SBK, Bautista mette la “settima”! Polemiche: con la Rossa non c’è storia

Bautista mangia record( Superpole, record sul giro e sulla distanza) saluta tutti sin dallo start, fila via davanti come un missile e non fa neppure un sorpasso, non concedendo nulla né ai suoi avversari, né allo show. Assolo.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 6 apr 2019
SBK, Bautista mette la “settima”! Polemiche: con la Rossa non c’è storia

Chi si era illuso che approdando in Europa la musica nel mondiale Sbk potesse cambiare, resta con un palmo di naso. Alvaro Bautista centra il suo settimo trionfo consecutivo, in assolo, e Jonathan Rea conquista il suo settimo posto di fila, stavolta non senza fatica.

In questa Sbk non c’è storia, l’unico brivido viene dalle folate di un vento quasi invernale che abbassa la temperatura dell’aria a 14° C e a 22° C quella dell’asfalto.

Bautista mangia record( Superpole, record sul giro e sulla distanza) saluta tutti sin dallo start, fila via davanti come un missile e non fa neppure un sorpasso, non concedendo nulla né ai suoi avversari, né allo show. Assolo. Distacco al secondo Rea di oltre 15 secondi. Non c’era storia nei sei round precedenti, non c’è storia in questo primo round di Aragon, così, non ci sarà storia nei prossimi round. Bautista è pilota di gran livello e la sua V4 Rossa fa il vuoto in quella fettuccia di 968 metri e soprattutto fa marameo a tutti dopo ogni curva, in accelerazione, il suo vero punto di forza.

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Stavolta Rea ha faticato di più per assicurarsi il secondo gradino del podio: non si sa se per le caratteristiche del circuito dove la Kawasaki è andato un po’ in affanno (12° Haslam+28,243, addirittura bruciato in volata da Razgatlioglu, e con Torres 10°, in scia), se per qualche problema tecnico (freni?) o se perché comincia a pagare pegno sul piano psicologico consapevole che – così – quella con il binomio Bautista-Ducati è una battaglia persa. Tanto di cappello, comunque, al campione del mondo che nel gruppetto dei… “battuti” ha fatto la differenza di manico e che di manico ha conquistato la piazza d’onore, prima con una gran rimonta dal 10° posto, infine domando un Davies in recupero (qui il gallese ha vinto ben 7 volte!) anche se non privo di sbavature con lunghi e larghi in curva e un agguerritissimo Lowes che solo nel finale ha mollato. Peccato per Laverty, anche lui in ripresa, caduto però nell’ultimo giro nell’assalto finale per guadagnare il podio.

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Nella sostanza, tutto come prima con Ducati imprendibile con Bautista super ma competitiva anche con Davies (e pure con Laverty) pur se ancora non all’altezza di Bautista (non solo per la differenza di peso…) con Kawasaki che contiene i danni anche stavolta grazie alle qualità di Rea, con Yamaha terza forza grazie alla determinazione di Lowes, con Bmw (Sykes) capace di incunearsi fra le due moto della Casa dei tre diapason, con Honda (Camier 11° a quasi 40 secondi) non pervenuta. Solo 13° Melandri(+39,240) nella sua solita via crucis forse anche per la caduta in Superpole, davanti a Rinaldi-Ducati(+47,782) che illude ancora ma ancora delude. Di nuovo a terra Del Bianco e qui ci sta un “no comment”.

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15 piloti che tagliano il traguardo la dicono lunga sullo stato di una Sbk che stimola ma non stordisce, che promette ma non mantiene. Gran festa, meritata, nel box Ducati e musi lunghi, legittimi, nei box avversari, specie in quella della “verdona”. Polemiche? Puntuali come treni svizzeri. Dorna, con i suoi regolamenti a proprio uso e consumo, pare proprio che stavolta ha messo una toppa peggio del buco. La superiorità imbarazzante della Ducati porta le tre corse del week end a … sei corse, con Bautista che fa sempre corsa a sé e gli altri che fanno un’altra gara. Bene così?

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