Moto3, italiani pronto per l'ok Corral. Fenati e Arbolino col colpo in canna
Come noto, mai nessun pilota italiano ha ancora conquistato il titolo mondiale della “classe cadetta”. E’ altrettanto noto che i titoli mondiali non sono distribuiti al… mercato e si vincono, oltre che per le qualità tecnico-agonistiche del pacchetto pilota-moto-team, anche per circostanze che premiano e puniscono a seconda del volere degli… dei.
Usando un classico ossimoro si può dire che i “giovani leoni” italiani del mondiale Moto3 tirano bene, anzi benissimo, in porta, ma non segnano l’agognato goal. Così, quando va bene, i nostri portano a casa podio e anche vittorie in gara ma alla fine sono sempre gli altri a vincere il campionato.
Tant’è.
Nell’ultimo GP d’Argentina, dopo l’ennesima corsa-trenino da ring, alla fine un altro spagnolo – l’ottimo Jaume Masia, primo centro! – ha vinto meritatamente la gara con i nostri grandi protagonisti ma con il solo superbissimo 19enne Tony Arbolino sul podio (e che primo podio!), con Niccolò Antonelli con un piede sul podio stesso (quarto, a un decimo e un amen da Tony), con Lorenzo Dalla Porta 7° a cinque decimi dal vincitore dopo essere stato “arpionato” dal solito Binder (secondo), con Foggia 8° a meno di 7 decimi, con Migno 11° a poco più di un secondo e mezzo, con Vietti 14° sotto i 2 secondi e con Fenati 16°, con un gap di 2 secondi e 2 da Masia. Pur con la solita bagarre, alla fine i primi 9 classificati sono nel fazzoletto di un secondo e i primi 17 in quello dei 2 secondi.
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Dodici piloti sono passati almeno una volta in testa sul traguardo! In qualifica ben 15 piloti dentro 1 secondo! Non ci ripetiamo avendo più volte spiegato che il livellamento è dato soprattutto da regolamenti tecnici “da museruola” tesi ad appiattire le pur pregevoli prestazioni in pista, rendendo la gran parte dei partecipanti sullo stesso livello di competitività, con l’obiettivo di corse-show capaci di elevare l’interesse-audience-tv, pro business. Piaccia o no, qui siamo. Nel 2018 in Argentina trionfò meritatamente e con sorpresa Marco Bezzecchi, con Di Giannantonio 3°, Bastianini 4°, Dalla Porta 7°. Siamo solo al secondo round con in testa alla classifica Kaito Toba seguito da Dalla Porta secondo, Antonelli 4°, Arbolino 8°, Vietti 9°, Foggia 14°, Fenati 15°, Migno 16° ecc. Tutto, ovviamente può ancora succedere. Vietato fare pronostici.
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Eppure, azzardando, si può dire che quest’anno il titolo arriderà – finalmente! – a un pilota italiano? Chi? Sono almeno cinque i “tricolori” papabili e fra questi, davanti a tutti poniamo il binomio dello Snipers Team, il “senior” Fenati e lo “junior” Arbolino. I tempi fatti registrare in corsa dai due piloti di Giancarlo e Mirco Cecchini la dicono lunga sul loro peso qualitativo e sul potenziale. L’ascolano, pur non nella sua migliore giornata, ha un gran bel passo: per due volte segna il tempo più veloce (1’51.036 al 10° giro; 1’50.582 al 13° giro) e per altre due volte segna il secondo tempo più veloce (1’51.072 al 14° giro; 1’50.767 al 16° giro).
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Il lombardo non brilla particolarmente con il cronometro, rallentato (si fa per dire) dalle “botte” ricevute e date in bagarre, ma dimostra la propria scorza di combattente vincendo duelli con piloti ben più scafati e remando con maestria si porta nel tris di testa. Una volta trovato il migliore equilibrio fra i due piloti – e i Cecchini lo faranno trovare con le buone o con le cattive – Romano e Tony saranno il binomio da battere, con il più “esperto” marchigiano nel ruolo di (leggero) favorito e il più giovane quale “outsider” di lusso.
Ricordiamo ancora che stiamo parlando di una Moto3 agguerritissima dove tutto si gioca sul millesimo di secondo e anche nel tenere lontana la … jella. Guai cullarsi sugli allori. Vale per tutti, non solo per Arbolino e Fenati. In Texas, gli italiani devono vincere il duello dell’Ok Corral puntando diritti verso il titolo.