MotoGP, i “tre squilli di tromba” di Marquez e Lorenzo
La squadra dell’Ala dorata si presenta con due piloti di straordinario valore e pedigree, con in tasca complessivamente 12 titoli iridati (7 Marquez, 5 Lorenzo), record superato solamente da un altro binomio, cioè Agostini e Read insieme alla MV Agusta nel 1973...
Nel motociclismo chi vince ha ragione e la nuova stagione MotoGP che il prossimo week end parte con il primo round a Losail pone il campione del Mondo in carica Marc Marquez nel ruolo di favorito d’obbligo, con Honda ancora più forte grazie all’arrivo in HRC di Jorge Lorenzo.
Il nuovo blasonato binomio aggiunge interesse e pepe a un campionato atteso come mai prima per i tanti motivi di interesse tecnico e agonistico più volte analizzati su Motoblog. La squadra dell’Ala dorata si presenta con due piloti di straordinario valore e pedigree, con in tasca complessivamente 12 titoli iridati (7 Marquez, 5 Lorenzo), record superato solamente da un altro binomio, cioè Agostini e Read insieme alla MV Agusta nel 1973.
La domanda, ieri come oggi, è la stessa: due fuoriclasse nello stesso Team sono uno stimolo per i singoli piloti e per la squadra o scatta in negativo la sindrome dei due “galli” nello stesso pollaio? Nessun pilota corre per perdere anche se, da sempre, ci sono piloti che accettano il ruolo di “seconda guida” nella logica: “O così o a piedi” sperando di diventare presto la “prima guida”.
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L’ultimo esempio viene quest’anno dalla Ducati con i ruoli ben definiti fra Dovizioso “capitano” e Petrucci “gregario”, se pur di lusso. Più complicate e sfumate le situazioni in Yamaha e in altre squadre. Alla fine, sempre, sono i risultati in gara e in campionato a determinare ruoli e livelli.
Ovvio che ogni Team considera il “secondo” pilota comunque un valore aggiunto e pensa che il buon senso e gli inviti – quando non l’ordine – di non aggressione reciproca possa bastare per non fare danni. Ma non è sempre così, come dimostrano mille casi, dai già citati Agostini e Read, ai più recenti binomi Rossi e Lorenzo, Iannone e Dovizioso, Lorenzo e Dovizioso ecc.
Due campioni vincenti nello stesso box si studiano e portano indicazioni preziose al Team anche se vale sempre la regola numero uno: il compagno di squadra e il primo avversario (da battere). Ora, alla vigilia del primo GP 2019, sia Marquez sia Lorenzo lanciano i loro primi segnali di avvertimento verso gli avversari ma anche ad uso interno.
Siamo ai classici “tre squilli di tromba” prima della battaglia. Oltre alla convivenza nel box e alla lotta in pista, fra i due spagnoli è già aperta la “guerra psicologica” e quella della comunicazione. Battaglia dei nervi e giravolte sul traballante trapezio dell’orgoglio. In HRC, oltre a disporre di nuove moto di alto potenziale, c’è un piano di tattica e di strategia tecnica e agonistica con l’obiettivo di calmierare i bollenti spiriti dei due alfieri e “domare” i due leoni usando il loro potenziale contro gli avversari delle altre Case ed evitando azioni boomerang, in corsa e fuori.
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Ancor più difficile sarà definire e coordinare l’immagine della squadra ben sapendo che sia Marc che Jorge comunicano a briglia sciolta e diversamente: in modo più sfumato e ironico il primo e in modo più diretto e ruvido il secondo, entrambi “maestri” nell’arte della difesa e del contrattacco, tirando colpi di ogni tipo, anche mancini e sotto la cintola.
Le corse e i campionati si vincono e si perdono anche dosando la “pressione” psicologica che si vuol mettere agli avversari o assorbendo e schivando quella che dagli avversari si riceve. Sia Marquez che Lorenzo, reduci entrambi da interventi chirurgici pur se di diversa intensità e per cause differenti, hanno già dissotterrato l’ascia di guerra con dichiarazioni perentorie di due parole: “Sono pronto!”. Da venerdì il cronometro dirà se è davvero così.
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Un fatto è certo: Marquez non ha nessuna intenzione di “abdicare” a favore del suo nuovo coéquipier mentre Lorenzo cerca il riscatto delle ultime stagioni non esaltanti strappando a Marc la “corona” della classe regina. Sul gradino più alto, si sa, c’è posto solo per uno.
Dal 2013, solo Lorenzo (nel 2015 su Yamaha) ha interrotto la travolgente marcia iridata di Marquez in MotoGP trionfatore nel 2013, 2014, 2016, 2017, 2018. Un altro stop causato dal maiorchino sarebbe un duro colpo – dal sapore di un’onta – per Marc mentre il bis del 2015, stavolta ad armi pari su moto della stessa marca, riporterebbe Jorge sull’Olimpo. I pronostici danno Marquez favorito e Lorenzo degno contraltare.
Nel motociclismo, “mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Tocca a Dovizioso, Rossi, Vinales e a tutta l’allegra compagnia della MotoGP dimostrare di saper rompere le uova nel paniere della Honda.
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