club della top five, pronti a battersi per il podio in ogni gara e – perché no? – a cogliere ogni opportunità per il colpaccio.
C’è da sperare che anche gli altri “nuovi” o quasi “nuovi” rodati come Morbidelli e il rookie Bagnaia, nonché l’ufficiale Ducati Petrucci (solo decimo nella combinata +0.610 ma il ternano non ha mai cercato il tempo) siano in grado di stare nei vagoni di testa di un trenino che s’annuncia infuocato. Ducati ha svolto un gran lavoro, provando tutto e di più, limitandosi a incamerare dati non scoprendo – specie con la prima punta Dovizioso 15° + 0.997 – il potenziale delle nuove Rosse, certamente superiore a quello fin qui fatto vedere in prova a Losail.
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Ktm bene con Pol Espargaro (8° +0,562) e meno bene con Zarco (19° + 1,508) seguito da Oliveira (+1,565). Aprilia 14° con Aleix Espargaro (+0.965) e 18° con Iannone (+1.135), risultati che la dicono lunga, al di là delle troppe e troppo ottimistiche dichiarazioni dei vertici di Noale, dello stato della fiera. La speranza, si sa, è l’ultima a morire. C’è da sperare che il gran lavoro fatto a tutti i livelli produca il salto di qualità e recuperi il gap tecnico, con i risultati adeguati al blasone della Casa italiana.
L’inverno MotoGP finisce qui, adesso si aprono le danze, quelle vere. I Test, va ribadito, non sono inutili sul piano tecnico e servono anche per riportare i piloti nella giusta “temperatura” racing: hanno soprattutto un valore simbolico, psicologico, ad uso e consumo del tam tam mediatico, una spinta per l’immagine e la comunicazione di piloti, Case e Team, manna dal cielo per gli sponsor. Una cosa è certa: la nuova stagione è iniziata.
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