MotoGP: Marquez non perdona, trionfa a Jerez e torna leader mondiale
Con questo perentorio successo, una cavalcata trionfale che sa di lectio magistralis anche sul piano tattico, Marquez rimette i puntini sulle “i” scavando un fossato fra sé e i suoi avversari
Tutto come previsto nella prima gara europea MotoGP sul tostissimo circuito di Jerez? Dipende. C’è il “veni-vidi-vici” di Marquez. C’è il tris spagnolo (Marquez, Rins, Vinales) che fa l’en plein del podio con l’esplosione dei 100 mila e passa sugli spalti assolati dell’Andalusia. C’è la delusione dei “nostri” e per i “nostri”, non solo per il quasi rookie Morbidelli, partito dalla seconda casella della prima fila dopo l’exploit di ieri in qualifica e giunto alla fine solo 9°. La delusione più forte viene dal binomio Ducati, fuori podio con Dovi quarto e Petrux quinto, in una corsa-parata poco luccicante e ancor meno convincente. Con moto così, non ci si può accontentare di rimonte solo apparentemente esaltanti, magari neppure esaltanti. Poi c’è il solito Rossi, anche qui la solita rimonta, stavolta una rimontina, che stimola ma non produce farina, specie quando come oggi il compagno di squadra sale di forza sul podio.
Qui siamo. Ma Jerez lascia il segno. Come da noi anticipato nei giorni scorsi, dal quarto round iridato stagionale si esce in modo diverso da come si era entrati. Con questo perentorio successo, una cavalcata trionfale che sa di lectio magistralis anche sul piano tattico, Marquez rimette i puntini sulle “i” scavando un fossato fra sé e i suoi avversari (nessuno escluso) più profondo di quanto emerge dalla cronaca della corsa e dai distacchi finali. Insomma, il campione del mondo in carica, assecondato da una Honda che cancella ogni residuo dubbio sulla sua competitività e tenuta, ha giocato a gatto col topo eseguendo alla perfezione una tattica da stop-and-go: strappo e assestamento, nuovo strappo e nuovo assestamento togliendo ogni speranza agli inseguitori. Dal box RHC dettavano lo spartito e Marc eseguiva la musica, senza toppare una nota. E che sinfonia!
Senza la “stecca” di Marquez in Texas, con due trionfi più il resto nei primi quattro round, il mondiale non sarebbe chiuso, ovvio, ma avrebbe anche sul piano dei numeri in classifica, un quadro ancora più definito, con un inequivocabile senso di marcia. Se ancora non fosse chiaro, dopo Jerez, Marquez passa da quarto a primo (70 punti) in classifica; Rins (Suzuki) oggi gran secondo dopo lo storico trionfo in Texas passa da terzo a secondo (69 punti); Dovizioso oggi fuori dal podio opaco quarto, passa da primo a quarto (67); Rossi oggi sesto in rimonta dopo le disastrose qualifiche con l’onta di Vinales brillante terzo passa da secondo a quarto (61) davanti a Petrucci statuario quinto dietro capitan Dovi: Petrux che quinto era e quinto resta (41) di fronte a Vinales che fa un bel salto, da 11esimo a sesto (30). Quindi Miller, Nakagami, Crutchlow, Morbidelli, P. Espargaro, A. Espargaro, e il fantasma Jorge Lorenzo, oggi sperduto dodicesimo (+18,588!) dal 17° al… 14°, un disastro. C’è da aggiungere che, oltre a Morbidelli sfilatosi via via, come detto, fino alla settima piazza, anche l’attesissimo rookie poleman Quartararo (per guai tecnici) ha raccolto solo briciole. Quartararo e Morbidelli sono attesi a nuovi exploit.A Le Mans, al Mugello? Il resto in cronaca.
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