MotoGP, assolo di Marquez “spaziale”. Rossi vince il match con Dovizioso
Altro che MotoGP-trenino! Qui, con distacchi di 10 secondi al secondo, torniamo ai tempi di… Agostini...
Pronti via e Marquez saluta tutti con un martellamento dei tempi sul giro sotto l’1 e 40 che non lascia spazio alle illusioni degli avversari che, infatti, non tentano neppure il contrattacco subendo la valanga di un gap travolgente.
Altro che MotoGP–trenino! Qui, con distacchi di 10 secondi al secondo, torniamo ai tempi di… Agostini! Quello del “marziano” è un assolo al limite della … “sfrontatezza” per il livello di superiorità dimostrato.
Già dalle prove e dalle qualifiche si era capito subito l’aria che tirava con Marquez dal dente avvelenato e con il box HRC con il rospo nel gozzo per l’arcinota bega del “cucchiaio” Ducati. Più che “cucchiaio”, qui siamo al “cappotto” Honda, un ko per gli avversari senza “se” e senza “ma” da lasciare tutti tramortiti. “Del doman non v’è certezza” ma oggi è così.
Sugli altari, dunque, il binomio campione del mondo in carica Marquez–Honda e, se non nella polvere, comunque ridimensionate le Ducati factory, con Dovizioso terzo, bruciato da un motivatissimo, caparbio, stratosferico Rossi capace di un rush finale da leggenda e con Petrucci sesto.
Non è stata “voce dal sen sfuggita” quella rivolta alle Case avversarie – Honda in primis – dopo la sentenza FIM sul “cucchiaio” dell’Ad Ducati Domenicali: “Ora facciano silenzio e ci battano in pista”?
Battuti in pista. Detto e fatto. Non solo dall’“alieno” Marquez ma anche da “nonno” Rossi che qui resuscita, proprio facendo pagare dazio (e che dazio!) al Dovi e alla Rossa.
Non era la pista Ducati, si dirà, vero. Anche se quella delle piste “amiche” è una invenzione di chi perde. E’ solo una corsa, si dirà. Vero. Ma è una corsa che lascia il segno perché stavolta non ci sono scuse di nessun tipo. Adesso Marquez raggiante (“Oggi non ho nemmeno spinto troppo dopo i primi cinque giri”) detronizza in classifica generale il Dovi che insegue a 4 punti, rischiando di tornare il “cannibale” ammazzatutti e, soprattutto, ammazza campionato. Comunque, Ducati può rispondere, anzi deve rispondere da subito, sapendo che la strada adesso corre in salita.
La lezione servirà a Borgo Panigale? Guai sottovalutare gli avversari. Peggio ancora farlo col sorrisino certi di aver il pallino il mano e la carta vincente. Il resto in cronaca.
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