MotoGP, pole capolavoro di Marquez, l’alieno

Il time attack ripetuto di Marquez è la costruzione, dal box alla pista – in ogni attimo e in ogni millimetro della pista – di un’opera d’arte...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 30 mar 2019
MotoGP, pole capolavoro di Marquez, l’alieno

Fuoco e fiamme e di più sul circuito argentino di Termas de Rio Hondo per le qualifiche di una MotoGP stellare con Marc Marquez interprete senza aggettivi. La sciabolata atomica (1’38.304) del campione del mondo non è solo una pole (qui la quinta in sei edizioni, la numero 81 in carriera, la 53esima nella classe regina, la prima quest’anno!) di altissimo valore tecnico e agonistico che scava un solco – se pur nel quasi nulla dei millesimi – nei confronti degli avversari ma è di per sé uno show – anzi è lo show – per come il funambolico diamantino alfiere della Honda gioca con le lancette del cronometro, di fatto fermandole dove vuole lui.

Siamo oltre i pur imperscrutabili confini del fuoriclasse per assurgere al pilota che fa della sua missione un’arte, sublimandola. E’ questa, davvero, l’arte di correre in motocicletta e, alla fine, poco conta anche il risultato in gara che pure è (invece) ciò che per tutti – Marquez compreso – l’obiettivo.

Il time attack ripetuto di Marquez è la costruzione, dal box alla pista – in ogni attimo e in ogni millimetro della pista – di un’opera d’arte. Può ben dire, il pur superbo Vinales (+0.154) di aver fatto segnare lui il miglior tempo, essendo il primo degli umani con Marquez extra terrestre.

Ciò vale anche per Dovizioso (+0.164) qui ben più competitivo dello scorso anno e impegnato per il bis di Losail e per Rossi (+0.241) mai domo e in recupero (14° tempo in Qatar!) i nostri inossidabili vessilliferi cui si chiede il miracolo di ribaltare un risultato annunciato pro MarquezHonda.

Tre moto di tre Case diverse in prima fila: Honda, Yamaha, Ducati. Lotta dura. Tanto di cappello anche al mastino Miller (5° +0.244), ai più che promettenti Morbidelli (6° +0.582) e Quartararo (7° +0.582) mentre in difficoltà sono stati Crutchlow (8° +0-651) e Petrucci (10° +0.789), per non parlare di Lorenzo, pur aiutato da Marquez, dietro all’italiano della Rossa factory.

Male i piloti Suzuki Aprilia e Ktm. Siamo solo al secondo round stagionale ma pare proprio che Marquez, qui a Termas de Rio Hondo rabbioso nel giro secco e incontenibile sul passo, abbia in mano il pallino per tornare a mettere in fila tutti. C’è solo da sperare che Giove Pluvio non ci metto lo zampino. Corsa da non perdere.

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